Ingredienti non kashèr in vaccini e medicine

Nella maggior parte dei casi, il divieto di consumare sostanze tarèf (non kashèr) si riferisce all’atto di ingerirli oralmente. Inoltre non esiste un divieto di trarre beneficio da essi. Pertanto, nonostante che ad esempio l’insulina contenga delle sostanze che derivano da maiali, chi soffre di diabete può usarla senza problema visto che si tratta di iniezioni. Lo stesso vale per qualsiasi vaccino o medicinale che viene somministrato tramite supposta, benda medica ecc. che contenga ingredienti non kashèr.

Rav Chaim Ozer Grodzinski (1863-1940), uno dei rabbini eminenti del secolo scorso, scrive che tecnicamente sarebbe permesso dare cibo non kashèr a una persona tramite un tubo inserito nello stomaco (Achiezer vol 3:61). Le eccezioni a questa regola si fanno quando gli ingredienti contengono un miscuglio di latte e carne oppure vino non kashèr: in tal caso la norma comporta anche il divieto di trarre qualsiasi beneficio dalla sostanza (Shulchan Aruch, Yorè Deà 87:1, 131:1.). (Presumibilmente, in caso di pericolo di vita un vaccino o medicinale del genere sarebbe permesso per pikùach nèfesh – salvare una vita, tuttavia per questo articolo supponiamo che la necessità di vaccinarsi, per la persona media non sia ancora a quel livello).

Vaccini fatti con tessuto fetale

Le domande sono due:

A. È permesso usare tessuto fetale per ricerche scientifiche e per la produzione di vaccini?

B. Se il tessuto fetale è già stato ottenuto e usato per creare un vaccino, ne posso beneficiare a posteriori?

Riguardo alla prima domanda, senza entrare nei dettagli dell’aborto secondo la legge ebraica per mancanza di spazio, diciamo solo che usare tessuto o altre parti di feti abortiti potrebbe porre problemi halachici.

Riguardo alla seconda domanda, nella maggior parte dei casi i vaccini non contengono nessun tessuto fetale, ma in alcuni casi un virus indebolito viene cresciuto in ceppi di cellule presi da un feto. Il virus stesso viene poi estratto dalle cellule e usato nel vaccino.

Anche al giorno d’oggi gli scienziati stanno ancora usando un ceppo cellulare ottenuto più di 50 anni fa da un feto, perciò, nel caso si faccia quel vaccino, non sarebbe considerato un incoraggiamento a fare aborti per ottenere le cellule. La maggior parte dei vaccini sono sottoposti a un tipo di ricerca e prodotti in un modo che non pongono nessun problema halachico, ma nel caso raro in cui siano sati sviluppati in modi contrari alla halachà, è permesso beneficiarne?

La risposta semplice è: sì, è permesso.

Rav Dr. J. D. Bleich scrive in Contemporary Halachic Issues Vol. 4:

Nonostante che abortire sia una grave trasgressione, la legge Ebraica non postula un “Principio Miranda” o una regola esclusoria che precluda a posteriori l’uso di tessuto ottenuto in modo illecito per uno scopo che altrimenti sarebbe approvato. Allo stesso modo, l’assenza di una regola esclusoria significa che non esiste un impedimento morale per uno scienziato a fare ricerche, o a un produttore di prodotti farmaceutici ad usare il tessuto fetale ottenuto tramite aborto indotto per scopi che altrimenti sono morali, a condizione che tale uso del tessuto non coinvolga collusione o l’incoraggiamento all’aborto stesso.

Ma se l’atto (in questo caso l’aborto) è proibito, come ne possiamo trarre beneficio?

Ci sono vari casi nella halachà che dimostrano che non è un problema. Per spiegare il concetto parliamo della proibizione del kilayim, ovvero di innestare diverse specie di animali o frutti. L’innesto è un divieto biblico, ma se l’innesto è già stato fatto, a posteriori è permesso beneficiarne (vedi Maimonide, Hilchòt Kilayim 1:7).

Alla luce di quanto detto, perfino gli ingredienti che abbiamo a disposizione solo perché ottenuti da un aborto fatto in passato, non pongono un problema halachico per vaccinarsi.

Ovviamente, come in ogni questione medica, ognuno si rivolga al suo medico qualificato e fidato.

Rav Yehuda Shurpin, Chabad.org