Il Talmùd1 affronta un’incongruenza apparente nella parashà di ‘Ekev.
Infatti, Moshè descrive la sua esperienza in cima al monte Sinai con questo verso: “Quando sono salito sul monte per ricevere le Tavole di pietra…rimasi seduto sul monte per quaranta giorni e quaranta notti”2 .
Eppure, pochi versi dopo egli dice: “stetti in piedi sul monte…”3
Ebbene, Moshè era seduto o in piedi? Il Talmùd offre diverse soluzioni a questa domanda. Una, proposta da Rava, è che egli fece entrambi: infatti per le parti più facili, rimase in piedi, mentre si sedette per quelle più dure.4
Rav Levi Yitzchak Schneerson trova un significato profondo nell’accostamento del Talmùd di sedersi in momenti difficili e di sfida e stare in piedi durante esperienze più facili e tranquille.
Il patriarca Avrahàm è tradizionalmente associato all’attributo divino di chessed, spesso tradotto come bontà, e dal quale scaturiscono la bontà e la facilità. Il chessed di Avrahàm era incarnato nel suo amore prodigioso per D-o, nella sua caritatevolezza, nelle sue lotte in difesa dei condannati e nei suoi sforzi per illuminare il suo prossimo. Perciò, essendo lui il modello di chessed, è giusto che si legge diverse volte nella Torà di come lui stia in piedi o si alzi: “Ed Avrahàm si alzò presto la mattina al posto dove egli stette in piedi davanti al Sign-re”.5
Daltronde, il figlio di Avrahàm, Yitzchàk, è associato alla ghevurà, tradotto spesso come forza o rigore. La ghevurà di Yitzchàk fu espressa tramite la sua riverenza per D-o e nella sua esigente autodisciplina ed equilibrio morale.
Le difficoltà con le quali capita di scontrarsi derivano dall’attributo divino di ghevurà che è associato al giudizio severo. Pertanto è appropriatamente scritto nei Salmi, “D-o sedette per [portare] il diluvio.”6 Dopotutto, il diluvio era un risultato di un giudizio severo di D-o. Un altro esempio di questo tipo di accostamento nel verso si trova nel testo: “E Moshè sedette per giudicare il popolo”.7
Portando questo concetto avanti, Rav Levi Yitzchak vede questa realtà espressa nel valore numerico delle parole ebraiche usate dal Talmùd e come essi riflettono su Yitzchàk, che è associato con ghevurà.
I termini chiave sono:
Parola Ebraica | Traduzione Italiana | Valore Numerico |
---|---|---|
ישב | Sedette | 312 |
עמד | Stette in piedi | 114 |
קשה | Duro | 405 |
רכה | Morbido | 225 |
La differenza tra i numeri di ‘sedette’ e ‘stette in piedi’ è 198 (312-114=198).
Questo numero è lo stesso valore di צחק che significa “risata” ed è il termine usato nel versetto che descrive l’origine del nome di Yitzchàk.8 Siccome Yitzchàk è associato con la ghevurà, quando si aggiunge nello stare seduto, associate a sua volta al chessed, si arriva al stare in piedi, associate alla ghevurà.
La differenza tra i valori di duro e morbido è 180 (405-225=180), tali e quali gli anni della vita di Yitzchàk. Pertanto, come detto sopra, quando si aggiunge Yitzchàk, il chessed viene trasformato in ghevurà.
Adattato da Rav Pesach Schmerling e Rav Menachem Posner
Parliamone