Una volta ho insegnato in una classe di bambini di 8 anni, nella quale c’erano due sorelle gemelle.

Un giorno sono arrivate in ritardo a scuola. Chiesi ad una di loro: “Perché avete fatto tardi oggi?”. Dopo uno scambio di sguardi con la gemella, rispose: “Stamattina abbiamo avuto un forte mal di testa”.

Questa risposta di rafforzamento mi ha aiutato ad assistere famiglie in crisi, per molti anni a venire.

Ciò che la piccola stava veramente tentando di dire è che se una delle sorelle aveva il mal di testa, era come se lo avessero entrambe, entrambe ne soffrivano ed erano solidali a vicenda.

Ho trascorso un po' di tempo con una famiglia i cui figli si lamentavano molto del padre: “Ultimamente è molto nervoso e preoccupato. Sta attraversando un periodo molto stressante a causa del suo lavoro: resta a lavorare fino a tardi, e quando torna a casa ha i nervi a pezzi e sfoga il suo stress sulla famiglia. Noi ci comportiamo come figli normali, che fanno un po' di confusione in casa, invitiamo gente, ma lui non sopporta più tutto questo. Cosa dovremmo fare?”, chiesero.

La risposta del padre fu: “Sto attraversando il periodo più difficile nella mia carriera lavorativa e non riesco a dormire la notte a causa delle preoccupazioni e dell’incertezza del mio futuro. Questa storia sta consumando tutto me stesso! Lamentandosi in questo modo, anziché aiutarmi i miei figli mi rendono la vita più difficile.”

Gli suggerii che forse aveva bisogno di sedersi con la sua famiglia e condividere con loro le sfide (non i problemi!) che stava affrontando in quel periodo, e l’effetto che hanno su di lui. Alcuni uomini trovano difficoltà nel capovolgere il loro ruolo in questo modo, cioè, nel passare dall’essere colui che provvede a tutto, ad essere la parte più vulnerabile e chiedere un supporto emotivo alla moglie ed ai figli. È un comportamento saggio invece mostrare che anche un padre è un essere umano, con sentimenti ed emozioni, e che in momenti come questi ha bisogno del supporto della famiglia.

"Puoi chiedere alle persone di aiutarti", - ho suggerito a questo padre- "solo se sei pronto ad aprirti e mettere da parte il tuo ego. Chiedi a tua moglie e ai tuoi figli se hanno qualche consiglio su come portare un po' di calma, pace e tranquillità nella tua casa. Da parte tua devi provare diversi modi per controllare il tuo stress mentre la famiglia, da parte sua, ti mostrerà il suo supporto e la sua comprensione. Tutti sono molto più disposti a venire incontro ed aiutare il prossimo se capiscono che è questo ciò che si richiede loro. Invece di farli diventare parte del problema, invitali a diventare parte della soluzione.

Quest'esercizio insegnerà inoltre ai figli (specialmente ai maschi) come sentirsi a proprio agio nell’esprimere e condividere le loro emozioni. Condividere questa difficile esperienza rafforzerà l’unità della tua famiglia, anziché distruggerla."

Alcuni genitori potrebbero trovare difficile condividere le loro sfide coi figli, perché vorrebbero che essi continuassero a sentirsi sempre protetti e sicuri. Sentono il bisogno di trasmettere l’immagine: “Io posso gestire tutto, e nulla è troppo difficile per me.”

All'estremo opposto ci sono genitori che condividono tutte le lo loro difficoltà, debolezze e problemi relazionali coi figli.

Come in tutti i campi della vita, il giusto sta nel mezzo (in medio stat virtus).

È importante far sapere ai propri figli che nel viaggio della vita si presentano a tutti svariate sfide. Dobbiamo essere saggi nel decidere cosa sia opportuno condividere con loro e cosa non lo sia. Dobbiamo spiegare loro che, in momenti difficili, la famiglia si deve unire, ed ognuno deve offrire il proprio supporto ed aiuto verso la persona che sta affrontando una sfida. Proprio come nel corpo umano, quando un organo viene ferito il cervello fornirà una dose extra di sangue per favorirne la guarigione.

Provalo – funziona!

Di Yaakov Lieder, per gentile concessione di Chabad.org tradotto da Daniel Raccah