Domanda: Il Muro Occidentale è una delle quattro mura che circondavano il Monte del Tempio. Come mai è considerato più speciale degli altri tre, visto che anch’essi sono visibili?
Risposta:
Effettivamente, il muro Occidentale (a volte chiamato Muro del Pianto o Kòtel), è l’unico muro esistente del Monte del Tempio. Gran parte della struttura che si vede al giorno d’oggi è stata ricostruita durante i 2000 anni da quando il Tempio è stato distrutto.
Non ci sono quasi resti antichi del muro a nord, nemmeno del muro a sud e rimane qualcosa del muro orientale. Tuttavia, nessuna di queste mura confinava con il territorio sacro del Tempio. Il muro a sud era più a nord di quello attuale, che è stato costruito da Erode e aveva delineata una zona annessa vicino al territorio del sacro del Tempio. Pertanto, il Kòtel è l’unico muro santo che rimane.
Come ha fatto a mantenersi fino ai nostri giorni? Il Midràsh racconta una storia affascinante:
Quando Vespasiano conquistò Gerusalemme, egli diede il compito di distruggere le quattro fortificazioni del Tempio a quattro generali. Il muro occidentale fu assegnato a Pangar d’Arabia. Era stato decretato dal Cielo che questo muro non sarebbe mai stato distrutto, poiché la Shechinà, la Presenza Divina, risiede a ovest.
Gli altri distrussero le loro sezioni ma Pangar non distrusse la sua. Vespasiano lo mandò a chiamare e chiese, “Come mai non hai distrutto la tua sezione?” egli rispose, “Ho fatto così per l’onore del regno. Poiché se l’avessi distrutto nessuno (in futuro) avrebbe saputo cosa hai distrutto. Tuttavia quando le persone guarderanno [il muro rimasto] esclameranno, ‘dal grande palazzo che ha distrutto, puoi vedere la potenza di Vespasiano’!’”
Vespasiano gli disse: “Basta! Hai detto bene. Tuttavia, siccome hai disobbedito al mio comando, salirai sul tetto e ti butterai giù. Se vivrai, vivrai e se morrai, morrai”. Pangar salì, si gettò e morì.
Cosa significa
Nel libro Shir Hashirìm, il Canto dei Cantici (2:9) leggiamo, “Ecco, Egli sta dietro al nostro muro, guarda dalle finestre, sbircia dai reticoli”. Il Midràsh (Shir Hashirìm Rabbà 2:26; Bamidbar Rabbà 11:2.) spiega che ciò si riferisce al Kòtel. “Perché è così? Perché il Santo, Benedetto Egli Sia, ha fatto un giuramento che esso non sarebbe mai stato distrutto”.
Lo Zòhar dice (II:5b), basandosi su questo verso: “La Presenza Divina non ha mai lasciato il Muro Occidentale del Tempio”. Ciò è visto come un segno della promessa di D-o al Re Salomone quando il Tempio fu costruito che “i Miei occhi e il Mio cuore saranno lì sempre” (I Re 9:3 and II Cronache 7:16).
Lo Zòhar (II:116a) spiega che a questo concetto si allude nella parola kòtel, che può essere divisa in due parole: ko e tel. La parola “ko” ha il valore numerico di 26, lo stesso valore del Tetragramma. E la parola “tel” significa “colle” o “montagna”. Pertanto, il nome stesso del Kòtel allude al fatto che la Presenza Divina si trova ancora sul Monte del Tempio.
Muro occidentale di cosa?
Secondo alcuni il Muro Occidentale attuale è parte del Tempio stesso. Tuttavia, l’opinione maggioritaria sostiene che il Muro Occidentale è parte del muro di supporto che circondava il Monte del Tempio. Infatti, se si esaminano le dimensioni del Muro, i conti tornano. Se il Kòtel è effettivamente un muro di supporto per il Monte del Tempio, questo spiegherebbe un insegnamento trovato nel Midràsh Tehillìm che dice “nonostante [il Monte del Tempio] sia [ora] un monte spoglio, esso rimane nella sua santità” e poi continua dicendo che “la Presenza Divina non ha mai lasciato il Muro Occidentale”. Perché il Monte del Tempio è menzionato come “un monte spoglio” se il Muro non è mai stato distrutto? Perché il Muro non è sul monte, bensì un muro di supporto del monte. (C’è un dibattito acceso se il muro stesso abbia lo stesso livello di santità del monte. L’implicazione halachica di questo dibattito è se una persona possa o no mettere le sue mani nelle crepe del muro se è in uno stato di impurità.)
Muro di Santità
Nonostante l’intenzione dei nemici d’Israele nel lasciare il muro intatto fosse di mostrare la gloria di Roma e la sottomissione del popolo ebraico, accadde il contrario. Infatti l’Antica Roma è da tempo sepolta nei meandri della storia mentre il Kòtel è tutt’ora un faro di speranza indicando la promessa eterna di D-o che i Suoi figli alla fine torneranno nella terra e che il Tempio verrà ricostruito.
Rav Yehuda Shurpin, Chabad.org
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