Uno degli avvenimenti piu importanti che caratterizzerà l'era messianica sarà la ricostruzione del Bet Hamikdash, il Santuario di Yerushalayim. Il valore e l’importanza che il Bet Hamikdash detiene per il popolo ebraico e per tutto il mondo sono incommensurabili, poiché è il simbolo dell'unione, della fratellanza e della massima rivelazione del potere divino.
Lo scopo principale dell'esistenza del Tempio era la pratica dei sacrifici, cioè l'immolazione di animali sull'Altare. Mentre la parola sacrificio in italiano significa "dono", "offerta", in ebraico korban-sacrificio ha la radice nel verbo lekarev-avvicinarsi; il sacrificio, quindi, non è un dono dell'uomo a D-o bensì una possibilità per l'uomo di avvicinarsi a D-o. Si pensi che ai sacrifici partecipava tutta la creazione: per il mondo minerale c’era il sale con cui si cospargeva l'animale; per il mondo vegetale le offerte farinacee, che venivano cotte e consumate durante i sacrifici; per il mondo animale la bestia da sacrificare e per il mondo umano il cohen, il sacerdote che eseguiva tutta la cerimonia.
C’erano molte regole di comportamento e rituali da osservare per non mancare di rispetto alla sacralità del luogo. Il servizio del Tempio aveva un'influenza su tutto il mondo. Racconta il Midrash che se i non ebrei avessero saputo dell'importanza e della benedizione che tutta l'umanità godeva per l'esistenza di un luogo chiamato Bet Elokim-casa di D-o, dal quale la presenza divina illuminava il mondo intero, non solo non lo avrebbero distrutto ma, a costo della loro stessa vita, lo avrebbero protetto.
La costruzione del primo Bet Hamikdash da parte del re Shelomò si concluse nell'anno 2935 del calendario ebraico (826 a.e.v.) e fu considerato il Santuario per eccellenza non solo perché fu il primo, ma anche perché la sua edificazione fu prevista fin dai tempi di Moshè. Si trattava di un enorme complesso creato con pietre di notevoli dimensioni e materiale prezioso di ogni tipo, oro, argento e materiali pregiati.
La sua costruzione, i cui dettagli sono spiegati approfonditamente in Divrè Hayamim II e nella Mishnà nel trattato di Middòt, richiese sette anni di intenso lavoro e la partecipazione di tutto il popolo. Esistono molti midrashìm al riguardo, quasi a significare che fu un momento di illuminazione ed elevazione per tutto il creato. Tutti gli ebrei che vi si recavano, durante le tre festività in cui era previsto il pellegrinaggio al Tempio (Pessach, Shavu'òt e Sukkòt), potevano vedere con i loro occhi i miracoli che vi si svolgevano.
Questi furono i dieci miracoli del primo Tempio:
1. Non ci fu mai un aborto causato dall'odore della carne dei sacrifici che non si potevano mangiare;
2. La carne dei sacrifici non giunse mai a putrefazione;
3. Non si vide mai una mosca volare nel luogo in cui si macellava la carne dei sacrifici;
4. Non si riscontrò un'impurità nel Sommo Sacerdote nel giorno di Kippur (cosa che lo avrebbe reso invalida per il servizio);
5. Il fuoco del Mizbeach Hanechoshet - l'Altare di rame, sul quale venivano effettuati i sacrifici, non si spense mai benché l'altare fosse all'aperto;
6. La colonna di fumo che si alzava dal Mizbeach Hazahav-Altare d’oro, dove venivano bruciati gli incensi, non fu mai spostata dal vento né a destra né a sinistra ma si innalzava diritta verso il cielo;
7. Non si trovò mai alcun difetto nell'Omer, nei Lechem Mishnè e nel Lechem Hapanim (tutte offerte farinacee);
8. Benché durante le festività il Bet Hamikdash fosse occupato da migliaia di persone, che stavano strette in piedi, non mancò mai il posto per la prostrazione davanti al Sign-re nel momento giusto;
9. Né un serpente né uno scorpione hanno mai causato danno a coloro che si recavano a Yerushalayim per portare le offerte al Santuario;
10. Nessuno disse "non c’è abbastanza posto per dormire a Gerusalemme" durante le tre feste di pellegrinaggio;
Dopo 410 anni di splendore, nel nono giorno del mese di Av dell'anno 3345 del calendario ebraico (416 a.e.v.), il primo Bet Hamikdash fu barbaramente distrutto dall'imperatore babilonese Nevuchadnetzar. Questo triste evento segnò la fine di un'epoca per il popolo ebraico e l'inizio del cosiddetto esilio babilonese.
