Domanda: Mi sorge il dubbio se festeggiare la morte di Osama Bin Laden sia giusto e consono ai valori dell’Ebraismo o meno?

Risposta: La tua domanda è decisamente molto ebraica, infatti è tipicamente ebraico sentirsi in colpa per un po’ di gioia. A parte quello, gli insegnamenti dei nostri Saggi al riguardo sono numerosi e profondi. Come è possibile riconoscere se una perla di saggezza sia profonda o meno? Quando a prima vista sembra trasmettere lezioni contradditorie.

Incominciamo con il Re Salomone che scrive nel libro dei Proverbi 11,10: “Quando i malvagi periscono, c’è un canto gioioso”. Sembra molto esplicito, tuttavia lo stesso autore dice, nello stesso libro, 24,17-18: “Quando il tuo nemico cade, non gioire, e quando inciampa, che il tuo cuore non esulti, nel caso che il Sign-re veda e ne sia scontento, e tolga la Sua ira da lui”.

Anche il Talmùd offre diverse opinioni. Infatti in Sanhedrìn 113b è scritto: “Quando i malvagi periscono da questo mondo, viene portato del bene nel mondo, com’e’ scritto, ‘quando i malvagi periscono, c’è un canto gioioso’”…nello stesso volume, 39b, il Talmùd dice: “Quando gli Egizi stavano annegando nel Mar Rosso, gli angeli volevano cantare. Il Sign-re disse loro, “l’operato delle Mie mani sta annegando nel mare e voi volete cantare?”

Simili paradossi abbondano, ma ora non è il momento di esaminare ogni possibile risposta, piuttosto arriviamo al dunque.

Che cosa c’è di terribile nel festeggiare la morte di un uomo malvagio? Sicuramente non c’è nulla di male nel gioire dal fatto che un uomo che ha, a sua volta gioito nella morte di migliaia di altri esseri umani e che ha complottato molto ingegnosamente per portare distruzione e terrore in tutto il mondo, sia ora rimosso dallo stesso? È così orribile sentirsi felici che il mondo sia diventato più sicuro e felice?

Ebbene, no, è perfettamente legittimo sentirsi così. Tuttavia, come mai il Sign-re stesso non ha gioito quando il Faraone e i suoi accoliti, dopo aver maltrattato gli Israeliti per generazioni, annegando i nostri neonati, menando i lavoratori fino a ucciderli ecc, sono finalmente affogati?

La risposta è semplice: perché essi sono “l’operato delle Mie mani”. Solo per quello sono magnifici, e la loro perdita è sentita.

Come disse il profeta Ezekiele, 33,11: “Come vivo, dice D-o il nostro Sign-re, non desidero la morte del malvagio, piuttosto che il malvagio si penta di modo che egli possa vivere”.

Ed è questo lo stesso motivo per il quale il Re Salomone ci incita a non gioire per la caduta del nemico, infatti se è quello il motivo per il quale festeggiamo, solamente perché è il nostro nemico, perché ci sentiamo giustificati, in quel senso, in quale modo siamo migliore di lui? Infatti, la sua malvagità è egocentrica, proprio come la nostra gioia.

Detto ciò, gioire a causa della diminuzione del male nel mondo, che giustizia è stata fatta, è giusto e nobile.

Bin Laden riconosceva D-o ed era un uomo molto religioso, a modo suo, pregando cinque volte al giorno e ringraziando D-o per ognuno dei suoi successi nefasti. Il suo peccato era che egli rifiutò di riconoscere il divino contenuto in ogni essere umano, negando così il valore che il Sign-re pone sul “operato delle Mie mani”. Per Bin Laden, il mondo era un posto brutto e buio, creato allo scopo di essere distrutto in un apocalisse finale e lui era ben felice di fare la sua parte per arrivare a questo scopo. Con questo suo peccato, le sue preghiere e la sua presunta religiosità hanno perso valore e sono diventati anche essi malvagi.

Tutto questo evidenzia la profondità e la bellezza della tensione che esiste nella nostra Torà: se festeggiamo il fatto che Bin Laden è stato fucilato e ucciso, ci abbassiamo al suo livello di depravazione. Allo stesso tempo, se non festeggiamo l’eliminazione del male, mostriamo che non ci importa nulla.

Non siamo angeli. Quando un angelo canta è colmo solamente del canto, e quando piange, annega nelle sue lacrime. Dall’altro canto, noi siamo esseri umani e, in quanto tali, abbiamo la capacità di cantare con gioia e di piangere allo stesso tempo. Possiamo odiare la malvagità di una persona, pur apprezzando ilf atto che perfino egli è un prodotto dell’operato di D-o. in questo modo, l’essere umano, non l’angelo, è lo strumento perfetto per la saggezza della Torà.

Di Rav Tzvi Freeman, per gentile concessione di Chabad.org. Pubblicato in Pensieri di Torà.