Domanda: Una mia amica ha recentemente comprato un filo rosso che indossa come braccialetto per tenere lontano l’ayin harà (il malocchio). Esiste una fonte nell’ebraismo per questo uso? Dovrei indossarne uno anch’io?

Risposta: Ci sono fonti ebraiche riguardo al concetto di “ayin harà”, tuttavia che io sappia non esistono fonti (kabbalistiche o altre) secondo cui indossare un filo rosso è un modo per allontanare il malocchio.

Il Colore Rosso

Rav Chaim Elazar Spira di Munkács, noto come il Minchat Elazàr (nato nel 1868) riporta l’uso di portare un pezzo di stoffa rosso o un oggetto simile, sempre rosso, per allontanare l’ayin harà. Egli spiega che i vari colori rappresentano ognuno un attributo Divino diverso, e che il rosso rappresenta la ghevurà, severità e giudizio, che a volte è collegata ad energia spirituale negativa. Pertanto, tenendo un oggetto rosso si può sopraffare l’ayin harà sconfiggendo il male con il male. Nota che il rav non menziona braccialetti né fili, e c’è un buon motivo per questo.

Esistono alcuni usi superstiziosi che, pur non essendo proprio idolatria, sono comunque proibiti a causa delle loro origini pagane. Questi sono indicati come i darkè Amorì (le vie degli Amorei). In una lista di usi di questo tipo, scritta nel Tosefta, è scritto proprio: “Legare un filo rosso al proprio dito”. Ciò comporta il fatto che portare un filo rosso rientra nella categoria di usi pagani proibiti.

Alcuni spiegano che nonostante questa Tosefta, il filo rosso non è una trasgressione di darkè Amorì, mentre altri sostengono che è effettivamente problematico. C’è chi dice che fu chiesta al Rebbe di Lubavitch, Rabbi Menachem Mendel Schneerson, la sua opinione al riguardo; inizialmente esitò a rispondere, ma poi consigliò di non usarli proprio per i darkè Amorì.

Rosso o blu?

In quanto ai colori che possono allontanare il malocchio, direi che il blu, e in particolare il techèlet, l’indaco, è una scelta migliore del rosso. Infatti è scritto nello Zòhar che se qualcuno ti guarda con occhio cattivo, devi guardare qualcosa dal colore techelet e il malocchio non avrà nessun potere su di te. Ciò potrebbe essere collegato all’insegnamento Talmudico per cui il techelet assomiglia al mare, che riflette il cielo e a sua volta ricorda il trono di D-o.

Il vero rimedio

Parlando di rimedi spirituali o amuleti, anche quelli che hanno una fonte autentica, il Rebbe raccomandava cautela, spiegando che non tutte le persone e le situazioni sono uguali. Siccome questi amuleti vanno fatti con una competenza e conoscenza specifiche, è improbabile che anche quelli legittimi siano realmente efficaci.

Per quanto riguarda incantatori e divinatori, la Torà ci impone di essere “sincero con il Sign-re tuo D-o”. In definitiva, il rimedio migliore è rapportarsi a D-o meditando sulla Sua grandezza, studiare la Sua Torà e fare più mitzvòt. Non c’è motivo di temere il malocchio o di cercare altri metodi di protezione.

Rav Yehuda Shurpin