L’uso di indossare maschere e travestirsi a Purìm deriva dall’episodio in cui Ya’akòv, nostro padre, indossò gli abiti di ‘Esàv per ricevere la benedizione che spettava al fratello. È come se noi dichiarassimo che, come Ya’akòv aveva solo le sembianze di ‘Esàv, ma dentro era rimasto sacro e puro, così anche ciò che appare di male del popolo di Israele è solo qualcosa di esteriore, ma dentro rimaniamo un popolo santo.
La tradizione dell’uso delle maschere trova la sua origine anche nel verso della Torà (Devarim 31): “E io sicuramente nasconderò il mio volto in quel giorno”, sul quale i rabbini commentano: “Quand’è che la Torà allude a Estèr? È scritto: ‘Io sicuramente nasconderò il mio volto...’: “hastèr”, nasconderò, e “Estèr” hanno una fonetica simile”. Da questo impariamo che nascondere il proprio volto è cosa giusta a Purìm, nel giorno di Estèr.
Un altro motivo: l’odio di ‘Amalèk per il popolo di Israele gli deriva da suo nonno ‘Esàv. Ya’akòv si mascherò con gli abiti di ‘Esàv quando si presentò a Yitzchàk per ricevere la sua benedizione, che al contrario ‘Esàv riteneva dovuta a lui. Oggi noi ci travestiamo per dimostrare che quel travestimento non fu un’azione scorretta, bensì un atto ispirato dalla Providenza divina: Ya’akòv e i suoi discendenti ricevettero giustamente l’eredità che ‘Esàv voleva.
Israèl e ‘Amalèk
Israèl e ‘Amalèk rappresentano i due estremi nella storia delle nazioni. Sono così lontani uno dall’altro ma, come capita a volte per gli estremi, sembrano così simili. È abitudine di ‘Esàv, e del suo discendente ‘Amalèk, di mascherarsi con abiti che non sono propriamente i loro; parlare dolcemente, far finta di essere giusti e corretti, mentre dentro di loro regnano il male, l’inganno e l’astuzia. Si trova scritto di ‘Esàv: “Poiché c’è cacciagione nella sua bocca”: la sua bocca e il suo cuore non sono uguali. Un atteggiamento che pare simile, ma che in realtà è del tutto opposto, si trova nei giusti di Israele. Davìd, re d’Israèl, che appare come un peccatore, in realtà eccelle in santità. E così fu con Ya’akòv, la cui giustizia era talmente nascosta agli occhi di tutti che anche suo padre Yitzchàk non fu capace di riconoscerlo; finché la madre Rivkà se ne rese conto e fece in modo che la benedizione fosse data a Ya’akòv, che la meritava veramente.
Tratto dal libro Sèfer Hatoda’à
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