Ma nishtanà halàyla hazé... "Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?”, i nostri figli ci chiedono durante il Sèder di Pèsach. E noi rispondiamo “perché siamo stati schiavi del Faraone in Egitto, e D-o ci ha liberati”.
Liberi? Siamo Liberi?
Può un uomo con un mutuo sentirsi libero? Può un uomo con una suocera sentirsi libero? Può un uomo che lavora sentirsi libero? Può un uomo che non lavora sentirsi libero?
Libertà! Esiste forse qualcosa di più desiderato ma più inafferrabile? C’è forse qualcosa di più necessario per la nostra anima, ma allo stesso tempo ancora così fuori dalla nostra portata? Come possiamo infatti raggiungere la libertà attraverso i quesiti, le preoccupazioni che gravano su di noi quotidianamente?
Ma guardiamo nostro figlio. Osserviamolo giocare, immergersi in un libro, dormire e sorridere ai propri sogni. Essendo certo che suo padre e sua madre lo proteggeranno e gli assicureranno tutti i suoi bisogni per tutta la vita, in questo modo, lui si sente libero. Libero di rivelare la propria essenza più intima, libero di crescere e migliorarsi, aperto alle gioie ed alle possibilità della vita.
Questo è il motivo per cui Pèsach, la festa della libertà, è principalmente la festa dei bambini. Perché sono i bambini che possono evocare in noi la coscienza del fatto che anche noi siamo bambini, figli di HaKadosh Baruch Hu, e siamo quindi eredi eterni della libertà. È il bambino che ci apre gli occhi sul significato più profondo di Pèsach: avendoci fatto uscire dall’Egitto per fare di noi il Suo popolo eletto, D-o ci ha liberati da qualsiasi schiavitù e sottomissione, per sempre.
Il bambino è il partecipante più importante del Sèder di Pèsach. L’intero Sèder è costruito sullo scopo di stupire il bambino, di stimolare la sua curiosità, di portarlo a chiederci: "Perché questa notte è diversa da tutte le altre notti?”
Nostro figlio ci chiede e noi gli rispondiamo. Ma allo stesso tempo, prende luogo anche un altro dialogo – un dialogo in cui noi domandiamo, e nostro figlio ci spiega.
Osserva bene tuo figlio, questo Pèsach. Fai attenzione a lui o a lei – entra nella sua mente, guarda la realtà dalla sua prospettiva. Poiché in che altro modo potremmo mai assaporare la libertà?
Di Yanki Tauber, per gentile concessione di Chabad.org, traduzione di Daniel Raccah
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