Durante il gelido inverno del 2001, Rav Shalom Lew, inviato del Rebbe a Glendale (Arizona), sua moglie e i suoi due figli tornavano da una vacanza trascorsa nel quartiere Lubavitch di Crown Heights a Brooklyn. Mentre si accingevano a prendere la metropolitana, si presentò un imprevisto: disponevano solo di due banconote da 100 dollari e l’impiegata spiegò loro che le era impossibile accettarle per il pagamento di semplici biglietti del metrò. La signora Lew si mise a rovistare a lungo ed invano nella sua borsa e i bambini cominciavano a dare segni d’impazienza. Non potevano permettersi di perdere il treno altrimenti non avrebbero fatto in tempo a prendere l’aereo per Glendale. Ad un tratto sentirono una voce femminile alle spalle: “Posso aiutarvi? Ah, non avete spiccioli? Eccovi i dollari di cui avete bisogno!” La signora non era solo elegante, ma anche affidabile ed efficiente. Inserì il numero esatto di monetine nell'apposita fessura e ciò permise loro di passare coi bagagli.

Una volta intrapreso il tragitto, Rav Lew si diresse verso la signora e la ringraziò calorosamente. “Non è niente”, rispose con un sorriso. “So bene cosa significa viaggiare con bambini in tenera età! Sono felice di esservi stata utile!” Chiacchierarono ancora un poco, poi Rav Lew si azzardò a domandarle se fosse ebrea. Avendo risposto affermativamente, il Rav, senza esitazioni, le propose di accendere le candele di Shabbat.

“No grazie, non m’interessa. A che servirebbe accendere le candele se poi non rispetto lo Shabbat stesso? Non sarebbe un atteggiamento ipocrita ed incoerente?”

A quel punto Rav Lew si ricordò di una conversazione che suo nonno, Rav Zalman Yaffe di Manchester, ebbe anni addietro con il Rebbe di Lubavitch. Il Rebbe pronunciò un’allocuzione che sconvolse la vita ebraica contemporanea. Fino a quel momento l’ebraismo ortodosso era proiettato all'interno, cercando di proteggere i propri figli dalle nocive influenze esterne. Ma il Rebbe chiese ai suoi chassidim di uscire dal loro ambiente ovattato e di andare incontro agli altri ebrei. “L’ebraismo è in grado di proporre soluzioni efficaci ai problemi di oggi. Se ogni ebreo esegue un comandamento, anche solo uno, riempirà il mondo di luce, di significato e di benedizione - e ciò cambierà il corso della Storia, avvicinando la venuta di Mashiach”. Ogni chassid aveva quindi il compito di persuadere gli uomini ebrei a mettere i Tefilìn e le donne ad accendere le candele di Shabat.

Poco dopo, Rav Zalman Yaffe raccontò al Rebbe di aver chiesto ad una delle sue vicine – cosa molto insolita e ardita nella fredda e distante Gran Bretagna – di accendere le candele di Shabat e che ella esclamò: “Ma a cosa serve l’adempimento di un comandamento se trascuro tutti gli altri?” Rav Yaffe le rispose che ogni mitzvà possiede una sua forza particolare che può da sola illuminare il mondo intero. Il Rebbe sorrise e approvò pienamente la risposta.

Ispirato da questo ricordo, Rav Lew ripeté le stesse parole del nonno. Sebbene la signora l’ascoltò con gentilezza ed educata attenzione, non sembrava veramente convinta dalle idee esposte dal Rav. Tuttavia, lo ringraziò per la sua premura e, giunta alla sua femata, augurò buon viaggio al Rav e alla sua famiglia.

Trascorsero tre anni e Rav Lew ricevette una mail: “Caro Rav Lew, ho ottenuto il suo indirizzo tramite il sito chabad.org. Il mio nome è Melissa. Molto probabilmente lei non si ricorda di me. Anni fa l’ho incontrata con la Sua famiglia nella metropolitana di N.Y e le ero venuta in aiuto con alcuni biglietti da un dollaro, poiché voi non avevate moneta spicciola. Lei tentò di convincermi ad accendere le candele di Shabbat. Le sarà difficile crederci, ma dopo lunghi tentennamenti, finalmente sto adempiendo a questo precetto. Un solo comandamento, isolato, senza alcun nesso con la mia condotta generale, come spiegato da Lei. Ma la cosa non si ferma qui. Mi sono sposata con un ebreo, un uomo molto per bene, Marty, e di comune accordo abbiamo preso la decisione di impegnarci di più nella pratica dell’ebraismo, sino ad osservare quasi tutte le mitzvot di Shabbat, mangiare kasher e dare ai nostri figli un’educazione ebraica che noi purtroppo, a differenza della sua famiglia, non abbiamo avuto il privilegio di ricevere. Di tutto cuore, La ringrazio per essersi preoccupato del mio benessere spirituale. Dal giorno in cui vi ho incontrati, ho riflettuto a lungo sulle parole che mi ha detto: “Solo le candele di Shabbat” e ci tengo a comunicarle che grazie a queste parole sono diventata un’altra persona.

Con immensa gratitudine, Melissa”.

Come finì di leggere il messaggio, Rav Lew telefonò immediatamente a suo padre a Londra, Rav Shmuel Lew, e gli raccontò tutta la vicenda, soprattutto come la conversazione intercorsa tra il Rebbe ed il nonno Z”L lo ispirò al momento giusto permettendogli di dire le parole opportune al fine di persuadere la signora incontrata in metropolitana.

“È incredibile!” esclamò Rav Shmuel, “non indovinerai mai da dove sono appena tornato! Ho assistito al fidanzamento di una ragazza che mi ha annunciato la sua decisione di praticare l’ebraismo dopo aver saputo di una conversazione che anni fa sua nonna ebbe proprio con tuo nonno Rav Zalman Yaffe z”l relativamente alle candele di Shabbat. Ed si tratta della stessa conversazione di cui ti sei ricordato nella metropolitana newyorchese!!!!

Malka Touger

Rav Tuvia Bolton