Risposta: C'è una discussione nella Torà sui regolamenti che riguardano gli schiavi che potrebbe portare a credere che l'ebraismo approvi la schiavitù.
Ciò è basato sul presupposto, erroneo, per cui la legislazione che riguarda l'eved (termine comunemente tradotto "schiavo" ma che in realtà significa "lavoratore") sia una riproposta di ciò che normalmente viene implicato con il termine "schiavitù".
I due casi nei quali una persona possa diventare schiava di un ebreo sono quello in cui abbia commesso un furto che non sia poi in grado di risarcire o quello in cui venda se stessa in schiavitù per condizioni di estrema povertà.
Nel caso in cui non si sia in grado di ripagare, la condizione di schiavitù è la punizione per l'atto di furto.
La punizione stessa è piuttosto educativa. Invece di rinchiudere il trasgressore in prigione da cui né lui né la vittima traerebbero trarrebbero beneficio alcuno, la legge mette il criminale in casa della vittima costringendola letteralmente a convivere con il proprio "carnefice". Il trasgressore si spera imparerà che la vittima è più di un semplice oggetto privo di sentimenti, mentre questa a sua volta imparerà che il a conoscere i lati positivi della personalità di colui che gli ha arrecato danno. Lavorando per la vittima, il ladro acquisisce la possibilità di effettuare il dovuto risarcimento e allo stesso tempo di reintegrarsi dal punto di vista sociale. Questa è una pena riabilitante da cui avrebbero molto da imparare coloro che realmente desiderano migliorare il sistema delle prigioni di oggi.
Il caso della persona che si venda per motivi di estrema povertà si riconduce invece all'idea di un normale impiego privato accompagnato da regolare contratto. In entrambi i casi le regole che riguardano la relazione tra schiavo e padrone sono molto chiare, con l'esplicito del dovere di rispettare la dignità del il lavoratore senza mai realmente soggiogarlo o affliggerlo in qualunque maniera
DNon a caso la Torà prevede che nel caso in cui ci fosse la disponibilità di un solo guanciale, sarebbe stato il servitore e non il padrone a usufruirne.
Schiavitù, quindi? Tutt'altro...
Tradotto da Roi Baranes, tratto da Lubavitch News N° 39
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