Il porsi delle domande è uno dei passatempi ebraici preferiti. Anche la nostra maggiore fonte di sapienza ebraica, il Talmud, è pieno di domande.

Se porsi delle domande è una tradizione ebraica, Chanukà è il periodo particolarmente buono per farlo. Chanukà è collegata alla parola ebraica chinùch (educazione). Uno strumento indispensabile per imparare e crescere è, naturalmente, una mente inquisitoria.

Una tipica domanda di Chanukà che è stata rivolta da molti studiosi di Torà, riguarda l’istituzione di questa come una festa di otto giorni. La ragione per celebrare Chanukà è ben nota, ma per capire la domanda, rivediamo i punti salienti di questa festa.

Quando i Maccabei tornarono al Tempio Sacro a Gerusalemme, dopo aver sconfitto le armate greco siriane, scoprirono che tutto l'olio per la Menorà era stato profanato. Si trovò solo un piccolo orcio intatto, ma questo poteva durare un giorno. Miracolosamente, l'olio durò otto giorni, finché non venne loro consegnato altro olio puro. Ecco il perché degli otto giorni.

La domanda
La domanda (chiesta da Rabbi Menahem HaMeiri nel 13° secolo e da allora da ogni autorità Talmudica) è: nonostante l'olio continuasse ad ardere per otto giorni, il miracolo fu solamente di sette giorni. Il fatto che la Menorà arse per il primo giorno non può essere attribuito al miracolo in quanto essi già avevano un orcio di olio sufficiente per il primo giorno. Allora, perché osserviamo Chanukà per otto giorni? Ci dovrebbe essere solo una celebrazione di sette giorni, poiché il miracolo per cui osserviamo la festa di Chanukà era in realtà, un miracolo di sette giorni.

Razionalizzare un miracolo
Prima di fornire una risposta a questa classica domanda, bisognerebbe notare che non è soltanto accademica, un esercizio nello studio della Torà. Il nostro scopo è un tentativo di comprendere meglio l'importanza di Chanukà e il suo posto nelle nostre vite. Inoltre, tentando di capire il significato dell'ottavo giorno di Chanukà, dimostriamo il nostro interesse in ogni aspetto e dettaglio di questa festa.

Una possibile risposta sta nella migliore comprensione della natura umana. Siamo creature abituate a vedere ed identificare con il fisico, la materia ed il mondo palpabile attorno a noi.

Qualunque cosa fuori dal regno dell'ordinario è da noi visto con scetticismo, oppure non lo percepiamo come realtà. Quando ci si trova di fronte ad un miracolo, la tendenza è di dare immediatamente una spiegazione a questo fenomeno. Anche quando scopriamo che è stato l'infinito potere di D-o, il danno su di noi è già fatto. Non siamo riusciti a renderci conto che la realtà non è limitata alla natura. II soprannaturale o gli aspetti Divini dell'esistenza sono ugualmente « realtà ». Tentando prima una spiegazione razionale e poi accettando il fatto che c'era un miracolo, suggerisce che i fenomeni naturali siano più accettabili alle nostre menti di quelli miracolosi. Questo riduce D-o ad un Essere di seconda classe, almeno per ciò che concerne le nostre percezioni.

La risposta
Torniamo al miracolo di Chanukà. Se dovessimo osservare solo sette giorni, che corrispondono al miracolo di sette giorni, saremmo tentati di razionalizzare il miracolo nel modo seguente: l'olio che trovarono il primo giorno, poteva essere più puro, più potente e più efficace di altri simili quantità di olio.

Si potrebbe allora concludere che era naturale che l'olio durasse altri sette giorni.

Questa è una spiegazione scarsa sugli eventi di Chanukà, e non ferma qualcuno dal tentativo di razionalizzare il miracolo.

Istituendo una festa di otto giorni, i nostri Saggi tentarono di dirci che non c'era nessuna base naturale per questo miracolo. Perfino il primo giorno, quando l'olio era davvero disponibile, arse miracolosamente. Come indicano i commentatori, la sola scoperta dell'orcio di olio fu un miracolo. Non c'era nessun modo naturale possibile di aver trovato quell'orcio d'olio dove fu trovato. Una volta saputo che il primo giorno non fu un evento naturale, non siamo più in grado di descrivere i giorni successivi del miracolo come una estensione naturale del primo giorno.

In effetti, dichiarando una festa di otto giorni, i nostri Saggi ci insegnarono che tutto era un miracolo. Osservando una festa di 8 giorni dimostriamo di accettare un'altra realtà. Ci permettiamo l'opportunità di allargare i nostri orizzonti nella realizzazione che le altre «dimensioni» dell'esistenza non solo sono legittime ma anche reali quanto quelle dei nostri sensi fisici.

Numeri
Non è una coincidenza che il numero dei giorni di Chanukà è un'indicazione del più profondo significato di questa festa. Il numero sette rappresenta quel che è naturale. L'universo, cioè la natura, fu creato in sette giorni. II numero otto, comunque, indica quello che trascende il regno della natura. In effetti, otto non è semplicemente uno più di sette.

Non è una differenza quantitativa. Il numero otto rappresenta un livello di realtà totalmente distinto.

Chanukà ci introduce in una dimensione di vita completamente nuova. La prossima volta che accendi le candele di Chanukà, guardale e lascia che ti elevino dal regno del sette al livello dell'otto. Perché-otto non è sette.