Botta: Se il Sign-re è un mistero per noi, al di là di ogni comprensione umana, come è possibile rapportarsi a Lui?

Risposta: In effetti hai ragione, il Sign-re è essenzialmente inconoscibile, nonostante Egli si faccia conoscere a noi tramite i Suoi miracoli, i Suoi profeti, la Sua Torà e dal costante atto di creazione e sostentamento dell’universo e della nostra esistenza. Tuttavia niente di tutto ciò offre una definizione di chi Egli sia, poiché Egli non può essere definito. Come dicono i Kabbalisti, Egli è infinito, anche oltre ‘l’inizio che non può essere conosciuto”.

Come è possibile pregare e avere un rapporto con un essere talmente sconosciuto e indefinito che non può neanche essere chiamato “essere”?

La risposta è che ciò è possibile perché il nostro rapporto con D-o non viene misurato dalla nostra capacità di comprenderLo, né da un livello di sensibilità accresciuto o da qualche stato di “estasi” sublime che sosteniamo di avere provato dopo aver sperimentato la Sua presenza. Bensì il nostro rapporto con D-o è misurato da ciò che facciamo, dal nostro attaccamento alle leggi che Egli ha stabilito per noi e dalla nostra integrità nelle interazioni con gli altri.

Colui che afferma di avere un D-o ma imbroglia il suo prossimo, ha in effetti due dei. Una persona che afferma di essere ateo ma crede in una legge morale immutabile è, effettivamente un credente. Essenzialmente, D-o è nella tua vita quando ti comporti in modo Divino, seguendo i Suoi modi coerentemente. È questo il motivo per il quale Egli ci ha dato la Sua Torà, di modo che seguendo le istruzioni in essa contenute, possiamo unirci a D-o nella nostra vita quotidiana.

D-o non è un’idea che può essere afferrata con la mente. Piuttosto, D-o è reale, e la realtà si afferra tramite atti concreti.


Rav Tzvi Freeman per gentile concessione di Chabad.org