Se penserete: “Che cosa mangeremo nel settimo anno, una volta che non semineremo né raccoglieremo il nostro prodotto?” (Vayiqra 25, 20).
Una tra le ragioni che non permettono di cogliere tutti i significati profondi e gli insegnamenti contenuti nella Torà è spesso la mancanza di un’analisi meticolosa. Importantissimi messaggi possono andare perduti, se il testo sacro viene letto superficialmente. Conviene riflettere un po’ più approfonditamente, quindi, sul significato del versetto citato. Normalmente il raccolto di ogni anno fornisce le provviste per l’anno seguente. Se è così il popolo di Israel non avrebbe forse dovuto dire: “Che cosa mangeremo nell’ottavo anno?”. Il settimo certo non avrebbe costituito un problema, poiché in ogni caso ci si sarebbe serviti del raccolto realizzato nell’anno precedente.
C’è una differenza tra ansia e timore. Il timore è un’emozione provata di fronte a un reale pericolo. L’ansia è un’emozione patologica, perché una persona in preda a tale sentimento non ha di fronte a sé nulla di reale che lo provochi. L’ansia è di due tipi. Il primo si presenta come indotto da uno squilibrio chimico nel corpo e può non avere cause di origine principalmente fisiologica. Si può manifestare come periodici attacchi di panico e richiede un trattamento medico. Un secondo tipo di ansia, dovuto principalmente a fattori psicologici, induce a paventare situazioni che devono ancora verificarsi ed è causa di uno stato di insicurezza. Questo secondo tipo può trovare la cura nella fede in D-o. Chi ha fede nel Signore non ha alcuna remora nell’osservare la mitzva della Shemittà, vivendo con la salda la certezza che non potrà ricevere alcun danno dalla pratica delle mitzvot. Colui che si allontana dalla fede, invece, può essere facile preda dell’insicurezza non solo in merito a ciò che gli accadrà nel futuro, ma anche nel presente, quindi domanderà non solo che cosa mangerà nell’ottavo anno, ma anche nel settimo sebbene abbia già riposto le scorte necessarie a tal fine, frutto del raccolto del sesto anno. Ci sono persone che vivono felici di ciò che hanno, trascorrendo la vita in tranquillità, mentre altre soffrono di continue ansie, si tormentano non trovando mai pace. Di colui che teme D-o e osserva i suoi comandi con fede è detto: Non avrà da temere notizie cattive, il suo cuore è saldo, fiducioso in D-o. Il suo cuore è sicuro, non temerà, vedrà la rovina dei suoi oppressori (Tehillim 112, 7-8).
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