Nella rassegna che segue, alla descrizione del tipo di attività compresa in ogni categoria seguirà quella di alcune melakhòt che ricorrono frequentemente nella prassi e di alcune delle ghezeròt relative.

Categoria 1. Arare: la categoria che va sotto questo nome comprende ogni attività mediante la quale il suolo vien reso ricettivo per la semina o per la piantagione e così pure la rimozione di ogni cosa che possa impedire la crescita d'una pianta.

Le melakhòt comprendono: scavare, concimare il suolo, rimuovere pietre dal suolo, livellare terreno.

Le ghezeròt comprendono: spargere sabbia o cenere su un terreno senza livellarlo (esempio di ghezerà similare tipo a - vedi “Salvaguardare lo Shabbat”).

Questa è la melakhà fondamentale, mediante la quale si prepara la terra a produrre. Evitando di farlo di Shabbat ìn tutti i modi possibili, riconosciamo “la terra è dei Sign-re e così tutto quello che essa produce”.

Categoria 2. Seminare: questa categoria comprende ogni attività mediante la quale si causa o si favorisce la crescita delle piante.

Le melakhòt comprendono: piantare semi o noccioli di frutta nella terra (anche in un vaso di fiori), potare alberi o arbusti, innaffiare prati, piante o fiori, sarchiare.

Le ghezeròt comprendono: lavarsi le mani sopra piante o erba che cresce (c), cambiare l'acqua in un vaso di fiori (a).

Categoria 3. Mietere: questo gruppo comprende ogni attività mediante la quale si recide una pianta dal luogo di crescita.

Le melakhòt comprendono: tagliare o cogliere fiori, erba, foglie, ramoscelli, bacche o frutta da alberi, arbusti ecc.; siano essi piantati nella terra o in vasi. Ciò vale anche per i funghi ovunque essi crescano.

Le ghezeròt comprendono: salire su un albero, appoggiarsi ad un albero che possa muoversi per effetto del nostro peso (e). Così pure: andare a cavallo perché si potrebbe essere portati a recidere un ramo d'albero per usarlo come staffile: ghezerà di tipo abitudinario (tipo b).

Categoria 4. Formare covoni : comprende ogni attività mediante la quale prodotti naturali vengono ammassati in un mucchio che possa servire a qualche fine utile.

Le melakhòt comprendono: ammucchiare frutta in mucchio destinato a immagazzinamento o a vendita.

Le ghezeròt comprendono: fare mazzi di fiori.

Categoria 5. Trebbiare: questo gruppo comprende ogni attività mediante la quale un prodotto naturale, solido o liquido, viene separato dal guscio o da altro contenitore naturale o. dall'insieme organico di cui fa parte.

Le melakhòt comprendono: rompere noci, sbucciare piselli ecc., salvo che per consumarli subito, spremere frutta coltivata principalmente per il relativo succo (come ad esempio uva e olive), mungere.

Le ghezeròt comprendono: spremere altri frutti a scopo di bevanda (a).

Categorie 6-8. Ventilare biade, Selezionare, Setacciare : comprendono attività mediante le quali un miscuglio è reso migliore mediante l'eliminazione dei componenti meno desiderati.

Le melakhòt comprendono: setacciare farina, filtrare liquidi, scremare latte (salvo che per l'immediato consumo della panna), selezionare un mucchio di frutta sana e bacata eliminando quest'ultima.

È questa, la forma caratteristica della melakhà ed in questa forma è vietato eseguirla sia con strumenti che a mano.

Le ghezeròt comprendono: togliere la frutta buona eliminando quella bacata da un mucchio contenente frutta sana frammista a frutta bacata (a). Questa ghezerà non sussiste se la scelta è fatta a mano e per consumo immediato. E' similmente permesso lavare e sbucciare frutta e verdura, ma solo per consumarle immediatamente.

