È vero che le cavallette (locuste) secondo alcuni usi sono kashèr?
Risposta: La Torà proibisce di mangiare la maggior parte degli insetti, definendolo addirittura “un abominio”. Tuttavia, alcuni tipi di cavallette e locuste sono permesse, ma, ad eccezione di poche comunità specifiche, gli ebrei non mangiano cavallette, e di seguito ne esaminiamo il motivo.
I segni di una cavalletta kashèr
La Torà enumera diversi segni per capire quali specie sono permesse (Levitico 11:21-22), e la Mishnà li riassume così:
“...Tra le locuste: tutte quelle che hanno quattro zampe, quattro ali, zampe saltatorie e ali che coprono la maggior parte del corpo, sono kashèr. Rabbi Yose dice: [Oltre ai segni] il suo nome deve essere chagav [locusta]” (Mishnà, Chulìn 3:7). In altre parole, anche se una specie di locuste ha tutti questi segni, è necessario che sia stato tramandato per tradizione che quella locusta si chiama chagav. Come è scritto nel Talmùd, ci sono 800 varietà di cavallette e locuste non kashèr e ce ne sono solo otto che sono kashèr. Siccome è quasi impossibile verificare quali tipi sono kashèr, non mangiamo nessun tipo di cavalletta (vedi Rashì su Levitico 11:21). La questione però è più complessa.
Comunità che mangiano cavallette
Alcune comunità ebraiche Marocchine e Yemenite hanno una tradizione secondo la quale alcune specie precise sono kashèr. La specie maggiormente accettata dalle autorità halachiche competenti è la locusta del deserto, schistocerca gregaria. Queste locuste sono un pericolo per la coltura perché sciamano e possono volare in fretta coprendo grandi distanze. Alcuni spiegano che la Torà ha permesso la consumazione di questa specie perché, anche se mangiano tutto il raccolto, alla fine resterebbero pur sempre le cavallette stesse da poter mangiare. Secondo alcune spiegazioni, una delle caratteristiche delle cavallette kashèr è che alcune volte sciamano.
Tuttavia, nonostante alcuni abbiano una tradizione riguardo all’identità delle specie kashèr di locuste, la maggior parte non le mangia per diversi motivi.
Il divieto di mangiare locuste di Rav Chaim ibn Attar (l’Or Hachaim)
Rav Chaim ibn Attar (1696–1743), nacque in Marocco e visse lì per gran parte della sua vita fino a quando emigrò a Gerusalemme, dove spirò. Egli visse in un posto dove alcuni ebrei mangiavano cavallette, e ciononostante vietò di mangiarle per diversi motivi, uno dei quali ha a che fare con i segni che identificano le specie kashèr.
Uno dei segni è che la cavalletta deve avere “zampe saltatorie”, kartzulaim in ebraico. Nel suo commento, l’Or Hachaìm segue l’approccio di Rav Shlomo Yitzchaki (noto come Rashì), per il quale “in alto sul corpo della creatura, vicino al suo collo, essa ha due estensioni simili a zampe, oltre alle sue quattro zampe. Quando desidera volare o saltellare dalla terra, essa si appoggia con forza su di queste e poi vola”.
Tuttavia, egli dice, nelle cavallette e le locuste comuni tra cui anche quelle che alcuni usavano mangiare, le zampe saltatorie erano sotto le quattro zampe usate per camminare, verso la parte di dietro dell’insetto. In base a questo e ad altri motivi, egli conclude che l’uso locale di mangiare questa specie di locuste era un errore, e che è necessario evitare di mangiare qualsiasi cavalletta o locusta per via della difficoltà di identificare con precisione le specie kashèr tra le numerose non kashèr.
L’Or Hachaìm scrive inoltre che le comunità nella sua zona erano invase dalle locuste che devastavano i raccolti ogni due o tre anni, ma nei vent’anni da quando i locali seguirono il suo divieto, non successe più (Pri Toar, Yore Dea 85:1 e Or Hachaìm su Levitico 11:21).
Coloro che continuano la tradizione di mangiare alcuni tipi di locuste spiegano che kartzulaim sono delle piccole estensioni simili a dei piedi alla fine delle zampe saltatorie, caratteristiche presenti nella locusta del deserto.
Nonostante alcune comunità abbiano questa tradizione, la maggior parte evita di mangiare qualsiasi spiece per i motivi suddetti e per mancanza di una tradizione precisa, come pure per il divieto di Rav Chaim ibn Attar. Secondo la maggior parte delle opinioni, a meno che la propria famiglia appartenga a una comunità che ha una tradizione chiara di mangiare queste locuste, si deve evitare di mangiarle (Taz sullo Shulchan Aruch Yoreh Deah 85:1).
Di Yehuda Shurpin, Chabad.org
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