Domanda:

L’altro giorno, la mia famiglia e io abbiamo conosciuto un rabbino ortodosso e sua moglie, il rabbino ha dato la mano a me ma non a mia moglie, e sua moglie ha dato la mano a mia moglie ma non a me. Qual è il problema riguardo a uomini e donne che si danno la mano? Dopotutto una stretta di mano non è solo una stretta di mano?

Risposta: È talmente comune che non ci pensiamo due volte, una stretta di mano veloce per salutare, per chiudere un accordo o per offrire congratulazioni. Che cosa dice l’ebraismo al riguardo? Una semplice stretta di mano può essere problematica?

Quando la Torà elenca i rapporti intimi proibiti, non dice semplicemente “non farlo” bensì essa ci comanda “non avvicinarti” a fare queste azioni. “Avvicinarsi” significa qualsiasi tipo di contatto fisico che potrebbe portare a una trasgressione. I saggi del Talmùd paragonano ciò a un nazireo al quale non è permesso bere vino né mangiare uva, e per precauzione non può neppure entrare in un vigneto.

In pratica questo vuole escludere qualsiasi contatto tra donne e uomini che esprima affetto, tranne quello con il proprio coniuge e i parenti più prossimi (genitori, nonni, figli e nipoti).

Ci sono diverse opinioni riguardo al contatto che non esprime affetto. Alcune autorità halachiche permettono questo tipo di contatto mentre altre sono dell’opinione che qualsiasi tipo di contatto fisico tra uomini e donne vada evitato (chiaramente questo non include professionisti come i medici poiché si presume che siano concentrati nel loro lavoro).

È facile capire perché rapporti intimi tra uomini e donne che non sono parenti siano problematici, ma una stretta di mano? Non è semplicemente un modo cortese di salutare?

O forse no?

Una stretta di mano ferma, una stretta di mano floscia, una mano stretta per un momento prolungato... questo gesto apparentemente innocente può comunicare diversi messaggi. Una stretta di mano è una stretta di mano fin quando non diventa qualcosa di più. C’è un confine sottile tra un contatto superficiale (casuale) e un contatto sensuale, e un’interazione può facilmente scivolare da una categoria all’altra. Pertanto rispettiamo la privacy e la dignità dell’altro e la nostra, mantenendo dei limiti precisi.

Come sempre, c’è un significato più profondo. Ciò che è prezioso va protetto. L’ebraismo vede il contatto fisico tra uomini e donne come una cosa sacra, colma di significato, affetto e intimità; pertanto proteggiamo il potere del contatto tra un uomo e una donna serbandolo per coloro che sono più vicini a noi. Potremmo pensare che una stretta di mano sia insignificante ma la Torà ci insegna un livello di sensibilità che dovremmo avere. Avere un contatto fisico con la persona giusta è un’esperienza forte.

D’altro canto, la Torà ci dice anche di trattare gli altri con rispetto e di stare molto attenti a non mettere nessuno in imbarazzo. Vivendo in una cultura dove la stretta di mano è un modo comune di salutarsi, si potrebbe temere di causare imbarazzo a qualcuno se non si stringe una mano tesa.

Ci sono diversi modi di affrontare questo dilemma, e c’è chi si prepara in anticipo facendo in modo di tenere una bevanda in mano, un fascicolo o altro. Altri preferiscono l’approccio diretto. Nelle mie interazioni ho optato per un sorriso caloroso, il contatto visivo e una breve spiegazione: “Non stringo la mano agli uomini per motivi religiosi, mi ha fatto molto piacere conoscerti!” Le persone che ho conosciuto hanno rispettato questa mia osservanza con comprensione.

Quando rispettiamo le nostre convinzioni ed evitiamo di dare la mano a persone dell’altro sesso mostriamo rispetto: rispetto per lo spazio personale dell’altro e rispetto per la santità del matrimonio. Quando saluto un uomo, non gli stringo la mano ma gli mostro in maniera inequivocabile rispetto e considerazione.

Rochel Chein, Chabad.org