Domanda: Caro Rav, recentemente a una riunione del gruppo donne della nostra sinagoga è stata posta la domanda se dare doni di cibo di Purìm, mishloach manòt, è inteso solo per i poveri e che forse il metodo moderno di darli non porta beneficio ad alcuno. È così?
Risposta: L’occuparsi dei meno abbienti è un aspetto importante di ogni festività ebraica, ed ogni giorno dell’anno, di Purìm tanto di più. Tuttavia l’idea (non mi piace ma non so quale parola usare, fai tu) di mishloach manòt è di dare doni a tutti, ricchi e poveri ugualmente.
Nel nono capitolo del Libro di Ester si legge come venne stabilita la festività di Purìm:
E Mordekhài scrisse questi avvenimenti e mandò lettere a tutti gli ebrei … stabilendo per loro di festeggiare ogni anno il giorno quattordici del mese di adàr e il giorno quindici dello stesso mese. Come i giorni in cui gli ebrei avevano trovato sollievo dai loro nemici… per far di quei giorni, giorni di banchetto e di gioia, di scambio di cibo gli uni con gli altri e di regali per i poveri1 .
Queste ultime tre parole descrivono tre diverse osservanze di Purìm: ovvero di festeggiare con un banchetto, di inviare mishloach manòt (mishloach significa ‘l’invio di’ e manòt significa ‘porzioni’) e di dare soldi ai poveri2 . La mitzvà di mishloach manòt si compie inviando un minimo di due tipi diversi di cibi pronti a mangiare ad almeno un individuo. La mitzvà di dare doni ai poveri richiede che diamo un dono di valore monetario ad almeno due persone bisognose durante le ore diurne di Purìm.
Tornando alla tua domanda, che tipo di osservanza è una che dà doni a persone che non ne hanno davvero bisogno?
Una spiegazione è che questo è un modo per assicurarsi che tutti hanno qualcosa da mangiare per il pasto di Purìm3
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