Ezekiele 20:2-20.
Il profeta rimprovera Israele per le sue disubbidienze e abominazioni, la cui riprovazione è contenuta nella parashà
Nel settimo anno al dieci del quinto mese vennero uomini degli anziani di Israele per interrogare il Signore. Il Signore parlò tramite il profeta per dire agli uomini che non Si lascerà interrogare, anzi farà loro conoscere le abominazioni commesse dai loro padri. Il Signore spiega che prescelse Israele e fece con lui un giuramento, ovvero promise di liberarli dalla schiavitù d’Egitto per portarli in un terra stillante latte e miele, il più amabile dei paesi, ma il popolo non abbandonò le idolatrie egiziane.
Il Signore pensò di abbandonare il popolo ebraico in Egitto, come egli abbandonò Lui, ma per riguardo al Suo nome lo liberò lo stesso, gli diede la Torà tramite la quale Egli avrebbe potuto vivere in grazia, Egli pose i Sabati come testimonianza del patto, ma Israele ha trasgredito gli statuti rifiutato le leggi, profanato i sabati.
Il Signore pensò, allora, di distruggere il popolo nel deserto ma per riguardo al Suo nome non lo fece, promise invece di non farli entrare nella terra stillante latte e miele, il più amabile dei paesi. Esortò i giovani a non seguire l’esempio dei padri, a non continuare a rendersi impuri con gli idoli.
Il Signore esorta ancora a seguire le Sue leggi, i Suoi statuti, ad osservare i sabati, segno eterno del patto con Lui.
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