"E Yossef riconobbe i suoi fratelli, ma essi non lo riconobbero”.
Queste sono le parole del versetto della parashà di questa settimana che descrivono il primo incontro tra Yossef e i suoi fratelli.
Yossef, che era stato venduto come schiavo dai suoi fratelli e portato in Egitto, era ormai salito alla carica di viceré. Quando i suoi fratelli vennero in Egitto per comprare del cibo Yossef li riconobbe, ma essi non lo riconobbero.
La semplice spiegazione offerta da Rashi è che Yossef (che quando venne venduto era un giovane senza barba), era diventato un uomo e la sua barba era cresciuta, mentre i suoi fratelli avevano già la barba prima che Yossef è stato separato da loro, perciò Yossef li riconobbe facilmente.
Una spiegazione più approfondita :
Quando una persona timorosa di D-o osserva la materialità del mondo e il comportamento generale della società che la circonda, può essere tentata di vivere una vita di clausura, al fine di servire meglio D-o.
Questo è il motivo per cui gli antenati e la maggior parte delle tribù erano pastori. Un pastore ha il vantaggio di essere isolato dalla società ed è in grado di servire D-o ininterrottamente.
L'aspetto negativo di quest’atteggiamento è che nonostante la persona stia servendo D-o in maniera pura, il mondo resta scollegato da D-o, poiché al fine di servire D-o la persona è fuggita dal mondo.
Il modo migliore per servire D-o è di essere coinvolti nel mondo in modo santo, eseguendo i comandamenti e comportandosi secondo la volontà di D-o espressa nella Torà.
Il mondo viene allora elevato spiritualmente, ed un luogo dove D-o è rivelato.
Questo tipo di servizio divino era il servizio forgiato da Yossef. Yossef era il viceré di un paese importante, l’Egitto, ciò nonostante era rimasto uno tzadìk, una persona giusta.
I fratelli non riuscivano a riconoscere un livello così elevato di servizio Divino, infatti esso era nuovo per loro e 'non riconobbero Yossef'.
La nuova via che Yossef ha forgiato è la strada che oggi noi seguiamo, siamo coinvolti nel mondo e nelle cose del mondo, eppure allo stesso tempo ci sforziamo di restare pienamente impegnati a vivere la vita che D-o si aspetta da noi.
È dalla parashà di questa settimana che otteniamo la forza per restare fedeli a D-o pur essendo fortemente coinvolti in questioni mondane.
Ci rendiamo conto che il mondo non dovrebbe farci scendere verso il basso, siamo noi piuttosto che dobbiamo elevare il mondo.
Likutè Sichòt, Vol. III
לע"נ הרה"ח הר"ה"ג ר' אברהם דוב בן ר' יהושע ז''ל In beloved memory of Rabbi Abraham B. Hecht obm.
Rav Yaakov Kantor è direttore della Chabad Jewish Center a Lugano
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