Il nome Rosh Hashanà detiene la buona fortuna di avere almeno tre traduzioni. Rosh Hashanà è indicato nei testi classici ebraici, ed anche colloquialmente, come "Nuovo Anno Ebraico", o "l'inizio dell'Anno", o come suggerisce il significato letterale della frase "Il Capo dell'Anno".
E mentre questi tre tipi di riferimento sembrano voler dire la stessa cosa, il pensiero chassidico discerne differenze sostanziali in loro; ciascuno contribuendo all'importanza cosmica di questo grande giorno di auspicio e santità. La designazione di Rosh Hashanà come "nuovo" anno richiede un ulteriore chiarificazione. Cosa è nuovo riguardo Rosh Hashanà? Perché Rosh Haashanà dovrebbe essere considerato come un nuovo anno, più che ogni altro momento del tempo?
I nostri saggi, pur non riferendosi direttamente a questa questione, sembrano averla anticipata quando dissero che Rosh Hashanà è l'anniversario della creazione di Adamo e Eva, i primi esseri umani. In altre parole, Rosh Hashanà si distingue da tutti gli altri momenti dell'anno, per il fatto che è l'anniversario di qualcosa che era nuovo. Comunque, anche dopo questa spiegazione, non sembra apparire niente di veramente nuovo nel Nuovo Anno; è semplicemente l'anniversario di un evento che fu a sua volta nuovo.
La Chassidut, comunque, illumina sul concetto del nuovo anno. Non è soltanto l'anniversario di qualcosa che una volta era nuovo, ma qualcosa di radicale occorre nel mondo, qualcosa radicalmente nuovo. E ciò perchè ogni anno, quando questo volge ormai al termine, la ripartizione dell'energia divina per la creazione è esausta. Mentre facciamo entrare il santo giorno, il più spiritualmente sensibile fra noi può percepire il ritiro di questa energia dal mondo, che si lascia dietro solo il vestigio della forza originale, appena il necessario per evitare al mondo il cessare di esistere.
Durante Rosh Hashanà e specificatamente nel momento in cui suoniamo lo Shofar, D-o colloca di nuovo il sostentamento necessario per il nuovo anno. Ogni Rosh Hashanà dunque, una nuova vita viene generata per l'anno sopravveniente, e solo per quell'anno. Per quanto riguarda l'anno attuale, la vita giunge al termine mentre l'anno declina. II livello o il grado di vita che continuerà ad esistere dipende su cosa viene assegnato a Rosh Hashanà, che a sua volta dipende su cosa viene assegnato a Rosh Hashanà, che a sua volta dipende su come noi accettiamo D-o quale nostro Re, prima e durante Rosh Hashanà.
La nostra sincera invocazione a D-o "Regna sopra l'intero mondo nella Tua Gloria" è dunque non meno struggente dei nostri appelli per la concessione di vita e salute. Senza il responso affermativo del primo appello, il secondo non ha significato, poichè quale specie di mondo sarebbe senza il coinvolgimento attivo di D-o? Chiedere a D-o di essere nostro re equivale alla richiesta di instillare nelle nostre vite, scopo e significato.
Ogni Rosh Hashanà dunque, al mondo viene dato un nuovo soffio di vita. Ogni Rosh Hashanà il mondo esperimenta un vero rinnovamento, l'intero universo è sottoposto a un processo di "ri-creazione".
La Chassidut spiega inoltre che non solo questo prossimo Rosh Hashanà schiude una nuova generazione di vita, ma la natura propria di questa energia spirituale è nuova. II nuovo anno non è solo una ri ntroduzione dello stesso menù dell'anno precedente. E' una forza di vita, completamente nuova, che rende questo nuovo anno veramente nuovo e rinfrescante.
In pratica, questa conoscenza di ciò che veramente accade a Rosh Hashanà serve a rinvigorici ed inspirarci. Cominciamo a realizzare che tutti nostri errori del passato non ostacolano più la via per nuovi raggiungimenti poichè per il nuovo anno siamo dotati di una nuova energia senza pari. Entriamo in un nuovo universo, un mondo dotato di nuove qualità spirituali.
Nella liturgia di Rosh Hashanà il giorno è descritto come "l'inizio dell'anno": "Questo è il giorno dell'inizio della Tua opera, un ricordo del primo giorno". Anche questa descrizione è problematica. Perchè questo giorno viene considerato come "I'inizio dell'opera di D-o"? Non è Rosh Hashanà l'anniversario della creazione dell'uomo che occorse nel sesto giorno della creazione? E perchè dunque, questo giorno sarebbe stato scelto come Rosh Hashanà piuttosto che il 25 Elul che è il vero anniversario della creazione del mondo?
La risposta classica è che prima della creazione dell'uomo l'intero universo non era legittimo. Senza l'essere umano dotato di libero arbitrio, che accetta volontariamente D-o come proprio padrone e consacra a Lui la sua vita, non c'è scopo d'esistenza. Dunque possiamo giustificatamente dichiarare che "Questo è il giorno in cui inizia la Tua Opera".
La Chassidut approfondisce ulteriormente quest'intera discussione suggerendo che la parola "questo" in ebraico è "zeh", che denota qualcosa che si può puntualizzare, mentre la data della creazione del mondo è il 25 di Elul, rappresentato dal valore numerico della parola ebraica "coh", che implica ambiguità.
