Domanda: Caro Rav,
Ogni anno, nel giorno festivo di Lag Baomer andiamo al parco, accendiamo falò e celebriamo con musica dal vivo e altri festeggiamenti.
Non ho mai capito perché ci comportiamo in questo modo. È uso festeggiare nel giorno dell’anniversario della morte di qualcuno?
Risposta: Lag Baomer è il giorno della dipartita di un grande tzaddìk, Rabbi Shimon Bar Yochai, che visse nel secondo secolo. Rabbi Shimon fu il primo ad insegnare l’aspetto mistico dell’Ebraismo al pubblico, ed è l’autore dello Zòhar, il classico testo della Kabbalà.
Nel giorno della sua morte, Rabbi Shimon disse ai suoi discepoli di segnare questo giorno come “il giorno della mia gioia” (Rabbi Chaim Vital, Pri Etz Chayim, Sefirat HaOmer, cap. 7).
I codificatori della legge Ebraica insegnano che l’anniversario della morte di qualcuno (in ebraico “hilulà) è un giorno serio di introspezione, secondo alcune opinioni parenti prossimi del defunto non partecipano a matrimoni ed alcuni perfino digiunano. Rav Shlomo Gantzfried, nel suo Codice delle Leggi abbreviato, riassume il giorno in questo modo:
“È un momento per tornare a D-o, per fare un resoconto delle proprie azioni e fare cambiamenti nella propria vita. Tramite questo, le anime dei propri genitori avranno un merito nel mondo di sopra”.
Lo stesso vale per le hilulòt dei giusti, come il giorno della dipartita di Moshè che appunto viene osservato da molti come giorno di digiuno.
I Kabbalisti spiegano che il giorno della dipartita di una persona è un momento in cui l’anima viene nuovamente giudicata e i suoi meriti calcolati; in seguito l’anima sale di livello in cielo. Pertanto si usa fare buone azioni e studiare testi di Torà per portare ulteriore merito e piacere spirituale all’anima del defunto.
In ambienti Chassidici si usa evitare di essere molto depressi o tristi in questo giorno ma si cerca, invece, di concentrarsi sugli aspetti positivi, ricordando e imparando le buone azioni della persona defunta.
Ciò detto, Rabbi Shimon ha specificamente detto ai suoi seguaci di essere felici nel giorno della sua hilulà, e la regola è che quando il morente chiede che l’aspetto solenne di questo giorno non venga osservato, si ascolta la sua richiesta (Rav Ya’acòv Weil, riportato nella glossa di Rav Shabsi Kohen sul Codice delle Leggi, Yore Dea 344:9). Perciò in questo giorno è permesso essere felici e festeggiare.
Il Rebbe di Lubàvitch spiegò che Rabbi Shimon fece questa richiesta per segnare il giorno in cui la sua anima sale di livello spirituale: un momento, appunto, gioioso.
Ebrei in tutto il mondo rispettano la volontà di Rabbi Shimon, festeggiando e studiando i suoi insegnamenti.
Rav Dovid Zaklikowski per concessione di Chabad.org
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