Nota. Questa melakhà non riguarda soltanto i generi alimentari, ma anche la selezione di ogni sorta di articoli, ad es. la rimozione di sedie rotte da un mucchio di sedie messe alla rinfusa.

Queste melakhòt di selezione costituiscono una caratteristica attività umana. Interrompendola di Shabbat in tutte le sue forme noi riconosciamo la natura di origine divina dell'intelletto umano. Grande cura dovrà essere dedicata allo studio dei dettagli di questa Halachà, di cui in questo riassunto non si è potuto dare che una breve sintesi.

Categoria 9. Macinare: ogni attività per effetto della quale un prodotto naturale o un'altra sostanza vengono ridotte (mediante appositi strumenti) in minuscole particelle al fine di renderle adatte a miglior uso.

Le melakhòt comprendono: macinare del grano, del caffè o dei pepe, limare metalli, pestare schiacciare sostanze in un mortaio.

Le ghezeròt comprendono: grattugiare verdure, formaggio ecc., con una grattugia od altro utensile, grattare fango secco da scarpe o da vestiti (a).

È inoltre proibito (per una ghezerà di tipo b - genere « abitudinario »): preparare medicine, prenderle e fare qualsiasi cura per alleviare disturbi o malesseri leggeri, perché il farlo è abitualmente legato al pestare ingredienti medicinali. Questa ghezerà non va applicata in caso di dolori acuti o di malattia effettiva.

Categoria 10. Impastare: attività mediante la quale piccole particelle di una sostanza vengono amalgamate mediante liquido, in modo da formare una pasta.

Categoria 11. Cuocere: comprende ogni attività che muta lo stato di una sostanza mediante calore, rendendola così più adatta al consumo o all'uso.

Le melakhòt comprendono: cuocere in tutte le sue forme, riscaldare oltre i 40' C, aggiungere ingredienti ad una pentola bollente, mescolare cibo sul fuoco, versare acqua calda su foglie o essenza di the a meno che queste non siano state tenute in caldo, fondere qualsiasi solido (grassi, cera, metalli ecc.).

Le ghezeròt comprendono: versare acqua bollente sopra generi alimentari essiccati o affumicati, seccare legna in una stufa, aggiungere latte freddo al the caldo, a meno che questo non sia stato travasato due volte, a meno cioè che il liquido caldo non sia stato versato prima in un secondo recipiente, ad esempio in una teiera, e da questo nella tazza da the cui si può infine aggiungere latte (a).

Fornello dello Shabbat - Il divieto di cucinare non significa che di Shabbat si debbano mangiare solo cibi freddi. Al contrario, lo Shabbat non è considerato completo senza qualche alimento caldo.

Come lo si ottiene? Mediante il fornello dello Shabbat.

Ciò significa che si aggiusta il fornello dello Shabbat, in un modo che le fiamme effettive siano coperte e sia quindi impossibile regolarne il calore di Shabbat (lo si fa abitualmente mediante un lamierino posto sopra il fornello e avente gli angoli voltati in sotto, in modo da coprire i regolatori). Il cibo cotto (caldo) e la pentola di acqua calda possono poi essere posti sul fornello prima dell'inizio dello Shabbat, regolando il calore in modo che rimangano caldi durante lo Shabbat fin quando se ne avrà bisogno.

Categoria 12. Tosare: comprende ogni attività mediante la quale si recide da un organismo umano od animale parti di tegumento.

Le melakhòt comprendono: il taglio o la rimozione con strumenti appositi di capelli, unghie, lana o piume da un or^ ganismo vivente.

Le ghezeròt comprendono: (a) strappare unghie con le mani, (c) pettinare capelli (è però permesso spazzolare i capelli con una spazzola morbida).

Categoria 13. Sbiancare: comprende ogni attività mediante la quale vestiti o panni vengono puliti, spazzolati, smacchiati o lucidati.

Le melakhòt comprendono: mettere panni a bagno, strofinarli, strizzarli, stirarli, smacchiarli o togliervi il fango con l'uso di acqua od in altro modo.

