Sono un’insegnante e ho appena ricevuto la seguente lettera da una mia alunna:
“I miei genitori hanno divorziato. Non credo di avere ancora accettato quello che è successo e la mia mente viaggia già avanti, ignorando il presente. Ho paura che i miei genitori si risposino; ho paura di dover accettare un’altra persona nella mia vita e nella vita dei miei genitori. Ho paura all’idea che la mia mamma e il mio papà potranno scegliersi un altro compagno, un’altra persona da amare. È molto preoccupante. E se arrivassero dei nuovi fratelli o sorelle? Dover imparare ad accettare un’intera nuova famiglia? Ho veramente paura. E sono preoccupata. E nervosa. Non so come affrontare tutto questo. Forse tu mi puoi aiutare?”
Apprezzerei un tuo parere su come risponderle.
Il divorzio è difficile e un figlio ne viene turbato a qualsiasi età, dal fatto in sé e dai cambiamenti radicali che esso comporta. Questa ragazzina si rivolge a te con piena innocenza e vulnerabilità. È tuo dovere (e onore, visto che lei ha scelto di aprirsi proprio con te) accoglierla ed essere disponibile. Prima di tutto devi essere presente e concentrata, e cercare di immergerti con tutta te stessa nella sua storia.
La fase dell’ascolto è fondamentale. La tua alunna ha bisogno di essere ascoltata, di scaricare le sue ansie e la sua angoscia. Lasciala parlare liberamente e aspetta che abbia finito prima di intervenire. Solo dopo, puoi cominciare a parlare a tua volta. Tieni presente che la tua posizione è particolare e “privilegiata” poiché lei ha scelto di rivolgersi a te.
Una volta stabilito un rapporto e aperto un canale di comunicazione, ci sono alcuni aspetti fondamentali da considerare riguardo ai timori espressi nella lettera. Quello di cui questa ragazza ha bisogno è di concentrarsi sul presente, superando un giorno alla volta. Nessuno può cambiare il passato, e il futuro è sempre incerto, è soltanto nel presente che si può fare qualcosa di concreto. La situazione attuale dice che lei sembra sola, impaurita e confusa.
Prima di tutto deve capire che non è sola; ha ancora una madre e un padre e deve potersi esprimere liberamente con ciascuno di loro. Ci sono poi altre figure con cui poter parlare: insegnanti (come te), amici, e anche consulenti di famiglia professionisti. Se lei si fa avanti e fa il primo passo, come ha fatto con te, e otterrà tutto il supporto di cui ha bisogno.
Secondariamente, i figli vanno aiutati a capire che quando i genitori divorziano, si stanno separando tra loro ma non stanno “divorziando” dai figli. Per determinate ragioni il padre e il madre non erano fatti per vivere insieme il resto della vita; per questo D-o ha stabilito anche la mitzvà del divorzio. Egli sa che a volte i genitori creano una bellissima famiglia e poi si devono separare. Nella Sua infinita Saggezza, D-o ha stabilito delle regole per il divorzio ebraico, e in nessuna di queste leggi sono menzionati i figli. Il fatto di non essere più “coniugi” non vuol dire smettere di essere genitori.
Fai notare alla tua alunna che non è mai salutare pensare troppo in là, troppo avanti nel futuro. È sempre meglio canalizzare le energie sul presente. Incoraggiala a parlare delle sue paure direttamente con i genitori. Ad esempio, potrebbe scoprire che per il momento non c’è nessun secondo matrimonio all’orizzonte, e quindi si tranquillizzerebbe. Potresti parlare tu con i genitori, senza però tradire la fiducia che la ragazza ripone in te e senza riferire loro aspetti strettamente confidenziali che lei ha condiviso con te.
Se e quando i genitori dovessero risposarsi, richiederebbe una grande capacità di adattamento da parte di tutti. Potrebbe essere utile analizzare con lei questo possibile scenario futuro senza che ne resti paralizzata. Nel caso in cui le seconde nozze siano una prospettiva reale, allora è il caso di andare più a fondo. Innanzitutto, i genitori la devono rassicurare che il loro affetto e la loro attenzione per lei non cambieranno. Inoltre, potrebbe scrivere insieme a te una lista di tutti i possibili orrori che si immagina succedano e una lista parallela di tutte le cose positive che potrebbero venirne fuori. Sarà difficile per lei pensare che possa scaturire qualcosa di positivo dalle seconde nozze dei suoi genitori ma il solo sentir parlare di aspetti positivi potrebbe aiutarla a sentirsi meglio e il fatto di mettere tutto per iscritto può essere di per sé molto terapeutico e liberatorio. Potrebbe anche tenere un diario in cui scrivere tutto quello che sente.
In quanto popolo ebraico abbiamo una fede innata nella Divina Provvidenza. I nostri Maestri insegnano che D-o non ci mette in nessuna situazione che non siamo in grado di gestire, per quanto possa sembrare ostica e insuperabile. Tutto questo va detto alla tua allieva. Adesso le sembra di trovarsi in una situazione disperata ma, col passare del tempo e analizzando le sue angosce e paure, scoprirà di avere dentro di sé la forza di cui ha bisogno e che forse non sapeva di possedere. Lo scoprirà ancora prima con il supporto della famiglia, degli amici e delle persone come te in cui ha fiducia.
Auguri a entrambe voi.
Di Sarah Zadok, per gentile concessione di chabad.org
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