Ai tempi dell’Alter Rebbe, un gruppo di chassidìm – devoti di una certa località furono gravemente oppressi dai locali mitnaghedìm – oppositori del chassidismo. Alcuni chassidìm furono perfino arrestati a causa delle calunnie e false accuse contro di loro. D-o però ebbe pietà di loro furono liberati. Si sedettero immediatamente a scrivere tutti assieme una lettera al Rebbe in cui gli comunicavano la buona notizia della liberazione.

Tra queste persone c’era anche un povero stagnaio di nome Shimon, mediocre in cultura e capacità di comprensione ma strettamente legato al Rebbe da profondo amore e devozione; lo sentivano spesso esclamare “Oh, Rebbe!”

Shimon si assunse la responsabilità di recapitare la lettera al Rebbe. Invece che spedirla per posta normale, decise di arruolare un messaggero privato affinché la lettera arrivasse al Rebbe nei tempi più rapidi possibili. Disse che avrebbe pagato le spese in più di tasca sua.

In quei tempi, ogni comunità Chabad aveva il suo proprio consiglio che dirigeva tutte le questioni chassidiche. I membri erano a perfetta conoscenza della situazione economica precaria di Shimon, di come a volte dovesse fare il pendolare di villaggio in villaggio per trovare qualche lavoro in più, del fatto che riusciva a malapena a mantenere la sua famiglia dando loro il minimo indispensabile e del fatto che sua moglie e I suoi figli fossero malati. Quando egli si offrì di coprire le spese di spedizione della lettera il consiglio rifiutò e gli disse di non farlo.

Rabbi Shimon però non accettò la loro decisione. Disse che la buona notizia della loro liberazione avrebbe dato al Rebbe sollievo e felicità e se avesse potuto giungere al Rebbe anche solo un’ora prima, ciò valeva per Shimon più di tutte le ricchezze del mondo.

In ogni comunità, il membro più anziano del consiglio era responsabile delle questioni di educazione e di guida generale e riferiva direttamente all’Alter Rebbe. Quando gli fu posta la questione di Shimon, ribatté al consiglio e approvò la decisione dello stagnaio. Alla fine, il rapporto di ciò che Shimon aveva fatto giunse a conoscenza del Maharil (Rabbi Yehuda Leb, fratello dell’Alter Rebbe e grande tzaddìk di suo), che era stato nominato dal Rebbe come supervisore delle questioni comunitarie di Tzedakà di Chabad.

Dopo qualche tempo, uno dei chassidìm leader, Rabbi Yaakov di Semillian, arrivò nella città come emissario del Rebbe. Era stato inviato in tutte le comunità chassidiche di quell’area della Russia per raccogliere fondi per il fondo di Rabbi Meir Baal Haness (per mantenere gli ebrei in Terra Santa).

Di fronte allo sgomento generale dei chassidìm che si erano radunati per accogliere Rabbi Yaakov, questi consegnò a Shimon una lettera scritta dall’Alter Rebbe in prima persona. Il Rebbe ringraziava Shimon per essersi occupato di affidare a un messaggero il recapito della buona notizia in tempi rapidi e concludeva benedicendo Shimon che l’Onnipotente lo rendesse sempre foriero di buone notizie.

Non molto tempo dopo, la situazione di Shimon cominciò a migliorare. Le condizioni di salute di sua moglie e dei suoi figli cessarono di destare preoccupazione ed egli cominciò a prosperare. La benedizione del Rebbe si era realizzata. Siccome Shimon lo stagnaio si era adoperato per rendere felice un altro ebreo, e in particolar modo un grande tzaddìk e con suo personale sacrificio, meritò di essere foriero di buone notizie, che riguardavano lui, la sua famiglia, e i fratelli chassidìm della sua città.

Traduzione di Deborah Klagsbald