Vi sono determinate vie attraverso le quali si può affrettare la redenzione messianica, facendola giungere prima della sua data finale. Generalmente parlando queste vie comportano l’osservanza di mitzvòt particolari, che costituiscono la somma dei principi della Torà.

Mitzvòt Particolari

La teshuvà (pentimento, ritorno) è la prima e più importante di tali mitzvòt.

Quando ritornerete a D-o, il vostro D-o, e ascolterete la sua voce, D-o, il vostro D-o farà ritornare i vostri prigionieri e avrà compassione di voi. Egli vi ristorerà e vi radunerà fra tutte le nazioni nelle quali D-o, il vostro D-o, vi aveva disperso (Devarìm 30, 2).

La teshuvà è in grado di portare una redenzione immediata: oggi, se ascolterete la sua voce (Salmi 95, 7)1.

Guardia (D-o), cosa ne sarà della notte [dell’esilio]? Disse la Guardia: il mattino [la redenzione]è arrivato, come pure la notte [la retribuzione dei pagani e di coloro che hanno oppresso Israele]; se vuoi chiedere qualcosa, fallo. Ritorna e vieni! (Isaia 21, 11-12).

D-o dice di essere pronto, anzi impaziente, di far risplendere il mattino su di noi. Alla domanda posta da Israele «Quando?» la risposta divina è «Quando lo vogliate». Egli lo vuole! Se volete fare vostra la richiesta di affrettare la fine, chiedetelo pure. Cos’è dunque che ritarda la redenzione? La mancanza di teshuvà: dunque «ritorna e vieni»2.

La teshuvà, il principio generale della sottomissione a D-o e alla sua volontà, è così il mezzo più diretto per favorire la venuta del Mashiach3. Non richiede nessuna azione o impresa straordinaria, semplicemente un sincero pentimento per i propri errori e la determinazione di migliorare il proprio comportamento4.

Lo Shabbàt: se Israele osservasse come si deve un solo Shabbàt, il Mashiach verrebbe immediatamente5.

Sebbene abbia posto un limite alla galùt [esilio], cosicché la sua fine arriverà a prescindere dall’adempimento della teshuvà, il discendente di Davide verrà se essi osserveranno un solo Shabbàt, poiché lo Shabbàt equivale a tutti i precetti (Shemòt Rabbà 25, 12).

Lo studio della Torà: equivale a tutte [le mitzvòt] (Mishnà Peà 1, 1).

Per merito della Torà essi ritorneranno in Terra Santa e si raduneranno dal loro esilio6. Israele verrà redento grazie al merito di dieci persone sedute insieme, ognuna delle quali studia con le altre7.

In questo contesto ha un rilievo particolare lo studio dell’essenza della Torà, la sua dimensione mistica, nel cui merito proclamare la libertà in tutta la terra (Levitico 25, 10)8.

La tzedaqà (giustizia, beneficenza) equivale a tutti i precetti9. La compassione che dimostriamo verso il povero e il reietto risveglia un’analoga compassione da parte del Cielo nei nostri confronti, che affretta così la venuta dell’erede di Davide e del giorno della nostra redenzione10.

Siòn verrà redento tramite la giustizia e i suoi rimpatriati tramite la tzedaqà (Isaia 1, 27).

Osservate la giustizia e fate la tzedaqà, poiché la mia salvezza sta per arrivare e la mia tzedaqà sta per venire rivelata (Isaia 56, 1)11.

Altri precetti che hanno qualità particolari per avvicinare la redenzione sono: la procreazione (Genesi 1, 28)12, la raccolta delle quattro specie di Sukkòt (Levitico 23, 40)13 e l’allontanamento dell’uccello madre (Devarìm 22, 6-7)14.

L’Unità di Israele

Prima di lasciare questo mondo, Ya’aqòv si rivolse ai suoi figli dicendo: Radunatevi e vi dirò ciò che avverrà alla fine dei tempi, radunatevi e ascoltate (Genesi 49, 1-2). Con queste parole egli li metteva in guardia dal cadere in dissensi fraterni15. Inoltre disse:

Sebbene non sia noto quando verrà il Giorno del Giudizio, io vi dico che quando vi unirete insieme sarete redenti, poiché è scritto: Io sicuramente radunerò Ya’aqov, tutti voi [cioè tutti voi uniti; e allora immediatamente] il loro Re gli passerà davanti, e D-o sarà alla loro testa (Michà 2, 12-13)16.

L’unità d’Israele, l’unione del popolo in una sola entità, è la preparazione e la condizione per la redenzione suprema17.

Al presente siete nell’oscurità ma il Santo, benedetto Egli sia, in futuro vi farà da luce eterna, com’è scritto: D-o sarà per voi una luce eterna (Isaia 60, 19).

Quando avverrà? Quando tutti voi sarete un gruppo unito, così com’è scritto:

In quei giorni e in quel tempo, dice D-o, i figli di Israele verranno, insieme ai figli di Yehudà... (Geremia 50, 4).

In quei giorni la casa di Yehudà camminerà con la casa di Israele, ed essi verranno insieme dalla terra del nord alla terra che ho dato loro e ai loro padri come eredità perenne (Geremia 3, 18).

Quando saranno riuniti, essi contempleranno il volto della Shekhinà18.

L’unità interna, l’Ahavàt Israel (l’amore verso tutti i membri di Israele), la pace e l’armonia sono la migliore salvaguardia contro le punizioni causate dai peggiori peccati19, ma quando il loro cuore è diviso, essi dovranno sopportare la propria colpa (Osea 10, 2)20.

Nonostante l’idilliaca osservanza rituale nei giorni del secondo Tempio, il dissenso, l’odio gratuito e la divisione furono la causa della sua distruzione e dell’esilio presente21. La rettificazione di tali condizioni porterà alla ricostruzione del Tempio e alla redenzione messianica22.

Un’altra mitzvà in grado di affrettare l’arrivo della redenzione, di significato fondamentale in quanto è al centro stesso della dottrina messianica, è la fede nella venuta del Mashiach e la sua attesa.