Domanda: Caro Rav, solitamente apprezzo molto i tuoi pensieri giornalieri, quello di oggi però mi ha inquietato molto. Hai scritto:
Tutto può essere fatto con gioia.
Pefino il rimorso può essere ottenuto con gioia.
Mio figlio sta ricevendo un trattamento di cure mediche per una rara forma di leucemia. Perciò mi sento di dire che non “tutto” può essere fatto con gioia, e che si potrebbe impazzire cercando di farlo. Chiaramente non c’è nessuna gioia nel vedere il proprio figlio soffrire.
Risposta: Non sei solo inquieta; le mamme non si inquietano quando il loro figlio soffre. Sei infuriata, ed è un buon segno poiché significa che sei viva.
È questa la parte più difficile nell’assistere a una sofferenza, la rabbia che freme ed erode la tua anima. Se la tieni imbottigliata dentro, finirai per scoppiare. Ma se la lasci fuoriuscire, nel modo giusto e nel momento giusto, può aiutare a rimarginare il dolore.
Il momento della preghiera è un momento adatto per sfogarti emotivamente. È un momento giusto per urlare a D-o, “Perché hai fatto ciò in questo modo? Perché mio figlio merita di soffrire in questo modo? C’é un significato a tutto ciò? Che razza di mondo hai creato?
È proprio in questo momento così vulnerabile che scopri di aver fede. Dopotutto, se non consideri D-o come un D-o buono e giusto, perché sei adirata? Che tu lo ammetta o meno, la tua ira è la conferma di una convinzione profonda ed eterna che D-o deve per forza essere buono e che Lui è unico.
Strano a dirsi, nascosta sotto a quest’ira amara, si trova una gioia profonda. Non mi riferisco necessariamente a una gioia della quale sei cosciente, anche se eventualmente uscirà allo scoperto. È la gioia di avere un D-o con il quale essere arrabbiata e col quale hai un rapporto; nonostante tu sia adirata con lui, Egli è comunque il tuo D-o e tu hai il diritto di parlarGli, perfino di ammonirLo ed esigere una spiegazione.
La gioia che descrivo è simile a quella della coppia che è sposata da così tanti anni da essere talmente vicini che anche quando litigano e sbattono le porte, si percepisce l’amore pulsante che provano l’uno per l’altra.
Il nostro rapporto con D-o è questo e altro.
Sto pregando per te, che tuo figlio guarisca presto e esca da questa situazione sano e forte e che ti dia solamente gioia rivelata da ora in poi.
Rav Tzvi Freeman, per gentile concessione di Chabad.org
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