E prese Korach, figlio di Ishtar, di Qehat, di Levi, con sé Dathan e Aviram, figli di Eliav, e On, filgio di Pelet, figli di Reuven. Sorsero contro Mosè con duecentocinquanta uomini figli di Israele, tutti preposti alla comunità, chiamati alle assemblee, uomini segnalati. Si adunarono contro Mosè e contro Aronne e dissero: «Vi basti! Tutta la comunità sono santi e in mezzi a loro è il Signore e perché vi elevate al di sopra della congrega del Signore?».
Mosè li udì e cadde sulla propria faccia (Numeri 16, 1-5).
«Seduto… ». Questo è Korach che schernì Mosè e Aronne.
Che cosa fece Korach? Riunì tutto il popolo, come è detto: Radunò Korach tutta la congrega.
Incominciò a dir loro parole di scherno: «C’era una vedova nel mio quartiere con due orfanelle e un campo. Giunta la stagione dell’aratura volle arare, ma Mosè le disse: Non arerai con il bue e l’asino insieme (Deuteronomio 22, 10).
Venuto il momento della semina, Mosè le si rivolse: Non seminerai il tuo campo di due specie differenti (Levitico 19, 19).
Giunta la stagione del raccolto, Mosè le disse ancora: Lascia un angolo intatto del tuo campo, non prendere un covone, se è stato dimenticato e non raccogliere le spighe cadute (Levitico 19, 9).
Venne per fare la trebbiatura, Mosè le chiese le primizie per i sacerdoti e la decima per i leviti. Accettò e gliela diede.
Che cosa fece la poveretta? Sopraffatta da così pesanti imposizioni decise di vendere il capo per comperare due agnelli e poterne adoperare la lana mediante la quale vestirsi.
Appena ebbero partorito comparve Aronne che le disse: «Dammi i primogeniti, perché così disse D-o: Ogni primogenito maschio che nascerà dal tuo bestiame lo dedicherai al Signore tuo D-o (Deuteronomio 15, 10)».
Gli diede le bestie che erano nate. Giunto il periodo della tosatura venne Aronne e le disse: «Dammi la tua prima tosatura, perché così disse D-o: …darete la prima tosatura del gregge (Deuteronomio 18, 4)».
Disse la vedova: «Non ho forza per esistere a quest’uomo. Scanno le bestie e le mangio».
Appena scannate venne Aronne e le disse: «Dammi le spalle, le guance e il ventricolo (Deuteronomio 19, 3)».
Disse: «Anche dopo averli scannati non li ho salvati dalla sua mano; siano allora interdetti per me». E li votò a D-o. Le disse Aronne: «Sono tutti miei perché così disse D-o: Ogni cosa interdetta in Israele è tua (Numeri 18, 14)».
Alla povera vedova non rimase altro che assistere alla confisca degli agnelli, con il pianto agli occhi e con le due orfanelle più povere di prima.
Così è successo a quella povera disgraziata; così essi si comportarono facendo ricadere la responsabilità su D-o stesso! (Misrash Shochar Tov su Salmi 1, 1).
Per comprendere a fondo il discorso demagogico, molto convincente, di proposto dal midrash è necessario fare qualche chiarimento su questo personaggio.
Korach raggruppa duecentocinquanta persone e si ribella contro l’autorità di Mosè: «Perché voi vi innalzate sulla radunanza di Israele?».
Questa frase mostra la sua malafede, in quanto Mosè e Aronne avevano ricevuto l’investitura da D-o. Non solo, ma Mosè non la voleva accettare (cf Esodo 4, 13). Inoltre Korach rifiuta l’invito di Mosè a chiarire i fatti di fronte a D-o ) cf Numeri 16, 5-7, 12) e viene, quindi, inghiottito dalla terra.
Che cosa l’aveva spinto a ribellarsi? L’invidia. Korach è un levita come Mosè e Aronne, suoi parenti, ma a lui non è stato dato alcun posto di rilievo nella gerarchia del potere. Uno schema genealogico chiarisce la situazione:
Kehat (della tribù di Levi) generò Amram, Izhar, Chevron e Uzziel.
Amram generò Miriam, Aronne e Mosè.
Izhar generò Korach.
Uzziel generò Elitzafan.
L’ordine in cui sono scritti i figli di ciascuno indica la successione di nascita: Amram, padre di Aronne e di Mosè, è il primogenito al quale, come si sa, spetta un posto di rilievo nella famiglia, quindi finché Aronne e Mosè avevano avuto una pur grande fetta di potere, Korach non contesta. Si alza, però, quando Elitzofan, il cugino minore, viene nominato capo della casa paterna della famiglia di Kehat (cf Numeri 3, 30 e il commento di Rashi al versetto 16 del capitolo 16). Come fare per convincere il popolo? Quali sono le argomentazioni che porta per indurre duecentocinquanta rispettabili persone a insorgere contro Mosè?
Il midrash immagina come siano andate le cose.
Nella sua tesi vi è in elemento non trascurabile: perché Korach si riferisce principalmente a una vedova, quando la critica sarebbe valida non solo per lei, ma per qualunque altra persona? Ovviamente sceglie la vedova per fare presa sui sentimenti del popolo. In secondo luogo la critica non tiene conto del fatto che la vedova indifesa è protetta proprio dalla Torà in diversi passaggi (cf per esempio Deuteronomio 22, 17; Esodo 22, 21). Non solo, ma nel caso in cui non possegga beni alcune leggi che sarebbe tenuta ad applicare, come non raccogliere le spighe cadute, diventano per lei suoi diritti. Korach, però parla dei doveri della vedova e non dei diritti.
In terzo luogo Korach sostiene che la legge della Torà è un prodotto della fantasia di Mosè, che avrebbe attribuito a D-o norme da lui stesso emanate. Come si potrebbe altrimenti pensare che il Signore stesso sia così crudele e la sua legge a tal punto severa e sfruttatrice?
Inoltre il midrash vuole spiegare la relativa facilità con cui Korach riesce a convincere il popolo, il che risulta anche dalla Torà: Tutta la comunità sono santi e in mezzi a loro è il Signore e perché vi elevate al di sopra della congrega del Signore? (Numeri 16, 4).
Dall’esame del testo biblico condotto alla luce del midrash appare chiaramente la malafede di Korach.
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