A cosa serve un 13esimo mese?
Esaminiamo come funziona il calendario Ebraico. La Torà ci comanda di tenere un calendario lunare. Il ciclo lunare è di circa 29.5 giorni, ed un anno di dodici mesi lunari include 354 giorni. Tuttavia, un anno solare ha 365 giorni, pertanto l’anno lunare è circa undici giorni più breve dell’anno solare.
La Torà ci comanda inoltre di osservare i moadìm, le festività nelle loro giuste stagioni (ad esempio Pesach in primavera e Succòt in autunno). Quindi per far si che l’anno lunare sia sincronizzato con le stagioni, che sono basate sull’anno solare, ogni due o tre anni aggiungiamo un mese intero (questo accade sette volte nel ciclo di 19 anni). Quest’anno è un anno embolismico, in ebraico, shanà meuberet.
I mesi Ebraici iniziano nel mese di Nissan e finiscono ad Adar. Pertanto aggiungiamo il mese in più alla fine, con il risultato che abbiamo due mesi di Adar, Adar I ed Adar II. Con ciò arriviamo alla domanda, in quale mese festeggiamo Purìm?
Quando è Purìm?
Secondo un’opinione Talmudica, Purìm andrebbe festeggiato in Adar I in base alla regola che en ma’avirìn al hamitzvòt, ovvero ‘non si sorpassa o rinuncia alle mitzvòt’, pertanto quando c’è l’opportunità di fare una mitzvà, la si dovrebbe fare subito. Seguendo questo ragionamento si dovrebbe osservare Purìm in Adar I. Tuttavia l’halachà segue l’opinione che si festeggia in Adar II perché è il mese più vicino a Nissan e si vuole “collegare una redenzione con un’altra redenzione” in altre parole, la redenzione di Purìm a quella dell’Esodo che si festeggia nel mese di Nissan durante la festività di Pesach.
Nonostante si festeggi Purìm in Adar II, il 14 ed il 15 di Adar I sono noti come Purìm Katàn, il Purìm piccolo e Shushan Purìm Katàn. In questi giorni non si dice Tachanùn, le preghiere penitenziali, non si digiuna e generalmente non si fanno elogi funebri.
Si festeggia?
Nella postilla di chiusura del primo libro del Shulchan Aruch, il Codice delle Leggi Ebraiche, Rabbi Moshe Isserlis scrive: “Ci sono coloro che dicono che si è obbligati ad incrementare la gioia ed i festeggiamenti nel 14 di Adar I (Purìm Katàn), tuttavia non si usa così. Ciononstante, è giusto incrementare la gioia un po’ per adempiere a coloro che sono più rigorosi, come è scritto in Proverbi, ‘Uno che ha un buon cuore è sempre felice’.”
Il Rebbe di Lubavitch spiega che a prima vista sembra strano che proprio Purìm Katàn è il giorno scelto per insegnarci il principio di gioire sempre. Dopotutto, oltre all’uso di aggiungere un cibo extra al pasto, non ci sono usanze particolari durante questo giorno. Tuttavia è proprio quello il punto. Infatti la gioia non è limitata a quei giorni importanti come la conclusione della lettura della Torà di Simchat Torà o le feste di Purìm che avverranno tra un mese. Infatti anche in giornate apparentamente banali, dovremme essere sempre felici. Poiché la gioia rompe tutte le barriere, anche quelle dell’esilio, e avvicina la redenzione finale.
Che avvenga presto nei nostri giorni, amen!
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