Nella parashà di questa settimana impariamo a conoscere un interessante mitzvà, comandamento, chiamato ha’anakà.

Ha’anakà significa dare ad uno schiavo un regalo alla fine del suo servizio.

Il versetto dice:

Voi sicuramente gli darete: dal vostro gregge, dalla vostra aia e dal vostro tino; gli darete da ciò che il Sign-re, vostro D-o, vi ha benedetto.

Il famoso Sefer haChinuch, un prestigioso lavoro accademico del medioevo, dice che lo spirito della mitzvà vale anche per un dipendente ed è quindi applicabile anche oggi.

Secondo questa legge è necessario dare una mancia al lavoratore al termine del suo servizio, in aggiunta al salario.

Si può speculare su quale sia il motivo dietro questa ingiunzione di ha’anakà.

Lo scopo è di fornirgli un salario più cospicuo? Oppure è forse collegato al concetto di carità?

Maimonide nel suo libro delle mitzvòt, include l’ha’anakà come un proseguimento della mitzvà di tzedakà, carità.

Il concetto di ha’anakà può essere applicato anche ad insegnanti e studenti.

Quando si insegna, non bisogna accontentarsi di insegnare il minimo indispensabile; allo stesso modo, la mitzvà di ha’anakà ci insegna che colui che ha avuto un’idea da contribuire dovrebbe essere generoso verso il ricevente.

È giusto essere generosi con le proprie conoscenze ed esperienze di vita e condividerle con gli studenti “di tutto ciò con cui Hashem vi ha benedetto” .

Adattato dagli insegnamenti del Rebbe di Lubavitch

לע"נ הרה"ח הר"ה"ג ר' אברהם דוב בן ר' יהושע ז''ל In beloved memory of Rabbi Abraham B. Hecht obm.

Rav Yaakov Kantor è direttore della Chabad Jewish Center a Lugano