(Ciò che segue è un brevissimo riassunto. L’osservanza corretta del giorno di Tishà beAv include molti dettagli. In caso di dubbio si suggerisce di contattare il proprio rabbino, dato che la Halachà può cambiare a secondo della situazione).
L’ultimo pasto prima dell’inizio del digiuno si chiama “se’udà hamafseket”. Si usa mangiare solamente una pietanza, secondo alcune tradizioni solamente un uovo sodo intinto nella cenere.
Fino alla conclusione del digiuno ci si astiene dal mangiare, dal bere, dal lavarsi, dall’ungersi, dall’indossare scarpe di pelle e da rapporti e omportamenti di intimità. Fino a mezzo giorno dell’indomani ci si siede solo su sedie o divani bassi (come nel periodo di lutto). Lo studio della Torà è limitato solamente a concetti legati al lutto, alla distruzione del Tempio, e simile.
Dopo ‘Arvìt nei templi si legge la meghillà di Eichà (il libro della Lamentazioni).
L’indomani mattina, durante la Tefillà non si mettono i Tefillìn che si metteranno solamente nel pomeriggio a Minchà. Durante la Tefillà della mattina si legge il Sefer nel libro di Devarìm (4,25-40) in un brano che parla della distruzione di Israele. La Haftarà dei profeti è del libro di Geremia. A Minchà si legge il Sefer nel libro di Shemot in un brano che tratta del perdono ottenuto da Moshe per il popolo di Israel dopo l’episodio del vitello d’oro. La haftarà è dal libro di Isaia.
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