Una spaventosa sensazione di buio è scesa su di noi con la scomparsa del Rebbe. Ognuno la sente, a seconda del suo livello e della sua anima. Ma siamo ancora troppo vicini alla scomparsa del Rebbe per valutarne esattamente l'impatto. Possiamo fare soltanto delle osservazioni generiche, ma non possiamo misurare completamente la gravità di questa perdita.
Il Rebbe è molte cose per noi: è una Guida, un Padre, un Maestro. Sentiamo grandemente la mancanza del Rebbe in oguno di questi settori.
Il Rebbe ci indicava la direzione. Non soltanto egli ci diceva cosa fare in situazioni specifiche, ma rivelava il piano generale e lo schema perché le persone potessero trovare la loro strada. La Stella polare non ci dice soltanto dove è il nord, ma ci mostra una visione completa di tutte le direzioni, per poter sapere cosa è davanti e cosa è dietro di noi.
Il Rebbe insegnava ai suoi studenti e ai discepoli che gli erano più vicini. Ma non era solo il Rebbe dei suoi chassidim; era la guida di un'intera generazione. Determinava la direzione per tutti, che lo sapessero o no. Fissava l'agenda e definiva le priorità per il Klal Israel, ciò che era importante e ciò che non lo era.
Era la guida non solo per quelli che sapevano parecchio su di lui, ma anche per quelli che sapevano molto poco. Paradossalmente era anche una guida per i suoi detrattori e i suoi oppositori.
Anche quelli che non lo conoscevano e non lo seguivano, o gli si opponevano anche coscientemente, essi pure erano colpiti da lui.
Egli definiva l'agenda, alla quale gli altri reagivano positivamente o negativamente. Senza la sua guida illuminata non abbiamo senso dell'orientamento. sicuramente cercheremo di continuare nella sua strada, ma camminiamo nel buio e dobbiamo procedere con molta lentezza e con molta pazienza, verificando la strada man mano che andiamo avanti.
Il Tanya si insegna che le guide ebraiche sono la nostra testa. La testa è in cima e sovrasta il resto. Ma simboleggia anche una relazione stretta, la fonte di vita per il resto del corpo.
Il Rebbe non era soltanto la testa di Lubavitch, era la testa di tutto Israele. Egli non aveva rapporto solo con specifici gruppi o congregazioni, ma con il popolo ebraico nell'insieme. Vedeva il popolo di Israele come un unico grande corpo unito, dovunque esso fosse, geograficamente o spiritualmente. Non faceva differenza tra un israeliano e un americano, tra un ebreo che studia tutto il giorno Torà a Gerusalemme, o un ebreo ignorante a Katmandu. Nessuna differenza tra uomo e donna, adulto o bambino, lontani o vicini: oguno è una "parte integrale di D-o", l'entità vivente di Israele.
Il Rebbe non era una guida distante, ma il nostro stesso respiro e spirito, come un genitore, che soffre per i nostri dolori e si rallegra per la nostra felicità. Non solo sopportava il nostro dolore e la nostra sofferenza soltanto come una forma di espiazione, ma come la testa sente i dolori e le sofferenze di ogni parte del corpo. I Shluchìm che mandava in ogni angolo della terra non erano che un aspetto della relazione nervosa con tutte le parti del corpo ebraico. Il Rebbe non aveva riposo. Egli sentiva costantemente i problemi in ogni comunità isolata e i bisogni spirituali e fisici della gente sia lontana che vicina. Il Rebbe si interessava di tutti gli ebrei. Non solo di quelli che erano favorevoli a lui, ma anche di quelli che agivano contro di lui. Questo è il motivo per cui talvolta egli chiedeva di seguire le sue istruzioni senza fare il suo nome, perchè voleva minimizzare le divisioni nel corpo ebraico.
Ora siamo orfani, senza un padre. Sentiamo la mancanza del padre che unì ogni singolo figlio del popolo ebraico. Naturalmente l'unità ebraica esiste ancora, ma non vediamo lo spirito unificante che ci collega come un uno. C'era molto di più nel Rebbe che attirare l'attenzione. Il Rebbe di Gur, il Chidushei HaRim, era solito dire che il Chozè di Lublino aveva la sua reale essenza dal popolo per mezzo di miracoli che compiva. L'ebreo santo si nascondeva attaverso la sua scienza della Torà. Il Rebbe si celava al mondo con la sua grande conoscenza della Torà e le sue diffuse attività.
Quando il Rebbe ci insegnava Rashì al livello dei bambini di cinque anni, questa era una forma di occultamento. Il linguaggio semplice riduceva la profonda complessità delle parole. Il Rebbe era un insegante molto abile che faceva scendere le cose dal suo livello elevato fino ai suoi ascoltatori. Aveva fedelmente assorbito le idee dei suoi predecessori, i Rishonim e gli Acharonim nel Talmud e nella Chassidut, ed egli stesso era come una fonte rigogliosa, una corrente ristoratrice che si allargava in un fiume che fluiva nel vasto mare della conoscenza. I suoi numerosi libri, il costante flusso di pensiero e di pubblicazioni riflette la sua eccezionale capacità di chiarire concetti profondi e il suo brillante metodo di analisi. Per più di 40 anni abbiamo potuto assorbire solo una parte del costante flusso della sua saggezza. Ora è nostro compito approfondire le sue parole, leggere, studiare e comprendere quel che il Rebbe realmente intendeva nel suo insegnamento.
Ci è stato detto che quando uno Tzadik muore, egli è con noi anche più di quando era fisicamente in questo mondo.
Ma le terre secche e riarse qui sotto bramano il grande e possente fiume che era solito irrigarle e sostenerle. Noi possiamo solo guardare avanti al tempo del Messia, molto presto, quando il profeta ci assicura che "il vostro maestro non sarà più nascosto e i vostri occhi saranno in grado di contemplare il vostro Si-gnore".
Tradotto da Gi PI
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