Domanda: Mi sono sempre chiesto quando D-o ha smesso di parlare con noi o interagire e perché. Ci penso spesso, anche riguardo alla distruzione dei Templi che Egli ci ha chiesto di costruire per Lui. Non erano solo strutture, le abbiamo costruite seguendo il comando Divino di creare una casa per D-o in terra. D-o intervenne numerose volte durante aspetti forse meno significativi, eppure quando i Templi sono stati distrutti Egli rimase in silenzio. E ancora rimane zitto. Puoi spiegarmi perché?

Risposta:

Questa domanda preoccupa gli ebrei da quando siamo stati in esilio in Egitto. Perfino Moshé fu angosciato dal viso nascosto di D-o arrivando a chiedere: “Perché hai fatto male a questo popolo? Perché mi hai mandato?”

Riguardo alla distruzione del primo Tempio, ecco un brano dal Talmùd, Yomà 69b:

Rabbi Yehoshua ben Levi disse: “Perché erano chiamati ‘gli Uomini della Grande Assemblea’? Perché avevano riportato la corona al suo posto d’origine. Poiché Moshè dichiarò: ‘Il grande, potente e grandioso D-o’.

Venne Geremia e disse: “Stranieri ballano sul Suo Tempio! Dov’è la Sua imponenza?” Perciò non si dovrebbe chiamare D-o ‘imponente’.

Venne Daniel e disse: “Stranieri opprimono i Suoi figli! Dov’è la sua Potenza?” Perciò non si dovrebbe chiamare D-o ‘potente’.

Vennero loro [gli Uomini della Grande Assemblea] dissero: “Al contrario questa è la potenza della Sua Potenza: ossia che Egli conquista il Suo desiderio, poiché mostra pazienza verso i malvagi. Ed è questa la Sua imponenza, poiché senza la soggezione verso il Santo, Benedetto Egli sia, com’è possibile che un popolo possa perdurare mentre è sparso tra le nazioni?”

[Perciò essi stabilirono che si dica “Il grande, potente e grandioso D-o” nella preghiera silenziosa, l’Amidà].

Questa settimana sto insegnando a mia figlia di cinque anni ad andare in bicicletta. Nonostante usi ancora le rotelle, ogni tanto cade. Potrei rincorrerla ed assicurarmi che non cada mai e potrei lasciare le rotelle per sempre. Ma non è questo lo scopo. Voglio che lei si allontani verso l’orizzonte senza di me. È questo ciò che significa essere un padre.

D-o è grande perché Egli ci dà un mondo e ci dice di rettificarlo. Avrebbe potuto darci un mondo felice e spensierato in cui divertirci. Ma ciò non sarebbe la vera bontà ed Egli non sarebbe un vero padre. Non sarebbe il nostro mondo ma semplicemente una scatola nella quale siamo stati messi. Non avremmo significato e la vita non avrebbe valore.

Invece, Egli ci portò qui, ci diede delle istruzioni basilari, ci tenne la mano per un po’ mandandoci Moshè ed i profeti, e poi i saggi, e alla fine tolse le rotelle e ci lasciò andare.

Ciononostante, nella Sua assenza apparente, Egli è con noi più che mai. È difficile scrivere questo pensiero, perché ci sono molte contraddizioni, tuttavia anche tra gli orrori più impensabili, la Sua mano santa può ancora essere vista nei miracoli. Il Rebbe dà un esempio della misteriosa perdita tedesca della battaglia cruciale di El Alamein, che salvò la Palestina dai nazisti. Ci sono numerosi altri esempi simili. Yitta Halberstam e Judith Leventhal hanno pubblicato un libro di storie intitolato “I piccoli miracoli dell’Olocausto”. Viene da pensare che abbiamo un D-o strano, allo stesso tempo presente e non presente.

Nelle nostre vite, Egli rimane in silenzio solamente quando non sappiamo ascoltare. Se aspetti che una voce portentosa risponda alle tue preghiere dal cielo, potresti essere come la bambina che guida la sua bici contro un muro e aspetta che il padre la fermi. Se invece guardi nella tua mente e nel tuo cuore che D-o ti ha dato, e i cartelli stradali che Egli mette intorno a te, se cercherai con sincerità sicuramente sentirai la Sua voce forte e chiara e troverai i freni nel momento giusto.

In effetti, nella Sua assenza, la Sua bontà verso di noi è ancora più presente della Sua presenza. È questa la Sua potenza e la Sua grandiosità.

Di Rav Tzvi Freeman