L’allegria di Purìm è una realtà forte, concreta, incrollabile. Eppure viviamo in epoche in cui nuovi Hammàn sorgono e, come il loro lontano avo del Libro di Estèr, si dichiarano pronti a «distruggere tutti gli ebrei, compresi donne e bambini, in un solo giorno». Forse ignorano che la storia ha già il suo epilogo. Forse non riescono a capire che, a suo tempo, colui che già intraprese questa lotta disumana, senza fede né morale, ne fu la prima vittima. Forse sono dimentichi del fatto che le strade della Babilonia rimasero impresse a lungo dal ricordo della forca alta venticinque metri, preparata per Mardocheo l’Ebreo, alla quale fu impiccato Hammàn stesso coi figli, degni complici del padre ?
Evidentemente, la storia ci dà l’impressione di tentennare. Ed ecco che in un periodo di vera felicità, i barbari configurano i loro lugubri volti e si sono scoperti coloro per i quali la barbarie non è niente peggio che un’opzione fra le altre. È difficile per l’uomo civilizzato reagire con giudizio di fronte ad assalti di tale violenza. Passato il senso di terrore e di rivolta, al di là dell’indispensabile, pratica reazione autoprotettiva e delle oramai prevedibili condanne, in particolare in luoghi lontani dal teatro delle violenze, cosa si può fare? Siamo condannati ad essere disarmati, ridotti alla solita, rituale e rassegnata indignazione?
Forse Purìm è la risposta a tutto ciò. In quanto questo giorno non si limita ad evocare una visione passatista di atti eroici d’altri tempi. Il Baàl Shem Tov lo sottolinea: «Colui che legge il Libro di Estèr al passato non ha applicato il comandamento come si deve». Questa è una ricorrenza di schiacciante attualità. Essa parla della nostra vita; ci racconta la durezza dell’esilio e della speranza sempre vivente; ci racconta la durezza dei nemici e la vittoria eterna. Ma, soprattutto, ci fa udire l’allegria che sale come risposta a coloro che vorrebbero estrarci dalla Storia. In parole povere, la gioia è la risposta suprema. Essa cassa le barriere, ci trascina al di là di noi stesi, ci colma di quella forza alla quale niente può resistere. Bisogna viverla, intridersene con e tramite Purìm e per tutti i giorni seguenti. Grazie alla gioia, il sole si alza un’altra volta.
di Rav Chayim Nisenbaum
Parliamone