Uno dei figli del Rebbe Menachem M. di Lubavitch (noto con il nome della sua opera "Tzemach Tzedek", 1789-1866) si chiamava Rabbì Yisrael Noach ed era molto concosiuto per la sua conoscenza geniale della Torà. Spesso il padre gli chiedeva di rispondere a quesiti complicati di Halachà che gli venivano sottoposti.

Una volta R. Yisrael Noach cercò una persona per portare del denaro a Rudnia, la città più vicina al suo villaggio, Lubavitch. Diede il denaro ad una persona fidata istruendogli di trovare una persona che potrebbe portare il denaro a Rudnia. "Prendi una persona apposta per questa commissione e non dare il denaro ad una persona che deve andare comunque in città per altri motivi".

Accadde però che non si trovava una persona secondo i requisiti richiesti e quindi il denaro fu dato in mano ad una persona che sarebbe comunque dovuta andare in città per i propri affari.

Arrivò poi la notizia che il denaro era stato perso.

Quando ne venne a sapere, il padre disse al figlio "forse ti comporti in maniera miracolosa?!" Ovvero, sembrava quasi che il figlio "vedeva" cosa sarebbe accaduto e per questo aveva chiesto di trovare una persona dedicata solo a quella missione.

"Ma no!" disse il figlio. "È ovvio che uno che si reca in città per le proprie motivazioni di affari ha il pensiero occupato dei propri pensieri e non può salvaguardare per bene il denaro altrui. Per questo ho chiesto di trovare una persona che sarebbe andata proprio per questo e chiaramente sarebbe sato molto attento", non si tratta mica di qualcosa di miracoloso, aggiunse...

Poi si rivolse al padre dicendo "ma tu, papà, ti comporti sì in maniera miracolosa!" Il padre disse "no" e gli chiese cosa intendesse. Il figlio ribadì dicendo "e la storia con il muto?!"

il Rebbe rispose "non ho fatto un miracolo; io semplicemente non sapevo che il bambino era muto".

Cos'era la storia con il muto?

Ebbene una volta venne una donna alla corte del Rebbe Menachem Mendel per chiedergli aiuto. Lei non sapeva dove fosse il marito e se fosse ancora vivo. Nel linguaggio halachico la donna in questa situazione si chiama "agunà" - in un certo senso è "legata" perché essendo sposata non può unirsi con un altro marito ma non ha neanche il modo di ottenere un ghet - un divorzio - non sapendo se il marito è vivo o morto. Molti maestri di quella generazione mandavano donne in situazioni simili presso il Rebbe Menachem M. perché nella sua grandezza di Torà riusciva spesso a trovare il modo per risolvere la loro situazione.

In questo caso specifico la donna venne a Lubavitch con il proprio figlio che era muto dalla nascita. Il caso volle che la donna non riuscì ad ottenere un appuntamento con il Rebbe entro breve tempo. Uno dei membri della famiglia volle aiutare e consigliò alla donna di spiegare al figlio che avrebbe dovuto nascondersi sotto il tavolo sul quale il Rebbe riceveva. Una tovaglia copriva il tavolo anche ai lati e quindi non si vedeva sotto. Lui sarebbe saltato fuori quando il Rebbe sarebbe entrato in stanza, e avrebbe presentanto al Rebbe una lettera da parte della madre.

Quando il Rebbe entrò il bimbo saltò fuori. Il Rebbe lesse la nota della madre e disse al bimbo "vai a dire alla mamma di non preoccuparsi, perché papà tornerà".

E così fu! Il bimbo uscì dall'ufficio del Rebbe, andò dalla madre e dissa, usando la propria parola "Il Rebbe ha detto che papà tornerà". Così accaddero due miracoli: il bimbo iniziò a parlare e il marito tornò.

A questa storia si riferì il Rebbe quando disse al figlio "non ho fatto un miracolo; io semplicemente non sapevo che il bambino fosse muto"...

Nota: La storia è stata scritta dal Rav Mordechai Perlow (che tra l'altro è stato Rav a Milano dopo la guerra), il quale l'ha sentita nella cittadina di Lubavitch quando studiava lì in Yeshivà nei primi anni del '900.

In genere, i grandi Tzadikìm - anche laddove la gente vedeva che effettuavano proprio dei miracoli - minimizzavano la propria parte nella cosa.