Il Sign-re parlò a Mose dicendogli di censire i ghershoniti e i merariti, così come aveva fatto per gli altri leviti. I ghershoniti avranno l’incarico di trasportare i tendaggi del Tabernacolo, la tenda della Radunanza, l’altare; tutto il loro servizio sarà coordinato da Itamar, figlio di Aronne. I merariti avranno l’incarico di trasportare le assi del Tabernacolo, le sbarre e colonne e le basi di supporto. Questo è il conteggio che fece Mosè con l’aiuto di Aronne: i kehatiti erano 2.750, i ghershoniti 2.630 e i merariti 3.200; tutti i leviti erano 8.580 e furono censiti come il Sign-re aveva comandato a Mosè.
Il Sign-re parlò a Mosè e comandò che chiunque fosse stato affetto da tzarat, o perdita seminale, o avesse avuto un contatto con un morto –tutte situazioni di impurità – dovesse essere allontanato dall’accampamento (fino alla sua purificazione).
Chiunque abbia commesso un torto, rubando e mentendo, dovrà restituire il maltolto e ripagare un quinto come risarcimento; se il debitore non ci fosse più allora il risarcimento spetta al Sign-re e verrà dato come trumà (offerta) ai sacerdoti.
Se la moglie di qualcuno si allontana per poter agire infedelmente nei confronti del marito, tanto che un altro uomo potrebbe essersi unito a lei, il marito, anche se non ha prove o testimoni del tradimento, e lei non sia stata presa con violenza, venga colto da sentimento di gelosia, dovrà portarla da un sacerdote e presentare un offerta di un efà di orzo, però questa non dovrà essere condita con olio o olibano perché è un’offerta di gelosia.
Il sacerdote prenderà un recipiente di terra cotta con acqua, vi spargerà un po’ di terrà presa nelle vicinanze dell’altare, quindi scioglierà i capelli di lei e le darà in mano l’offerta farinacea portata dal marito in ricordo della colpa presunta; il sacerdote a questo punto spiegherà alla donna le conseguenze del rito della acque amare, la farà giurare, prenderà una pergamena e vi scriverà le maledizione e il nome di D-o, in fine farà bere quest’acqua alla donna, riprenderà dalle mani di lei la minchà (l’offerta farinacea) e la brucerà sull’altare. Dopo tutto questo se la donna è stata infedele e si è unita carnalmente ad un altro uomo il suo ventre si gonfierà fino a scoppiare, se invece lei è innocente non le capiterà niente, anzi, aumenterà la sua fertilità. L’uomo sarà esente da colpa per averla portata davanti al Sign-re.
Se un uomo o una donna vorrà distinguersi con un voto di nazirato dovrà trattenersi dal vino, e da qualsiasi bevanda fatta con uva, né potrà mangiare acini d’uva, per tutto il tempo del voto non passerà rasoio sulla sua testa, lascerà crescere i capelli disordinatamente, non potrà avere contatti con un defunto, neanche suo padre o madre. Se capitasse un qualsiasi motivo per cui rompesse il suo voto, come per esempio gli morisse qualcuno a fianco, dovrà aspettare sette giorni, nell’ottavo radersi tutto e portare come offerta al kohen due tortore o due giovani colombi; in quel giorno il sacerdote riconsacrerà colui che intende fare voto di nazir, i giorni precedenti, essendo incorso in un’interruzione, non varranno niente. Alla fine del periodo del voto di nazireato, il nazir porterà come offerta un agnello di un anno come sacrificio olà, una pecora di un anno come khattat, e un montone come shelamim, un cesto di pani azzimi. Davanti alla Tenda della Radunanza si raderà la testa, prenderà i capelli e li metterà sul fuoco del sacrifico si shelamim.
Il Sign-re parlò a Mosè dicendo di ordinare ai sacerdoti di benedire il popolo con queste parole: Possa l’Eterno benedirti e proteggerti, faccia l’eterno risplendere verso di te il suo volto e usi grazia nei tuoi confronti, possa l’Eterno volgere il proprio volto verso di te e concederti pace.
La parashà conclude con l’offerta dei capi tribù per l’inaugurazione dell’altare.
Ognuno portò un vassoio di argento, del peso di 130 sicli, secondo il peso in uso al Santuario, un bacile d’argento del peso di 70 sicli, entrambi pieni di fior di farina intrisa nell’olio, un cucchiaio d’oro del peso di dieci sicli pieno di incenso, un vitello, un montone, un agnello come olà, un capro per chattat, due buoi, cinque montoni, cinque capretti e cinque agnelli come shelamim.
Il primo giorno venne Nachshon figlio di Amminadav per la tribù di Giuda; il secondo giorno Netanel figlio di Tzu’ar per la tribù di Issachar; il terzo giorno Eliav figlio di Chelon per la tribù di Zevulun; il quarto giorno Elitzur figlio di Shedeur per la tribù di Ruben; il quinto giorno Shelumiel figlio di Tzurishaddai per la tribù di Simeone; il sesto giorno Eliasaf figlio di De’uel per la tribù di Gad; il settimo giorno Elishamma figlio di ‘Amihud per la tribù di Efraim; l’ottavo giorno Gamliel figlio di Pedahtzur per la tribù di Manasse; il nono giorno Avidan figlio di Ghid’onì per la tribù di Beniamino; il decimo giorno Achi’ezer figlio di ‘Amishadai per la tribù di Dan; l’undicesimo giorno Pag’iel figlio di ‘Okhrì per la tribù di Asher; il dodicesimo giorno Achirà’ figlio di ‘Enan per la tribù di Naftalì.
Questa fu la cerimonia per l’inaugurazione dell’altare, le offerte ammontarono a dodici vassoi d’argento, dodici bacili d’argento, dodici cucchiai d’oro.Tutto l’argento pesava 2.400 sicli, tutto l’oro pesava 120 sicli. Il totale degli animali fu per il sacrificio olà 12 montoni, 12 agnelli; per il sacrificio chattat 12 capretti, per il sacrificio shelamim 24 buoi, 60 montoni, 60 capretti e 60 agnelli.
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