La tradizione ebraica parla di due redentori, ognuno dei quali è chiamato Mashiach. Entrambi hanno una parte nell’avvento dell’era messianica; essi sono Mashiach ben Davìd e Mashiach ben Yosèf1.

Il termine Mashiach senza altri attributi si riferisce sempre al Mashiach ben Davìd (il Mashiach che discende da Davide), della tribù di Giuda. Egli è il vero e proprio redentore finale, che governerà durante l’era messianica. Tutto ciò che è stato detto finora in questo libro si riferisce a lui.

Il Mashiach ben Yosèf (il Mashiach discendente di Giuseppe) della tribù di Efraim (figlio di Giuseppe) viene anche chiamato Mashiach ben Efraim2. Egli viene per primo, precede il redentore finale e lo aiuta in qualità di viceré3.

Il ruolo essenziale del Mashiach ben Yosèf è di agire come precursore del Mashiach ben Davìd: egli preparerà il mondo per la venuta del redentore finale. Autori diversi gli attribuiscono funzioni diverse, alcune delle quali sono perfino quelle associate normalmente col Mashiach ben Davìd (quali il raduno dei dispersi, la ricostruzione del Tempio e così via)4.

La funzione principale e definitiva attribuita al Mashiach ben Yosèf è di natura politica e militare. Egli guiderà una guerra contro le forze del male che opprimono Israele, specialmente contro Edòm, i discendenti di Esaù5. Edòm è un termine che indica e accomuna tutti i nemici di Israele6, che verranno distrutti dalla progenie di Giuseppe. È una profezia dei tempi passati:

la casa di Giuseppe sarà come un fuoco e la casa di Esaù sarà come paglia (Abdia 1, 18); la progenie di Esaù verrà consegnata nelle mani della progenie di Giuseppe7.

Tale confronto finale tra Esaù e Giuseppe era già stato annunciato alla nascita di quest’ultimo dalle parole della madre Rachele, che esclamò: D-o ha tolto la mia vergogna (Genesi 30, 23). Con visione profetica aveva previsto che un “salvatore unto” sarebbe disceso da Giuseppe e avrebbe rimosso la vergogna di Israele8.

In tale contesto Rachele gli diede il nome di Yosèf, dicendo: Yosèf li Hashèm ben achèr (mi aggiunga D-o un altro figlio-ben achèr).

L’espressione ben achèr viene interpretata come ben acharòn shel ‘olàm, “uno che verrà alla fine del tempo del mondo”9, da cui si deduce che il meshù’ach milchamà (colui che è unto per la battaglia, cf nota 7) sarà un discendente di Yosèf10.

Il risultato immediato di questa guerra11 sarà disastroso: Mashiach ben Yosèf sarà ucciso. È quanto viene descritto dalla profezia di Zaccaria (12, 10)12, che a proposito della tragedia dice: lo piangeranno come si fa per un figlio unico. La sua morte sarà seguita da un periodo di grandi calamità: queste nuove tribolazioni saranno la prova finale per Israele, e subito dopo il Mashiach figlio di Davide arriverà vendicandone la morte, facendolo risorgere e inaugurando l’era della pace e della beatitudine eterna13.

Questa è in breve la descrizione generale del ruolo del Mashiach ben Yosèf, il discendente di Giuseppe attraverso la tribù di Efraim.

Rabbi Sa’adyà Gaon, uno dei pochi ad elaborare il ruolo del Mashiach ben Yosèf, fa notare che la sequenza descritta sopra non è definitiva ma contingente. Mashiach ben Yosèf non deve necessariamente apparire prima del Mashiach ben Davìd, né compiere le azioni suddette o morire. Tutto dipenderà dalle condizioni spirituali del popolo ebraico al tempo nel quale la redenzione avverrà.

La funzione essenziale del Mashiach ben Yosèf è di preparare Israele alla redenzione finale, metterlo nelle condizioni necessarie per aprire la strada attraverso la quale potrà giungere il Mashiach ben Davìd. A proposito della redenzione ultima, si dice che se Israele farà teshuvà, allora verrà immediatamente redento (perfino prima della data prestabilita per la venuta del Mashiach). Se invece non compirà la teshuvà, diventerà dipendente da tale data finale:

il Santo, benedetto Egli sia, li renderà soggetti al governo di un tiranno i cui decreti saranno crudeli come quelli di Haman, e così facendo Israele farà la teshuvà e tornerà sul giusto cammino (Talmud Sanhedrìn 97b).

In altre parole, se Israele ritornerà a D-o di propria scelta rendendosi così degno della redenzione, non ci sarà bisogno delle prove e delle tribolazioni descritte negli eventi associati al Mashiach ben Yosèf: Mashiach ben Davìd verrà direttamente e ci redimerà14.

Inoltre, anche se ci fosse bisogno della venuta del Mashiach ben Yosèf, le conseguenze non devono necessariamente essere così severe come quelle descritte in precedenza, ma possono essere mitigate dalle nostre preghiere e azioni meritevoli. Rabbi Yitzchàq Luria (Arì Zal) fa notare che il discendente di Giuseppe, il precursore del Mashiach finale, è in effetti il kissé Davìd (il trono di Davide, cioè del Mashiach). Quindi, quando preghiamo quotidianamente durante l’Amidà «ristabilisci velocemente il trono del tuo servo Davide», dovremmo riferirci al Mashiach ben Yosèf e pregare D-o affinché non debba morire durante le lotte premessianiche15.

Come tutte le preghiere, anche questa avrà i suoi effetti. Di conseguenza, è chiaro che tutto quanto si è detto a proposito della venuta del Mashiach ben Yosèf non è parte essenziale e inevitabile della redenzione messianica che stiamo attendendo. Lo stesso si può dire della guerra di Gog e Magog che, come gli altri eventi, potrebbe avvenire in modo ben diverso (o potrebbe essere già avvenuta)16.

Si spiegherebbe così come mai il Rambam non faccia il minimo accenno all figura del Mashiach ben Yosèf. Rabbi Sa’adyà Gaon17 e rabbi Hay Gaon18, come un buon numero di saggi, si riferiscono a lui sia in modo conciso che dilungandosi in particolari. Data la divergenza dei modi con i quali i midrashìm e le interpretazioni si riferiscono al Mashiach ben Yosèf, è praticamente impossibile presentare una sinossi succinta che vada oltre quanto già detto. Quindi, la cosa più saggia è citare rabbi Chasdai Crescas che afferma: «Non si può trarre nessuna conoscenza certa dall’interpretazione delle profezie riguardanti il Mashiach ben Yosèf, né dalle affermazioni fatte su di lui da alcuni gaonìm»; non è dunque utile elaborare ulteriormente il soggetto

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