Le ghezeròt comprendono: spazzolare panni (a), maneggiare panni bagnati (per evitare di essere indotti a strizzarli (b), appendere bucato perché asciughi (c).

Categoria 14. Pettinare filati greggi: attività il cui effetto è quello di convertire materiale grezzo compatto o attorcigliato in cordoni o fibre separate.

le melakhòt comprendono: pettinare lana grezza, battere lino per ridurlo in fibre.

Le ghezeròt comprendono: avvolgere filo su bobine o lana su cartone. Districare filati di lana o di altro materiale (a).

Categoria 15. Tingere: comprende ogni attività atta a mutare il colore (naturale o artificiale) di un oggetto o di una sostanza.

Le melakhòt comprendono: applicare colori o tempere su superfici murali ecc., applicare coloranti a panni, sciogliere colori in acqua, mescolare colori, eseguire tesi chimici a reazioni di colore. Le ghezeròt comprendono: asciugare le mani macchiate di frutta su un panno bianco (a); l'uso di rossetti, rimmel ecc. è proibito di Shabbat (a). Sono però ottenibili cosmetici che durano fino a dopo lo Shabbat.

Categoria 16. Filare: estrarre filati da materie prime, mediante lamina, torcitura o avvolgimento.

Le melakhòt comprendono: manifattura di panno non tessuto o corde.

Le ghezerot comprendono: rifilatura di fili sciolti

Categorie 17, 18 e 19. Operazioni di tessitura: queste tre categorie comprendono l'intera gamma delle tecniche di tessitura, dall'inserimento del filo nel telaio alla rimozione dell'articolo pronto, nonché qualsiasi operazione che produca effetto analogo..

Le melakhòt comprendono: lavoro a maglia, uncinetto, rammendo, ricamo; intrecciare, fare canestri.

Le ghezeròt comprendono: fare treccie di capelli (a).

Categoria 20. Separare in fili: decomposizione di panni tessuti o di altri materiali nei filati che li compongono.

Le melakhot comprendono: disfare qualsiasi parte di un capo di vestiario.

Le ghezeròt comprendono: rimuovere fili di imbastitura da vestiti, strappare pezzi di ovatta, separare filati in matasse.

Categoria 21. Fare un nodo: ogni attività che determini la connessione duratura di due oggetti.

Categoria 22. Disfare un nodo: disfare una connessione dei tipo suddetto per scopi utili.

Le melakhòt dei due gruppi suindicati comprendono: legare e sciogliere doppi nodi fra le due estremità di stringhe, filati, lacci ecc.

Le gezeroth comprendono. annodare 1 estremita di un f ilato da cucire (a). E pero permesso fare e disfare nodi a farfalla perché l'intenzione e chiaramente quella di determinare collegamento provvisorio

Cosi pure e permesso disfare pacchetti di generi alimentari. se si intende usufruire dei contenuto per consumo immediato.

Categoria 23. Cucire: ogni attività mediante la quale due materiali, simili o dissimili, o due superfici, vengono congiunti permanentemente mediante un terzo materiale.

Categoria 24. Strappare: disfare un prodotto del tipo sopra esposto al fine di poterlo meglio unire di nuovo.

Le melakhòt delle due ultime categorie comprendono: cucire o disfare due punti, attaccare carta con colla, cucire carta.

Le ghezeroth comprendono: applicare toppe. Appuntare con uno spillo di sicurezza è permesso perché si tratta solo di cosa provvisoria.

Categoria 25. Tendere trappole o cacciare: questo gruppo comprende ogni attività che limiti la libertà di movimento di un animale, volatile, ecc. i quali vengano pertanto così ridotti sotto il controllo di un essere umano.

Le melakhòt comprendono: acchiappare animali od insetti con le mani, con reti, trappole ecc. (ciò non vale per gli animali domestici, a meno che non si sia perduto il controllo di essi). PE compreso inoltre l'atto di chiudere una finestra per evitare che un uccello od una farfalla capitati per caso nella stanza possano fuggire volando via.

