Korach prese… (16, 1). Egli si pose a lato della comunità, per dissociarsene. (Ramban non condivide tale spiegazione e interpreta: Korach prese coscienza, concettualizzò il proprio attacco nei confronti di Moshé e della kehuna. Anche secondo Rashi, comunque, ci si riferisce al pensiero di Korach. Proprio il suo riflettere lo indusse a farsi da parte, a contrapporsi rispetto alla comunità. Questo insegna che il gesto di Korach, non fu dettato dall’impulsività: era stato pianificato con metodo in precedenza)…

Un’altra interpretazione per le parole Korach prese: egli ebbe la meglio – vinse le remore e le resistenze – sugli Anziani, sui capi del Sanhedrin… con parole di adulazione.

… tutti sono santi… (16, 3). Tutti ascoltarono, al Sinay, la Parola dalla bocca dell’Altissimo (Midrash Tanchuma, 4).

Moshé mandò a chiamare… (16, 12). Da tali parole si può dedurre che una persona non vorrebbe una disputa (Moshé lo aveva già messi in guardia in precedenza, ora va loro incontro un’altra volta). Infatti il profeta li chiamò per intavolare con loro un dialogo pacifico (ma essi rifiutarono) (Midrash Tanchuma, 10).

Si pose tra i morti e i vivi… (17, 13). Aharòn afferrò l’angelo della morte e lo trattenne contro il suo volere (inizialmente l’angelo, non Aharòn, stava tra i vivi e i morti,ciò significa che, quindi, era stato impedito dal continuare a uccidere).

L’angelo gli disse: «Permetti che io conduca a termine il mio compito».

Aharon rispose: «Moshé mi ha ordinato di fermarti».

Il primo replicò: «Io sono un rappresentante del Signore, mentre tu rappresenti Moshé». E l’altro rispose: «Moshé non dice nulla secondo la sia volontà, ma solo ciò che esce dalla bocca del Signore. Se non mi credi, perché non vieni con me a domandare, dal momento che il Santo Benedetto Egli sia e Moshé sono sull’ingresso della Tenda della Radunanza?».

… era fiorita la verga di Aharòn… mise delle gemme e maturò mandorle (17, 23). Quando fu possibile riconoscere il frutto si vide che si trattava di mandorle… Perché proprio mandorle? Questo è il frutto che fiorisce prima di ogni altro, il parallelo con la kehuna (il sacerdozio) è chiaro: allo stesso modo colui che detiene la kehuna è punito rapidamente.