Domanda: Temo che stia perdendo la mia fede in D-o in seguito alle tragedie avvenute recentemente. Se D-o permette che queste sofferenze avvengano, come posso credere in Lui? Hai una giustificazione per ciò che ha fatto?

Risposta: Anch’io sono addolorato e scioccato dalle tragedie avvenute nelle ultime settimane. Qualsiasi persona si pone le stesse domande. Alcuni pensano che questi eventi mettano alla prova la loro fede insormontabile; ciò è comprensibile, tuttavia, senza difendere D-o, credo sia il caso di differenziare tra il respingere D-o ed essere in collera con Lui.

Qualsiasi volta che una persona innocente soffre, ci si trova di fronte a una contraddizione: la fede in un D-o giusto e buono da un lato, e la sofferenza di persone innocenti dall’altro. La maggior parte della gente preferisce la soluzione più facile alla tensione morale causata da questa incongruenza e si accontentano di una delle due visioni semplicistiche: o D-o non è responsabile perché non esiste o è inerme, oppure, le vittime non erano innocenti perché meritavano di essere punite. Ciò detto, il pensiero ebraico non cerca mai soluzioni facili, ed ecco allora l’approccio ebraico a questa domanda:

1) D-o è responsabile. Non possiamo accettare l’idea vile che D-o non sia responsabile e che qualsiasi cosa che accada in questo mondo che non è compatibile con la nostra percezione della Sua bontà, è meramente un atto amorale e indifferente della natura. Poiché chi è responsabile della natura se non D-o? E che tipo di D-o è se non può controllare la natura?

2) Non è una punizione: D-o non è un tiranno che punisce indiscriminatamente i malvagi e gli innocenti. Anche durante il Diluvio Universale, le persone innocenti furono risparmiate. Ma quale persona morale ha l’impudenza di dire che tutti coloro che sono periti nel Diluvio se lo meritavano?

3) Non desideriamo spiegazioni: se avessimo una spiegazione, potremmo continuare la nostra routine come se niente fosse. Ci sentiremmo tranquilli che c’è un motivo che giustifica la morte di centinaia di migliaia di persone, e la sofferenza di milioni di persone. Questo sarebbe un risultato ancora più tragico.

4) Ci è permesso essere amareggiati con D-o. Anche le persone più giuste hanno spesso protestato contro alcune decisioni di D-o. Avrahàm difese il popolo di Sedòm quando D-o lo volle distruggere, Moshè intercedette a favore dei Figli d’Israele nell’episodio del Vitello d’Oro, quando D-o decise di annientarli. Non dobbiamo essere per forza d’accordo con i decreti Divini e abbiamo il diritto di essere in collera con Lui. E anche dopo l’evento, anche se accettiamo il fatto che Egli è il Vero Giudice, se vediamo qualcosa che a noi sembra ingiusto, non riusciamo a darci pace e siamo autorizzati e dobbiamo urlare a D-o ed esigere la fine di questo dolore.

La risposta ebraica alle tragedie è sia audace che impegnativa, ossia: non cercare di risolvere il paradosso ma lascia che ti infastidisca, perché questa sensazione ti porterà a fare qualcosa, a capire che il mondo deve cambiare e diventare un posto solo di bontà e pace. La sofferenza degli innocenti non rientra nella mia visione del mondo, e dunque deve avere fine. Da parte nostra, dobbiamo fare tutto il possibile per alleviare la sofferenza delle persone intorno a noi, poi, possiamo rivolgerci a D-o e chiederGli di fare lo stesso.

Non abbandonare la fede in D-o e non perdere la tua fiducia nell’innocenza umana, ma lascia che entrambi creino una tensione sacra che sfoci in una pulsione per la bontà. E fai qualcosa.

Rav Aron Moss, Chabad.org