Categoria 26. Macellare: nel gruppo è compresa ogni attività che metta fine o abbrevi la vita di un essere vivente o provochi spargimento di sangue.

Le melakhòt comprendono: uccidere con qualsiasi mezzo (ciò vale per animali, uccelli, pesci od insetti), estrarre sangue per scopi costruttivi (ad es. un esame dei sangue).

Categoria 27. Scuoiare: separare la pelle di un animale morto dalla carne, come prima fase del processo di concia.

Categoria 28. Conciare pelli: attività mediante le quali le materie prime sono rese più durevoli o comunque più utili all'uso, mediante procedimenti chimici o fisici.

Le melakhòt comprendono: oliare stivali e scarpe, salare e mettere in salamoia pesce, carne ecc. immergere la carne nell'acqua per « renderla kasher » (a).

Categoria 29. Levigare pelli: questo gruppo comprende ogni attività che elimini la ruvidezza della superficie di un qualsiasi materiale arrotando, strofinando, lucidando od in altro modo.

Le melakhòt comprendono: la pulizia degli utensili mediante polveri da sgrasso o mediante strumenti appositi, lisciare superfici di qualsiasi sostanza, strofinare sapone per produrre schiuma, applicare creme per il viso ecc., pulire stivali e scarpe.

Categoria 30. Rigare: comprende ogni attività atta a rigare o tracciare una linea su una superficie, preparandola così per il taglio o per la scrittura o per qualsiasi altro scopo utile.

Categoria 31. Tagliare secondo forma determinata: comprende ogni attività mediante la quale la grandezza o la forma di un oggetto vengono alterati in modo da renderlo più adatto all'uso.

Le melakhòt comprendono: tagliare o strappare qualsiasi materiale al fine di dargli una determinata forma, fare

la punta a matite o stuzzicadenti, tagliare ritagli di giornale (è però permesso tagliare generi alimentari per immediato consumo).

Categoria 32. Scrivere: comprende ogni attività mediante la quale si traccino in modo durevole su materiale durevole segni aventi un significato.

Le melakhòt comprendono: scrivere, disegnare, dipingere ecc. con matita, inchiostro o con qualsiasi altro mezzo, ricamare modelli, lettere o figure, fare incisioni su cera, scrivere a macchina, stampare.

Le ghezeroth comprendono: fare segni non durevoli, ad es. disegnare con le dita su una finestra appannata, tracciare segni sulla sabbia (a); fare qualsiasi cosa che generalmente è accompagnata da scrivere o prendere note, ad es. comprare o vendere o accordarsi per comprare o vendere, misurare o pesare, leggere corrispondenza d'affari, atti giudiziari, atti di matrimonio, di divorzio ecc., giuocare con denaro (o promettendo dei denaro), scommettere.

Categoria 33. Cancellare: attività che hanno per effetto la preparazione di una superficie pulita per scrivere.

Le melakhòt comprendono: ogni cancellatura di scritti per ottenere superfici per scrivere di nuovo.

Le ghezeroth comprendono: strappare l'etichetta di carta avvolgente cibi.

Categoria 34. Costruire: questo gruppo comprende una vasta gamma di attività connesse con il concetto di struttura e forma e precisamente tutte quelle che hanno per scopo e fine: a) costruire, riparare o rendere abitabile o comunque utilizzabile una costruzione o parte di una costruzione; b) unire permanentemente due e più cose in modo da costituire un'unità utilizzabile;

c) modificare permanentemente la forma di una massa o di una sostanza per un fine utile.

Le melakhòt comprendono: a) l'intera gamma delle operazioni di costruzione; livellare o lisciare una parete o un pavimento per eliminare la ruvidezza; piantare un chiodo in una parete, fissare una porta, inserire l'intelaiatura o il vetro di una finestra, erigere una tenda; b) fissare la lama al manico di un coltello o la spazzola al manico della scopa; c) scavare una fossa nella terra per usarla come deposito, modellare argilla.