I termini zeh e coh rappresentano due diverse propspettive della realtà. Coh è un approssimazione e Zeh è precisione come se dicessimo "Questo è così". Come spiegano i nostri saggi la differenza fra Moshè e tutti gli altri profeti: "Moshè profetizzò con zeh e tutti gli altri profeti profetizzarono con coh". La distinzione è che, mentre Moshè ebbe una chiara visione del messaggio di D-o, gli altri profeti ebbero una visione piuttosto vaga della comunicazione di D-o con loro, e potevano solo approssimare su cosa aveva detto D-o.
Cosi la differenza fra la creazione del mondo il 25esimo giorno di Elul e la creazione dell'uomo di Rosh Hashanà è riflessa nella differenza fra chiarezza assoluta ed imprecisione.
II primo giorno della creazione senza il beneficio dello sforzo dell'uomo di introdurre la Divinità nel mondo, la presenza di D-o poteva essere solo approssimativa. Solo l'uomo che serve D-o volontariamente, può ottenere la presenza chiara e radiosa di D-o entro i confini del mondo. Senza coinvolgimento umano l'universo sarebbe potuto esistere, ma la sua esistenza non potrebbe essere definita realtà assoluta, dal momento che l'elemento Divino - la vera realtà - è celata.
Qual sia la traduzione di Rosh Hashanà, "Nuovo Anno" o "inizio dell'Anno", deve essere preso in considerazione la traduzione precisa della frase. Rosh Hashanà, enfatizza la Chassidut ripetutamente, non significa "l'inizio dell'Anno" piuttosto "il Capo dell'Anno". Ma di quale importanza è questa distinzione? Non è la parola "capo" una semplice metafora per il concetto dell'inizio?
Quando ci riferiamo a Rosh Hashanà quale "Capo dell'Anno" alludiamo ad un significato profondo della relazione di questo giorno al resto dell'anno. Così come la testa è la sede dell'organo più vitale del corpo umano, il cervello, senza il quale nessuna attività può evolversi, così anche Rosh Hashanà è il vero cervello dell'intero anno. Senza Rosh Hashanà non ci può essere nessun altro tempo.
Riflettendo ulteriormente, si possono vedere tre distinti livelli di relazione fra Rosh Hashanà ed il resto delI'anno. L'analogia fra "capo dell'anno" e la testa del corpo è accurata per tre livelli distinti di relazione che esistono fra la testa ed il corpo. Sono: a) La testa o cervello è l'organo "più alto" e più importante; b) Il cervello contiene`, in esso la forza di vita di tutti gli altri arti ed organi del corpo. c) Il cervello guida attivamente e coordina l'intera persona, ed è attivamente coinvolto nel funzionamento di ogni organo.
Lo stesso vale per il "capo" dell'anno - Rosh Hashanà - ed il suo nesso al "corpo" dell'anno. Rosh Hashanà è, prima di tutto, il giorno più sublime dell'anno, esaltato su tutti gli altri, che gode della stessa preminenza di cui la testa gode su tutte le altre parti del corpo umano. Rosh Hashanà è anche il giorno che contiene in sè tutti i giorni dell'anno: E' a Rosh Hashanà che viene determinata la qualità di questi. E' Rosh Hashanà la forza guida di tutti i giorni dell'anno, stando a dire che anche dopo che questi si schiudono dalla loro sorgente nel "capo" dell'anno, essi derivano continuamente vitalità dal giorno di Rosh Hashanà.
In termini pratici, le suddette tre dimensioni della correlazione fra Rosh Hashanà ed il resto dell'anno possono essere tradotte come segue: La relazione dell'ebreo con D-o per tutto il corso dell'anno è del compimento delle proprie specifiche responsabilità, cioè l'osservanza dei comandamenti della Torà. Di Rosh Hashanà, comunque il tema dominante non è il compimento delle Mitzvot, ma l'impegno con D-o, la totale accettazione della Sua sovranità. Rosh Hashanà è il giorno in cui coroniamo il Re, la cui cosa rappresenta una gran più sublime devozione a D-o che la devozione espressa attraverso l'anno nell'osservanza dei comandamenti specifici. La totale dedizione a D-o richiede le forze più profonde ed essenziali dell'anima. Non è cosi per l'impegno delle mitzvot specifiche che in genere coinvolgono le proprie facoltà periferiche. Questa assoluta devozione caratterizza l'aspetto di Rosh Hashanà come il giorno che è "testa e spalle" sul resto dell'anno, nei termini della natura sublime del proprio servizio a D-o.
Rosh Hashanà è anche uno dei "Dieci Giorni di Teshuvà (Pentimento, Ritorno) ". La Teshuvà che rettifica le mancanze, è analoga alla testa che comprende la vitalità di tutti gli organi del corpo. Teshuvà però, ovviamente più potente di ogni altra mitzvà è connessa alle mitzvot e rappresenta l'energia per facilitare la più perfetta conformità ad esse.
Ed infine, attraverso l'anno, si può spesso sentire che il proprio impegno con D-o ed i Suoi comandamenti è direttamente nutrito dalla propria ispirazione di Rosh Hashanà. Rosh Hashanà veramente continua ad emanare la sua influenza su ogni giorno dell'anno, così come il potere del cervello si trova presente in tutti gli arti ed organi del corpo.
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