Botta: Quando mio nonno vedeva persone bisognose, dava loro sempre una moneta, e mi insegnò che è sempre meglio dare prima che qualcuno chieda di ricevere. Solo ora mi rendo conto che molti detti del nonno sono basati su insegnamenti ebraici. Esiste una fonte riguardo al dare senza che ci venga chiesto?
Risposta:Tuo nonno era un mistico, anche se non sapeva di esserlo!
Dare tzedakà è sempre un’azione meritoria, ma in effetti c’è un vantaggio ulteriore nel darla di propria volontà, senza che ci venga chiesto.
Il motivo ovvio è perché questo minimizza l’imbarazzo e il disagio di colui che riceve, ed è di grande aiuto per coloro che hanno bisogno, ma si vergognano a chiedere.
C’è anche un beneficio spirituale. Quando il donatore fa la donazione di sua iniziativa, quest’azione risveglia più bontà Divina di quanto venga risvegliata quando si risponde a una richesta di donare. Questa è una lezione che impariamo dal fatto che, quando diamo tzedakà, viene ricreato il nome di D-o, il nome che indica bontà Divina, Yud-He-Vav He: la moneta che dai, è simile alla lettera yud (י); le cinque dita della tua mano rappresentano la he, (ה) la quinta lettera dell’Alef Bet; il braccio teso, pronto a dare, è simile alla vav (ו) e le cinque dita della mano che riceve, rappresentano la he finale del Nome(ה).
Il nome di D-o è molto potente, tanto che proprio tramite queste lettere tutte le benedizioni divine fluiscono in questo mondo. Per cui, quando diamo tzedakà, è come se pronunciassimo queste lettere, invitando la luce di D-o a entrare nelle nostre vite.
Per sillabare il nome di D-o correttamente, devi essere tu a iniziare il processo di dare, perché se aspetti che una persona bisognosa ti tenda la mano, vengono certamente generate benedizioni, ma le lettere del Nome sono disordinate e la bontà divina corrispondente è rinviata.
Questo è il motivo per cui tuo nonno non aspettava che una persona bisognosa venisse da lui: una persona che dà di sua iniziativa riceve il nome di D-o subito. Quando dai doni non sollecitati, ricevi benedizioni non sollecitate dall’alto, ben più di quanto potresti chiedere.
Fonte: Baal Shem Tov al HaRorà, Reè 8
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