Pesach celebra la liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Una redenzione miracolosa, che dà il nome alla festività, poiché Pesach è chiamata anche la festa della nostra liberazione. La condizione degli ebrei in Egitto viene sintetizzata dalla Torà nell'espressione che li definisce una nazione in mezzo a una nazione". Essi hanno mantenuto la propria identità conservando i propri nomi, la propria lingua e il modo di vestire, ma per tutto il resto erano totalmente sotto messi e dipendenti dagli egizi e anche assimilati a loro. Poco mancava che ne adorassero perfino le divinità.

L'unica via per affrancarsi da questo status era il korbàn pesach. Prima di uscire dall'Egitto, gli ebrei hanno ricevuto da D-o due mitzvòt: la milà, circoncisione e appunto il korbàn pesach, il sacrificio di un agnello. Gli ebrei dovevano tenere un agnello in casa per quatto giorni e poi sacrificarlo.

Passando davanti alle case ebraiche e vedendo l'agnello legato, gli egizi ne chiedevano ragione. In effetti, per loro l'agnello era considerato una divinità;. Tenere l'agnello quattro giorni serviva in primo luogo a maturare negli ebrei una negazione completa e ragionata dell'idolatria e, in secondo luogo, a sostenere la propria posizione con coraggio e convinzione di fronte agli egizi. Sacrificare l'agnello significava rinnegare l'idolatria ed emanciparsi e redimersi dal giogo egizio.

"In ogni generazione ognuno deve considerare come se egli stesso fosse uscito dall'Egitto", recita la Hagadà di Pesach. Ciò vuol dire che in ogni tempo un ebreo deve riuscire ad affrancarsi. Ci consideriamo uomini liberi perché siamo indipendenti e possediamo intelletto e libero arbitrio ma, in realtà, restiamo pur sempre schiavi dell'ambiente che ci circonda, al quale siamo legati come da un cordone ombelicale e siamo forse inconsciamente spaventati dall'idea di staccarcene perché la nostra vita quotidiana ne risentirebbe. Siamo cioè bloccati dal timore che spezzare il cordone significhi allontanarci ed isolarci.

Ma è una convinzione sbagliata.

Al tempo dell'uscita dall'Egitto il korbàn pesach ha permesso di tagliare il cordone ombelicale che legava gli ebrei, schiavi, al mondo egizio. Oggi siamo totalmente sottomessi alle abitudini e al modo di pensare propri del luogo in cui viviamo. L' avvento di Mashiach ci riunirà materialmente e ci riporterà fisicamente in Terra d'Israele, ma l'emancipazione spirituale è nelle nostre mani: consiste nel vivere in mezzo agli altri mantenendo dei buoni rapporti con il mondo che ci circonda, ma ragionando con la nostra testa e secondo i valori che ci sono propri. Sono i valori della Torà che, tenuti saldi, ci hanno mantenuto integri ovunque, nei secoli.