Settant'anni dopo, grazie all'editto emanato dall'imperatore Ciro a favore della ricostruzione del Santuario, il popolo ebraico ritornò in patria guidato da 'Ezra lo Scriba e da Nechemyà. Iniziarono quindi i lavori di riedificazione del Tempio (3390 del calendario ebraico - 371 a.e.v.), molto spesso ostacolati dall'intervento distruttivo dei Samaritani che ne volevano impedire la ricostruzione. In un'epoca piu tarda, il Tempio fu ristrutturato dai Chashmonaim e ingrandito da re Erode.
Il secondo Tempio fu adornato e decorato con mobilio molto meno ricco e fastoso del primo; inoltre vi mancavano alcuni elementi di importanza capitale: l'Aron Hakodesh (Arca Santa) contenente le Tavole della Legge; il Tzintzenet Haman, il contenitore in cui erano posti alcuni pezzi della manna che il popolo ebraico consumò nel deserto (nel corso dei secoli era rimasta intatta, senza mai imputridire o decomporsi); la boccetta del Shemen Hamishchà, l’olio per l'unzione dei sommi sacerdoti e dei re; il Matté, la staffa, di Aharon, che era piantato di fronte all'Arca Santa; gli Urim e i Tumim, cioè le qualità spirituali particolari che facevano sì che si potessero ottenere delle risposte Divine attraverso le pietre del pettorale. Il secondo Bet Hamikdash fu distrutto dalle legioni romane dell'imperatore Tito il 9 di Av del 3380, ossia nel 70 della nostra era.
Dal punto di vista architettonico, il Bet Hamikdash era una costruzione enorme che ricopriva un'area di circa 15.000 metri quadri (125 m di lato). Muri e soffitti erano in legno di cedro, finemente decorati con oro, disegni di palme e fiori. Il Tempio era diviso in tre parti principali:
- il Chatzer, in cui era situato l'altare, sul quale si svolgevano i sacrifici;
- il Kodesh: a sud era posta la Menorà, a nord il Shulchan, il tavolo dei dodici Pani di Presentazione; al centro il Mizbeach Hazahav, sul quale veniva bruciata la Ketòret (miscela di incenso composta da undici spezie);
- il Kodesh Hakodashim, luogo a cui nessuno aveva accesso tranne il Cohen Gadol durante il giorno di Kippur. In esso era posto l'Aron Hakodesh (l'Arca santa).
Accanto al Bet Hamikdash aveva anche sede il Sinedrio, il tribunale rabbinico costituito da 71 giudici che trattavano le cause più importanti e prendevano le decisoni capitali. L'unico ricordo che ci rimane del Bet Hamikdash è il Kotel Hamaaravi, il Muro Occidentale, conosciuto anche come il Muro del Pianto. Questo non è un muro della struttura del Santuario bensì un muro di cinta del Monte del Tempio, al centro del quale si trovava il Santuario. Mai nessuno - romani, cristiani o musulmani - riuscì ad abbattere malgrado i ripetuti tentativi. Oggi è luogo di pellegrinaggio per migliaia di persone, che vi si recano per pregare e per chiedere ad Hashem di avere misericordia del suo popolo costruendo, presto nei nostri giorni, il terzo e ultimo Bet HaMikdash.
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