Le ghezeroth comprendono: aprire un ombrello, aprire un paravento.

A prima vista potrebbe sembrare difficile comprendere come mai aprire un ombrello sia da considerarsi simile alla melakhà descritta più sopra. Se riflettiamo possiamo comunque capire un po' della profondità del pensiero dei nostri Rabbini circa il modo di formulazione delle ghezeròt . Infatti oltre alla similarità dell'azione (montaggio) vi è anche una similarità di risultato. L'ombrello aperto e la tenda montata servono essenzialmente alla stessa cosa: a proteggere dagli elementi naturali. Vediamo qui fino a che punto i Rabbini abbiano profondamente penetrato, al di là delle apparenze, l'essenza delle cose.

Categoria 35. Demolire: preparare spazio per costruzione demolendo un edificio esistente o disfare uno qualsia si dei risultati delle operazioni comprese nella categoria precedente.

Categoria 36. Accendere fuoco: ogni attività che inizi o prolunghi la combustione (o i procedimenti che producano luce o fuoco).

Le melakhòt comprendono: produrre fuoco con qualsiasi mezzo, ivi compreso l'accendere un lume dall'altro, attizzare fuoco o far aumentare in altro modo l'afflusso di ossigeno; regolare una fiamma; fumare una sigaretta; provocare una scintilla elettrica; avviare o condurre un'automobile; usare il telefono; accendere luce elettrica o usare qualsiasi apparecchio elettrico.

Le ghezeroth comprendono: muovere una lampada o una candela accesa (c). E anche vietato viaggiare in autobus o in macchina, anche se guidate da un non Ebreo.

Si spera che abbastanza sia stato finora detto circa questa melakhà per eliminare lo sciocco argomento, udito così spesso in conversazione, che tutto ciò era vero nei tempi antichi, allorché l'accendere il fuoco comportava un duro lavoro- sfregare, unacontro l'altra, delle pietre pesanti - ma non si può pensare di applicarlo oggi. Quest'affermazione si fonda tanto sull'ignoranza di quel che è l'idea dello Shabbat che non è quasi il caso di confutarla. (Incidentalmente essa rivela che chi la fa ignora la storia della civiltà non meno dei principi fondamentali dello Shabbat. Il modo incui si accendeva il fuoco in Egitto all'epoca dell'Esodo era basato sul sistema della scatola con la miccia e non richiedeva maggiore sforzo di quanto non richieda l'accendere un fiammifero) (1). In realtà questa è - specie nella forma moderna - una delle più fondamentali e caratteristiche delle melakhòt, in quanto costituisce la chiave del dominio dell'uomo sulla natura. E quindi giusto che molti dei mezzi elettrici della civiltà moderna, quali la luce elettrica, il telefono, la radio, la televisione, ecc. rientrino in questa categoria. Imponendoci di astenerci da questo genere di attività di Shabbat, la Torà vuole estirpare le radici più profonde delle melakhòt.

Categoria 37. «Spegnere fuoco»: comprende ogni attività avente scopo produttivo e per cui si spegne, si abbrevia la durata o si rende meno intenso uno dei processi elencati nella categoria 36.

La melakhà comprende lo spegnere una candela per migliorare lo stoppino.

Le ghezeroth comprendono: lo spegnere in qualsiasi modo e per qualsiasi fine (a), ad es. spegnere il gas, la luce elettrica, ecc. (Questo divieto non si applica, ovviamente, come dei resto tutti gli altri divieti dello Shabbat, quando l'estendersi dei fuoco possa causare pericolo di vita).

Categoria 38. « Dare l'ultimo colpo di martello ad un oggetto di nuova costruzione »: questa categoria comprende tutte le attività che completino la fabbricazione di un qualsiasi articolo, a seconda della natura dell'articolo e del tipo di manifattura, ivi compresa la riparazione o il perfezionamento.

