Il mio amico ed io volevamo studiare il trattato della Mishnà che parla della festività. Siamo rimasti sorpresi nel constatare che questo Trattato non esiste. Come mai?

Risposta:

È vero. La chanukiyà viene menzionata diverse volte nella Mishnà; tuttavia, Rav Yehudà il Principe, colui che ha compilato la Mishnà, non ha dedicato una parte della sua opera a questa festività, ed è lecito chiedersi il motivo.

Alcuni spiegano il fenomeno in questo modo: gli eroi della storia di Chanukkà erano il clan degli Asmonei che avevano sconfitto i Greco-Siriani e ristabilito l’indipendenza ebraica nella Terra d’Israele. Tuttavia, dopo la loro vittoria, essi decisero di fondare una monarchia. Questo era problematico poiché gli Asmonei venivano dalla tribù di Levi e D-o aveva già promesso che solo i discendenti di Davìd, che proviene dalla tribù di Yehudà, potranno essere nominati al trono (vedi II Samuele 7:12-15). Pertanto, Rabbi Yehudà il Principe, un rampollo della dinastia di Davìd, scelse di non enfatizzare nella Mishnà la loro vittoria e possibile usurpazione di potere.

Il Rebbe di Lubavitch respinge questa spiegazione per diversi motivi:

a. Gli Asmonei sono menzionati in modo favorevole in diverse parti della Mishnà, questo mostra che non c’era risentimento.

b. È assurdo pensare che Rav Yehudà il Principe priverebbe il popolo ebraico di un’informazione vitale e pratica solamente a causa di una presunta faida famigliare.

Il Rebbe perciò propone un approccio diverso, che esamina i motivi fondamentali della compilazione della Mishnà. Si potrebbe chiedere questa domanda anche riguardo a numerose altre mitzvòt fondamentali che sono menzionate raramente o in maniera obliqua nella Mishnà. Non c’è un Trattato Tefillìn, ad esempio, e nemmeno un Trattato Mezuzà. Perfino la prima Mishnà non inizia dicendo che bisogna dire lo Shemà Israel di mattina bensì chiedendo “Qual è il momento giusto per dire la Shemà?” in altre parole, la Mishnà suppone che ci sia già un certo livello di conoscenza e procede da quel punto.

C’è un motivo storico per questo. Per molti anni era proibito trascrivere qualsiasi parte della tradizione orale. Solamente dopo la distruzione del Tempio e quando l’infrastruttura ebraica si trovava in uno stato precario, fu deciso di raccogliere le tradizioni e le leggi in una forma concisa affinché non venissero perdute per sempre. Solo di fronte a questa necessità incombente, fu permesso scrivere queste leggi, che fino a quel momento erano state tramandate oralmente per generazioni. Quali leggi? Solo quelle che si sarebbero perse altrimenti, mentre le leggi per le quali questo timore non sussisteva, rimasero come tradizione orale.

È questo il motivo per cui ci sono poche discussioni nella Mishnà su mitzvòt comuni come gli tzitzìt, i tefillìn o la mezuzà. Tutti sapevano come farli e come dovevano apparire e quindi Rabbi Yehudà non aveva motivo di includerli nella sua nuova opera.

Tornando alla tua domanda, il miracolo di Chanukkà accadde poco tempo prima dell’era della Mishnà e gli eventi e le osservanze erano ancora fresche nelle menti del popolo. Inoltre, esistevano diverse opere come la Meghillàt Ta’anit e la Meghillàt Antiyochus che contenevano l e leggi della festività ed erano disponibili alla gente. Pertanto, aggiungere Chanukkà nella Mishnà sarebbe stato non solo superfluo ma anche proibito, perché in questo caso si applicava il divieto di scrivere la tradizione orale. Solamente molto più avanti nel tempo, quando venne redatto il Talmùd Babilonese, una discussion più ampia su Chanukkà e le leggi ad essa inerenti furono aggiunte nel Trattato Shabbàt.

Fonti: Heichal Menachem vol 3, pag. 221-231

Rav Menachem Posner, Chabad.org