Subito dopo il divorzio, il mio ex marito mi chiese un favore e la mia prima reazione fu quella di dirgli “no”, senza neanche sentire cosa volesse dirmi. Dopo tutto, quest’uomo aveva preferito il gioco d’azzardo a me e a suo figlio (neonato); aveva dilapidato il denaro messo da parte per i pannolini e tutte le necessità del piccolo; mi aveva messo nella condizione di scegliere se comprare il latte o il pane perché non c’erano abbastanza soldi per entrambi. Mi aveva mentito e ingannato, e adesso voleva chiedermi “un favore”?! Decisi comunque di ascoltare cosa avesse da dire: mi chiese di decidere di comune accordo di agire sempre nell’interesse di nostro figlio e di non lasciare che i nostri sentimenti personali prendessero il sopravvento. Mi chiese di crescere nostro figlio con la maggior cooperazione possibile, tenuto conto delle circostanze. Per amore di mio figlio, acconsentii. Non me ne sono mai pentita, ma ho capito tutte le implicazioni di questa decisione solo dodici anni dopo.

Quando mio figlio era grande abbastanza da chiedermi perché abbiamo divorziato, ho dovuto ricorrere al mio ingegno. Lui idoleggia il padre, spesso assente e talvolta straordinario, e non volevo essere io a dirgli la verità. Sapevo che prima o poi sarebbe comunque venuto a saperla, visto che tutti nel nostro ambiente sanno cosa è successo e sanno dello stile di vita del mio ex marito, ma io amo troppo mio figlio per danneggiare l’immagine che lui ha di suo padre. Siccome l’avevo promesso al mio ex, ho provato a rispondere a mio figlio dicendogli che un rabbino ci aveva consigliato di divorziare, perché avevamo priorità diverse e la vita in famiglia era diventata difficile. Era una decisione che dovevamo prendere, ma sia io che suo padre lo amiamo tanto e siamo felici che sia nostro figlio. Tutto vero, ma lui aveva capito benissimo che in realtà non avevo risposto alla sua domanda.

La settimana scorsa siamo andati a rinnovare il passaporto di mio figlio, (che adesso è più alto di me). Devono essere presenti entrambi i genitori ed era la prima volta che mi ritrovavo insieme a mio marito dopo il divorzio. Non ci siamo parlati, abbiamo semplicemente espletato le procedure burocratiche; esperienza veloce e indolore. Una volta usciti, rimasta di nuovo sola con mio figlio, lui mi ha detto: “È stato strano essere con voi due insieme”. “Lo so, non succede mai”, gli ho risposto. Mio figlio ha continuato: “Sono abituato a comportarmi con te in un modo e con lui in un altro”. “Quindi con noi due insieme non sapevi come regolarti”. “Sì…”

Dopo qualche attimo – la bomba. “So perché avete divorziato – il gioco d’azzardo e tutto il resto”. Ripresa dallo shock iniziale gli ho chiesto: “Chi te l’ha detto?” “Papà”.

“Lui?” “Sì, gliel’ho chiesto”. “Gliel’hai chiesto?” “Sì, qualche mese fa. Gliel’ho chiesto e lui me l’ha detto, ma non mi sentivo pronto per dirtelo…”

Qualsiasi sentimento covassi verso il mio ex marito, in quel momento mi sono sentita colma di rispetto. Ha ammesso i suoi errori; dopo tutta la disonestà che ha segnato la nostra vita matrimoniale, nel momento cruciale, ha preso la decisione giusta ed è stato onesto con suo figlio. Ho anche ammirato mio figlio: tra tutte le persone a cui avrebbe potuto chiedere come sono andate le cose, ha trovato il coraggio di chiederlo a suo padre ed ha avuto la risposta che voleva in maniera diretta. L’ha avuta anche in una maniera che non ha sminuito l’immagine del padre. In quel momento mi sono compiaciuta di aver assecondato la richiesta del mio ex dodici anni fa. Mi sono sentita ripagata di aver tenuto la lingua a freno tutte le volte che l’ho fatto. Ho ancora molte domande senza risposta, ma quello è stato uno dei momenti magici della mia vita.

Capisco il risentimento e l’impulso alla vendetta. Io sono stata ferita e profondamente delusa, ma a un certo sono stata posta di fronte a una scelta. Alla fine, facendo un favore alla persona che meno se lo meritava, ho dato a me stessa il più grande aiuto che potessi dare.

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