Leggi della Natura
Si accendono i lumi di Chanukkà per otto giorni poiché il poco olio nell’unica ampolla trovata intatta nel Bet Hamikdash, nonostante fosse appena sufficiente per tenere la menorà accesa per un giorno, è durato otto giorni.
A ben vedere, il miracolo di Chanukkà si è verificato solo a partire dal secondo giorno e si è protratto per sette giorni. In altre parole, era previsto che l’olio sarebbe bastato un giorno e in questo non vi era nulla di eccezionale; eppure accendiamo i lumi di Chanukkà per otto sere, recitando tutte le berachòt, anche quella che ricorda il miracolo, dal primo giorno.
Inoltre, non vi è assolutamente nulla di speciale nel vedere dell’olio che tiene accesa una fiamma per un giorno: si tratta di un fenomeno naturale, che non richiede un intervento “straordinario” di D-o.
Gli eventi quotidiani
In realtà, il solo fatto che in quella drammatica situazione si sia trovata anche solo un’ampolla intatta costituisce già un miracolo. E comunque la vicenda di Chanukkà ci offre uno spunto per indagare se la natura dei miracoli divini sia veramente “eccezionale”. Quando si parla di miracolo, si pensa in genere a un avvenimento assolutamente straordinario che sconvolge l’ordine nautrale degli eventi e dei fenomenti, come può essere l’apertura del Mar Rosso al passaggio degli ebrei in fuga dall’Egitto. D-o però interviene in ogni istante nelle vicende terrene, dopo aver stabilito durante la creazione il cosiddetto ‘ordine naturale’ delle cose.
Quindi, il fatto stesso che dell’olio accenda una luce è già di per sé un miracolo, solo non così evidente. Si accendono le candele per otto giorni recitando le benedizioni anche il primo giorno per trarre l’insegnamento che è sintetizzato nelle parole del Maimonide: “I miracoli più evidenti portano la persona a riconoscere quelli più nascosti”. Attraverso i grandi eventi della storia si arriva a riconoscere la mano di D-o in ogni piccolo evento quotidiano.
Di Deborah Cohenca
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