La Parashà di questa settimana contiene il ben noto precetto dei tefillìn, filatteri: "... e li legherete come segno sul vostro braccio e saranno come frontali fra i vostri occhi". Posti sul braccio, di fronte al cuore, e sul capo, i tefillìn ci ricordano che è necessario sottometterci all'Onnipotente in tutte le nostre azioni e con tutto il nostro cuore e la nostra mente, e che il nostro intelletto deve avere il predominio sulle emozioni.

Il principio fondamentale del chassidismo Chabad Lubavitch, è che l'intelletto deve saper dominare le emozioni. Pur­troppo c'è un dualismo fra la mente e il cuore. Inoltre, le emo­zioni hanno spesso il sopravvento sull'intelletto, ed il ragiona­mento ci serve solo per giustificarci, per trovare qualche ragio­ne e qualche scusa ad una vita retta dagli impulsi emotivi e dagli istinti. Per l'uomo che compie la mitzvà dei tefillìn , sarà più facile raggiungere un equilibrio fra la mente e il cuore, fra l'intelletto e le emozioni.

Molti dei nostri giovani ebrei, purtroppo non conoscono il significato dei tefillìn. Il tragico risultato di questa igno­ranza e la deplorevole tendenza di una certa parte della gioven­tù ebraica di allontanarsi dall'osservanza religiosa. Tuttavia le colpe e le inadeguatezze dei nostri giovani in preda alla per­plessità, non vanno imputate a loro. Spesso essi sono veramente sinceri e cercano, talvolta inconsciamente, la verità. Se oggi si presentano questi problemi, ciò va attribuito in gran parte al fatto che i genitori hanno una visione distorta dei veri valori, ed attribuiscono maggior importanza alle apparenze ed alle esteriorità, a fare buona impressione sui "vicini di casa", che all'educare i figli in base ai principi della propria fede.

Quando i genitori mancano di fermezza e di principi morali, e si dimostrano tolleranti in fatto di religione, le conse­guenze si vedono chiaramente nei figli, questi hanno bisogno di una guida sicura; essi cercano nei loro genitori un'autorità che si dimostri sincera e premurosa verso di loro. Ma nella loro casa, c'è un'atmosfera d'indulgenza: non dimentichiamo che la società in cui viviamo, è una società libera!

Ciò che osserviamo oggi in certi ambienti, non è un crollo improvviso dei valori religiosi un tempo profondamente radicati, bensì quell'erosione del sistema di vita ebraico, che è l'inevitabile conseguenza dell'indulgenza eccessiva e dei compromessi. Cominciamo coll'allontanarci di un passo solo dal cammino famigliare, che ci ha portato tante volte alla salvezza, e poi ci inoltriamo un passo dopo l'altro nella selva inesplorata, fino a smarrire completamente la strada.

Quando i genitori chiedono accoratamente ai loro figli che hanno smarrito la retta via, per unirsi ai "hippies" - siano quelli del Greenwich Village, o di San Francisco, o di altri luoghi - "Ma perché ci coprite di vergogna?", spesso si sentono rispondere: "Ci avete dato forse voi qualche indirizzo preciso; ci avete insegnato a dare un significato alla nostra vita? La via che abbiamo cercato da soli, ci ha portati qui". Dobbiamo inculcare la verità nei nostri giovani, senza compromessi e sen­za darle interpretazioni personali. Solo la verità incorrotta del­la Torà può avere un'influenza permanente su di essi.

Questa non è soltanto la giusta via da seguire, ma anche l'unica possibile; altrimenti basterà poco per cadere nel com­promesso e nell'inganno, cause principali dell'alienazione dei giovani.