La Torà ci dice (Levitico 12:2-4): “Quando una donna prolificherà e genererà un maschio, sarà impura per sette giorni; come nei giorni della sua mestruazione sarà impura... Dovrà poi attendere trentatrè giorni...”.
Se contiamo i giorni richiesti per la purificazione dopo il parto, arriviamo ad un totale di 40.
I nostri saggi ci insegnano che 40 giorni rappresentano il tempo necessario ad un embrione per acquisire la forma umana. Dal punto di vista della legge ebraica, un embrione ha lo status di essere umano 40 giorni dopo il concepimento. Questo concetto è ugualmente valido da un punto di vista scientifico, poiché è risaputo che l'embrione comincia a prendere una forma umana riconoscibile dopo un lasso di tempo di circa 40 giorni dal concepimento.
Questo ci aiuta a spiegare perché il diluvio descritto nella Torà durò 40 giorni. Infatti, secondo le interpretazioni tradizionali, la colpa principale che portò al diluvio fu l'immoralità, i cattivi costumi. Il midràsh riporta che il diluvio durò 40 giorni perché quella generazione “pervertiva l'embrione che viene formato in 40 giorni”.
Lo stesso concetto si applica al Dono della Torà, anch'esso legato all'idea di nascita. Il popolo ebraico nacque di nuovo sotto l'alleanza della Torà e la Torà stessa, nel venir trasmessa all'essere umano, deve passare attraverso un processo di nascita. Come per la creatura umana questo deve durare 40 giorni - gli stessi 40 giorni e 40 notti che Moshè trascorse senza bere né mangiare sul Monte Sinai.
Lo stesso ragionamento chiarisce perché gli Israeliti passarono 40 anni nel deserto. Infatti, quando Moshè inviò delle spie ad esplorare la Terra Santa, la Torà riporta (Numeri 13:25): «Tornarono dall’esplorazione del paese al termine di quaranta giorni». Le spie sapevano che gli Israeliti dovevano passare attraverso una rinascita spirituale prima di entrare nella Terra Santa. Affinché essi potessero conoscere questa rinascita e commentarla in seguito, gli esploratori passarono 40 giorni nel paese. Nel frattempo, non si resero degni del paese, e dunque riportarono un rendiconto negativo.
In conseguenza a questo resoconto, gli Israeliti si ribellarono contro Moshè non volendo credere che D-o avrebbe dato il paese nelle loro mani. Fu decretato allora che dovevano passare 40 anni nel deserto, come dice la Torà (Numeri 14:34): «Secondo il numero dei giorni durante i quali avete esplorato il paese, cioè quaranta giorni, un anno per ogni giorno, voi sopporterete la punizione delle vostre colpe per quarant'anni». Questi 40 anni rappresentano un ulteriore modo di rinascere; la rinascita di un'intera generazione che sarà degna infine di entrare nella Terra Santa.
Constatiamo che il numero 40 rappresenta il processo di nascita. Come menzionato, è legato alla misura dell'essere umano. Questo spiega ugualmente i 40 seà d'acqua che deve contenere il Mikvè. Il Mikvè rappresenta la progenitrice e questi 40 seà sono dunque paralleli ai 40 giorni durante i quali si forma l'embrione.
Tratto dal Lubavitch News per gentile concessione di ChabadRoma.org
Parliamone