Le melakhòt comprendono: lucidare un articolo per rifinitura, tagliare i fili di imbastitura da un vestito nuovo, introdurre stringhe a scarpe nuove, riparare orologi, macchinari o strumenti.

Le ghezeroth comprendono: caricare orologi o regolare le lancette (a); le attività specializzate che richiedano l'uso di strumenti complessi o delicati sono normalmente proibite perché c'è il rischio di dover aggiustare o riparare lo strumento (b). Per questa ragione è proibito produrre qualsiasi suono musicale con strumenti.

I divieti di remare e andare in bicicletta sono inclusi in questo gruppo.

Categoria 39. «Trasportare»: questa categoria comprende:

a) rimuovere qualsiasi oggetto, per qualsiasi scopo, da un dominio privato - (reshuth hayachid a un dominio pubblico (reshut ha-rabbim) e viceversa.

b) rimuovere un oggetto in un dominio pubblico per una distanza di 4 braccia (circa 2 metri).

Che un luogo sia considerato pubblico o privato è cosa che non dipende da questioni di proprietà.

Per « dominio privato » si intende, sotto questo profilo, qualsiasi luogo chiuso di superficie non minore di 40 x 40 cm., cintato con una cinta alta non meno di un metro. La forma abituale di questo dominio è una casa, un giardino o simili.

Questo termine include anche una fossa o una montagnola sia pur site in un dominio pubblico, se aventi dimensioni non inferiori a quelle sopra indicate.

Un oggetto mobile di queste dimensioni (una scatola od un'automobile) costituiscono dei pari dominio privato anche se si trovano in un luogo pubblico.

Dominio pubblico significa via, strada o piazza scoperti, frequentati dal pubblico, aperti da ambo i lati e aventi una larghezza di non meno di 8 metri.

Le melakhòt di questo gruppo comprendono: portare in mano, sul braccio, sulle spalle, nelle tasche, in una borsa o scatola, gettare, spingere, trascinare o consegnare oggetti da un dominio all'altro o da un punto all'altro del dominio pubblico. Non vi è melakhà se si porta l'oggetto entro i confini di un dominio privato. Se, tuttavia, il dominio privato supera una certa grandezza o se è occupato da due o più famiglie, trasportare è proibito dai Rabbini come ghezerà (vedi più avanti: Karmelith e Eruv chatzeroth).

Questa è l'attività caratteristica che l'uomo svolge nella società e astenendocene di Shabbat noi riconosciamo la sovrànità di D-o sopra il mondo delle relazioni sociali. La circolazione dei beni materiali, sia essa fatta per scopi commerciali, personali o sociali, è la linfa vitale della comunità ed èè questa che deve essere dedicata di Shabbat, nella sua interezza, a D-o.

Il carattere di melakhà di quest'attività sussiste solo se l’oggetto è trasportato nel modo solitamente usato nel corso della settimana per rimuovere determinati oggetti da un luogo all'altro, vale a dire in mano, in tasca, in una scatola o in modo simile. Se l'oggetto viene indossato come facente parte dei l'abbigliamento, non costituisce più un oggetto trasportato in questo senso; fa parte invece della persona di chi io indossa. Pertanto portare un soprabito sul braccio è melakhà, indossarlo non lo è. Nessuna delle cose che si possono indossare rientra - se indossata — nell'ambito di questa melakha. Pertanto un fazzoletto può essere trasportato come sciarpa e se ne possono portare due legati assieme a mo' di cintura. Se necessario, per una ragione qualsiasi, è anche permesso indossare, l'uno sull'altro, due soprabiti.

Non vi è nulla, in alcuno di questi esempi, che abbia il carattere di melakhà. D'altro canto per essere qualificato come tale un capo di vestiario dev'essere indossato nel giusto modo; un soprabito gettato sopra le spalle non potrebbe essere considerato tale.

