Una volta, il direttore generale di un’azienda disse ai suoi impiegati: “Continuerò a licenziare il personale finché il morale non migliorerà”.

Questa affermazione è chiaramente assurda. È notevolmente più difficile capire cosa ci sia di sbagliato quando un genitore urla al proprio figlio: “Perché non mi rispetti?”

Diverse ricerche hanno dimostrato che i bambini rispettano chiunque li rispetti, proprio come gli adulti. Qualsiasi misura disciplinare o punizione può essere attuata con una giusta dose di rispetto. Ad esempio, si può dire: “Questo è un provvedimento che devo prendere per il tuo benessere”, oppure “questa è una conseguenza delle tue azioni”. Non è necessario umiliare il bambino o parlargli in un tono negativo solo perché ha fatto qualcosa di male.

Quando il figlio viene trattato con rispetto, imparerà coerentemente a rispettare gli altri e a rispettare i propri genitori. È importante ricordare che il rispetto va guadagnato, non può essere preteso. Il concetto di “rispetto” si estende a tutti gli aspetti della vita del bambino, come non aprire lettere a lui intestate oppure bussare alla porta prima di entrare nella sua stanza; non origliare le sue conversazioni con gli amici ecc.

Un bambino che è e si sente rispettato ha una grande autostima che lo aiuta in tutti gli ambiti della vita. Ancora di più, sapendo che cos’è il vero rispetto saprà anche come darlo agli altri.

Provalo, funziona!

Di Rav Yakov Lieder per gentile concessione di Chabad.org