Isaia 1:1-1:27

La haftarà di questa settimana è la terza in una serie di tre haftaròt di afflizione che si leggono durante le Tre Settimane di lutto per Gerusalemme, nel periodo compreso tra i digiuni del 17 di Tammuz e il 9 di Av.

Il profeta Isaia trasmette la visione Divina che ha percepito agli Ebrei. Egli rimprovera gli abitandi di Yehudà e Gerusalemme per essersi ribellati contro il Sign-re e li critica per aver ripetuto e non abbandonato le loro vie errate, anche dopo essere stati redarguiti e puniti.

“Disgrazia a un popolo peccatore, un popolo carico d'iniquità, un seme misfatto, figliuoli corrotti! Hanno abbandonato l'Eterno, hanno abbandonazo D-o e provocato il Santo d'Israele”.

Il profeta usa parole molto dure, facendo un paragone tra i leader Ebrei ai governatori di Sodoma e Gomorra. D-o esprime la sua avversione verso i loro sacrifici e le offerte che includevano accenti pagani.

Isaia continua con parole più miti, incoraggiando il popolo a pentirsi sinceramente e di fare atti di giustizia e bontà verso I bisognosi, gli orfani e le vedove promettendo in cambio, il meglio della terra. “Se i vostri peccati saranno come scarlatto, essi diventeranno bianchi come la neve; se saranno rossi come la porpora, diventeranno come la lana”. La haftarà si conclude con una promessa che D-o eventualmente ripristinerà i giudici e le guide d’Israele quando “Tzion verrà redenta tramite giustizia, e i suoi penitenti tramite la rettitudine.

Nota: La prima parola della haftarà di questa settimana è “chazòn” che significa “visione” [di Isaia]. Pertanto, lo Shabbat prima di Tishà BeAv, quando si legge questa haftarà si chiama Shabbat Chazòn, il Shabbat della visione.

Secondo la tradizione Chassidica, questo Shabbat l’anima di ogni ebreo ha una visione del terzo Bet Hamikdash, il Tempio di Gerusalemme che verrà ricostruito con l’arrivo del Mashiach che avvenga presto nei nostri giorni amen.