Le ghezeroth comprendono: portare, per strada, oggetti e ornamenti che sia facile togliere e trasportare inavvertitamente, ad esempio occhiali che non s'ha bisogno di portare in continuità (c). Non si può trasportare un bimbo di Shabbat: è quindi consigliabile non andare con i bambini piccoli troppo lontano da casa. Parimenti non si può portar fuori i bambini in carrozzella o passeggino. In caso di necessità si consulti un rabbino.

I nostri Rabbini hanno prescritto ancora diverse altre regole relative a questa melakhà, alcune delle quali si possono riassumere come segue:

carmelit (letteralmente località non frequentata) (1): nome dato dai nostri Rabbini ad alcune specie di luoghi che, pur non possedendo le caratteristiche descritte più sopra, possono agevolmente confondersi con i « domini » indicati nella Torà.

a) a strade larghe meno di 8 metri o prive di una qualsiasi delle altre caratteristiche del dominio pubblico: ad es. un vicolo cieco;

bmetri quadrati ad uno spazio chiuso di più di 1250 M2 circa che non sia il cortile d'una casa di abitazione (ad es. un parco);

c) alla campagna aperta;

d) ai laghi, ai mari, ai fiumi ed alle spiagge.

E proibito come ghezerà (a) trasportare da un Karmelith ad un « dominio pubblico » o « privato» nonché dall'uno o dall'altro di questi ad un Karmelith e così pure trasportare per oltre due metri entro il Karmelith.

Mekom Petur: letteralmente posto libero.

Vengono designati con questo nome i punti che non hanno le caratteristiche previste dalla Torà per i domini né per il carmelit. Per questi non sono state stabilite ghezeròt . Esempio: uno spazio cintato di meno di 40 x 40 cm. sito in un dominio pubblico.

Eruv Chazeroth: letteralmente mescolanza o confluenza di diritti relativamente a proprietà. Se due o più famiglie ebraiche vivono in case vicine comunicanti, o in abitazioni separate dei medesimo edificio, non è permesso trasportare da un'abitazione all'altra né nei locali usati in comune da tutti gli inquilini, a meno che non si sia fatto un Eruv (ghezerà di tipo a). Ciò significa che le varie famiglie Ebree uniscono i loro diritti di proprietà in modo che le loro abitazioni costituiscano la proprietà comune di tutti, e in questo caso la ghezerà non si applica più. li simbolo di questa proprietà comune è l'Eruv, di regola un pane o una matzà depositati come proprietà in comune e dati in custodia ad uno degli inquilini. Se ci sono anche delle famiglie non Ebree nello stabile, occorre prendere prima in affitto da esse ìl diritto di passaggio per lo Shabbat. La stessa disposizione vale per un vicolo cieco o un giardino usati in comune da vari inquilini. (Naturalmente quanto sopra costituisce soltanto un sommario accenno alla procedura: per ogni caso pratico occorre farsi assistere da un Rabbino competente).

Abbiamo già rilevato la deplorevole ignoranza e negligenza che regna in molti ambienti ebraici relativamente alle disposizioni sul trasportare di Shabbat. Invero, come s'è visto, esse sono di fondamentale importanza. I nostri Rabbini hanno decretato che le mitzvòt dello Shofar e del Lulav non vengono osservate quando Rosh haShanà o, rispettivamente, Sukkoth cadono di Shabbat. La sola ragione di questo divieto è il timore che qualcuno, desideroso di compiere il precetto, dimentichi che è Shabbat e porti lo Shofar o il Lulav in strada. I nostri grandi maestri hanno giudicato che la sola possibilità di profanare lo Shabbat trasportando è talmente grave che, anziché correre il rischio della profanazione, hanno decretato l'omissione di queste due importanti mitzvòt della Torà. Chiunque per motivi di convenienza personale tenda a considerare con leggerezza la melakhà del trasportare, commette grave errore.

