Le mitzvòt della Torà si suddividono in tre categorie:

- Mishpatìm: le leggi razionali che regolano la vita sociale (ad esempio "non rubare)": anche se non fossero state esplicitamente comandate, le avremmo porbabilmente comunque osservate.

- Edòt: le leggi rispetto alle quali è possibile trovare una ragione razionale, ma non saremmo arrivati ad osservarle autonomamente.

- Chukìm: quegli statuti per i quali non esiste nessuna spiegazione razionale.


Tra i chukìm vi sono tanti precetti come ad esempio il divieto di mangiare il maiale, quello di indossare shaàtnez (lino e lana tessuti insieme) e quelli relativi alla purità e impurità.

In quest'ultima categoria di mitzvòt risalta quella della mucca rossa: la cenere della mucca veniva messa in un recipiente d’acqua e veniva poi usata per purificare coloro che erano diventati impuri in seguito al contatto con un morto,

La Torà introduce il brano della mucca rossa dicendo “questa è la chukà (legge) della Torà”: la Torà in questo modo vuole distinguere la mucca rossa da tutti gli altri chukìm.

Anche nelle chukìm si può con qualche sforzo trovare una motivazione: il divieto di mangiare maiale può essere dettato ad esempio da ragioni di salute e così via, mentre l’unica mitzvà che non offre nessuna possibilità di spiegazione è quella della parà adumà - la mucca rossa. Questa mitzvà mette in risalto un fattore comune a tutte le mitzvòt della Torà, e per questo motivo viene citata con un'espressione generica: “Questa è la legge della Torà”. Viene cioè sottolineato il principio secondo cui come la mucca rossa viene accettata come precetto e volontà Divina, pur non avendo nessuna logica, così tutta la Torà deve essere messa in pratica accettandone le mitzvòt a prescindere dal fatto che le capiamo o meno.

La parola chukà (legge) significa anche "incisione". La differenza tra l’incisione e la scrittura consiste nel fatto che nella scrittura l’inchiostro ed il foglio rimangono sempre due entità separate, mentre nell’incisione le lettere e la pietra su cui vengono scolpite sono una cosa sola e nulla viene aggiunto alla pietra. Allo stesso modo, le mitzvòt eseguite in modo assoluto in quanto precetti Divini sono come la scrittura incisa, a cui non viene aggiunto nulla di estraneo come la mente e la razionalità umana.

Questo è il significato profondo della parà adumà, la vacca rossa: essa rispecchia la volontà Divina assoluta dove non esiste nessuna razionalità umana, e rivela inoltre il legame che esiste tra l’ebreo e D-o, che è un legame al di sopra di qualsiasi razionalità e logica.

(Likutè Sichòt vol. 8 pg. 123)