La nozione che esistano settanta lingue si trova in diversi passi del Talmùd e del Midrash.
Ad esempio nel Talmùd è scritto che quando D-o diede la Torà al monte Sinai, le Sue parole furono dette in 70 lingue, e Moshè tradusse la Torà in 70 lingue prima della sua dipartita.
Il fatto che le lingue siano 70 si deduce dalla Torà stessa; infatti, dopo l’elenco dei discendenti di Noach, la Torà descrive il noto episodio della Torre di Babele:
“Ora l’intera terra era di una lingua e parole uniformi... Ed essi dissero: ‘Venite, costruiamo per noi una città e una torre con la sua cima nei cieli... E il Sign-re disse: ‘Ecco [essi sono] un popolo e hanno tutti una lingua...Venite, scenderemo e faremo confondere le loro lingue cosicché uno non capirà la lingua del suo compagno’. E il Sign-re li sparse sulla terra ed essi smisero di costruire la città” (Genesi 11:1-8).
È interessante notare, come abbiamo detto, che questi versi appaiono subito dopo l’elenco dei 70 discendenti di Noach: da ciò possiamo dedurre che l’intento della Torà è di dirci che ognuno dei 70 discendenti di Noach ha a sua volta generato un clan, e ognuno parlava una lingua diversa.
Nel Talmùd di Gerusalemme è riportata una discussione tra Rabbi Elazar e Rabbi Yochanan rigaurdo alla costruzione della torre. Uno dice che quella generazione [già] parlava in 70 lingue mentre l’altro dice che parlavano nella lingua dell’Uno del Mondo [D-o].
Che significato ha l’opinione secondo la quale già parlavano 70 lingue? Non è forse scritto nella Torà che ne parlavano una?
Ebbene, i commenti spiegano che c’era una lingua comune che tutti parlavano per capirsi, ma ogni popolo aveva effettivamente una sua lingua. Dopotutto è scritto: “…Alle loro famiglie e i loro linguaggi” (Genesi 10:20-31), indicando che avevano già lingue diverse prima della dispersione.
Quando si unirono per costruire la torre alta, essi misero da parte le lingue distinte e parlarono la lingua comune, ossia la Lingua Sacra (l’ebraico). Tuttavia D-o fece sì che la dimenticassero, e dopodiché non potevano più capirsi.
La maggior parte dei commenti spiega che le parole “l’intera terra era di una lingua” vanno interpretate letteralmente, e le parole “alle loro famiglie e i loro linguaggi” parlano di ciò che è avvenuto dopo la disperione dei 70 popoli.
Che cosa è successo alle 70 lingue?
È scritto chiaramente nel Talmùd che non tutte le lingue sono parte delle 70 lingue originali. Col tempo sono emerse nuove lingue dall’aggregazione di parole prese da altre lingue e da nuove parole (vedi ad esempio il Talmùd Avodà Zarà 10a, dove viene menzionato il Latino).
Negli anni, molte persone hanno cercato di identificare le lingue e le culture specifiche con quelle menzionate nel Libro della Genesi.
L’esempio più noto è forse quello di Ashkenaz, un discendente di Yefet che si associò alla popolazione gentile che abitava sul fiume Reno, in Germania e nel Sud della Francia. Alla fine questo nome venne associato agli Ebrei che abitavano in quella terra, e loro e i loro discendenti sono noti come Ashkenazìm.
La maggior parte delle nazioni si sono ormai mescolate tra loro, in gran parte per via dell’impero Assiro che trasferiva il popolo del Paese conquistato in un altro Paese per limitare le possibilità di ribellioni.
Concludiamo pregando affinché arrivi il giorno in cui D-o “convertirà le genti a una lingua pura che tutti loro chiamano nel nome del Sign-re per servirLo all’unisono” (Zecharia 3:9).
Che questo avvenga oggi.
Rav Yehuda Shurpin, Chabad.org
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