Risposta: Pregare separatamente aiuta indubbiamente la persona a focalizzarsi sulle preghiere piuttosto che sul genere opposto. Non c’è dubbio, infatti, che in un ambiente misto si sia naturalmente portati a comportarsi in maniera diversa. Non c’è nulla di male in tutto ciò. Attrazione e interesse reciproco sono del tutto naturali e tuttavia vanno mantenuti all’esterno dell’ambito sacro della sinagoga. Durante le preghiere, la nostra attenzione – e quindi quella degli altri presenti – deve incentrarsi esclusivamente su D-o.
La sinagoga deve inoltre essere un ambiente accogliente e nessuno deve sentirsene escluso. Spesso molte persone single non si sentono a loro agio ad andare ad un evento senza un compagno/a. In sinagoga, invece, quando uomini e donne siedono separatamente, non c’è discriminazione tra singles e coppie e quindi non vengono a crearsi situazioni di disagio di questo genere.
Vi è un’ulteriore motivazione. Le donne e gli uomini sono molto diversi per natura. Non solo il corpo ma anche la mente e i sentimenti sono estremamente diversi, talvolta addirittura divergenti. Questa realtà è dovuta al fatto che pure le loro anime sono differenti, provenendo da fonti diverse che si completano l’un l’altra. La preghiera dovrebbe fornire l’opportunità di essere con il proprio vero io e di comunicare con la propria anima. Gli uomini e le donne hanno quindi bisogno del loro spazio – separato – per connettersi e comunicare profondamente con se stessi.
Sarebbe quasi strano a dirsi, ma è proprio sedendoci separatamente durante la preghiera che riusciamo ad unirci in altri aspetti della nostra vita, poiché soltanto quando le energie spirituali maschili e femminili riescono a crescere possiamo essere completi come persone, come famiglie e quindi come comunità.
di Rav Aron Moss, per gentile concessione di Chabad.org
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