È auspicabile che questa rassegna delle categorie di melakha abbia dato al lettore una maggiore e più profonda conoscenza dell'aspetto pratico della vera osservanza dello Shabbat, Con un po' di riflessione si vedrà come ogni fine produttivo, ogni nzelakhà individuale, che abbiamo esaminato sia l'applicazione pratica del fondamentale concetto dello Shabbat. Si vedrà anche come ogni ghezerà sia l'espressione della vera yirat shamayim ebraica, della devozione verso D-o e i Suoi comandamenti e della determinazione del popolo ebraico di non permettere che una momentanea debolezza o dimenticanza lo privi del suo fondamentale atto di omaggio e di servizio divino - della cessazione della melakhà di Shabbat.

Lavoro Compiuto da un Non Ebreo

“Vedi: D-o ha dato a voi lo Shabbat...” (Esodo 15, 9).

Abbiamo visto che è l'Ebreo ad essere benedetto con lo Shabbat e a portarne la responsabilità. Ciononostante, al fine di salvaguardare la nostra osservanza dello Shabbat, i nostri Rabbini hanno decretato che non possiamo chiedere ad un non Ebreo di fare di Shabbat qualcosa che noi stessi non dobbiamo fare. Non ci è neppure consentito di beneficiare di una melakhà fatta per noi, anche spontaneamente, da un non Ebreo.

Poiché i Rabbini hanno imposto questa disposizione come salvaguardia addizionale dello Shabbat, essi hanno potuto fare qualche eccezione. Per esempio:

1) in caso di malattia (vedi par. 4) o in altri casi d'emergenza;

2) per far accendere fuoco se fa molto freddo;

3) per soccorrere un animale che soffra;

4) allorché l'atto viene compiuto sia per Ebrei che per non Ebrei, se questi ultimi sono in maggioranza.

E, inoltre, vietato ingaggiare prima di Shabbat un non Ebreo perché faccia di Shabbat un determinato lavoro, a meno che non sussistano le condizionì seguenti:

1) che il non Ebreo lavori per conto proprio, per una somma fissata per l'intero lavoro;

2) che il lavoro sia fatto nei locali del non Ebreo;

3) che il non Ebreo non sia obbligato ad eseguire il lavoro di Shabbat.

Vestiti dello Shabbat

I nostri Savi hanno dichiarato che è importante indossare nei giorni di Shabbat e di festa dei vestiti speciali, differenti da quelli usati tutti i giorni feriali. Come qualcuno toglie jeans o tuta e si veste elegantemente per un incontro importante con una persona di alto livello, dobbiamo anche noi comportarci così per ricevere la Sposa Shabbat. È il dovere di tutti i genitori insegnare ai loro figli, soprattutto tramite l'esempio vivo, di vestirsi bene per cavòd dello Shabbat.

L’autore del Sefer Hachinuch sullo Shabbat

Rabbi Aaron Halevi di Barcellona, autore del Sefer Hachìnuch disse: “Mi afflisse vedere tanti che profanavano lo Shabbat. Più grande è il loro numero, più grande è il dolore del mondo, più critica è la situazione economica di tutti. La ragione è che lo Shabbat è la fonte di tutte le benedizioni, così è scritto: ‘E D-o benedì il Settimo Giorno’, e quando noi profaniamo lo Shabbat, la benedizione scompare, così è scritto chiaramente. ‘Guarda, ora D-o ti ha donato lo Shabbat, e per questo Egli ti dà nel sesto giorno sostentamento per due giorni’”. Questo vuol dire che essi videro con i loro propri occhi che c'era abbondanza per merito dello Shabbat. Perciò, fratelli, ognuno di voi deve prestare attenzione ed osservare lo Shabbat come si deve, per questo voi sarete benedetti da D-o con tutta la sua misericordia e l'Onnipotente garantirà a “Voi tutto il miglior successo nelle vostre azioni e sarete felici sia in questo mondo che in quello a venire”.

Tratto dal libro «Lo Shabbat» del Dayan Dr. I. Grunfeld